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Mi sveglio il mattino seguente con un raggio di sole che filtra dalla tenda plissettata scaldandomi la guancia, mi guardo intorno notando un braccio tatuato appoggiato sul mio ventre, le nostre gambe attorcigliate, il lenzuolo che a malapena copre la mia pancia ed in fine il volto rilassato di Alec appoggiato, beato, al mio seno.

Inizio ad accarezzare la sua chioma marrone facendoci passare le dita nel mezzo e di rimando le sue braccia si stringono attorno alla mia vita, mugola strusciando il viso sulla mia pelle.

Pff! E poi il gatto sarei io!

<Gattina.. ritira i tuoi artigli e torna a dormire! O forse la notte intera non ti è bastata?>

Biascica assonnato, avendo sentito il mio pensiero, non aprendo neanche gli occhi e non spostandosi di un millimetro dalla sua posizione iniziale.

<Mi amor forse non hai capito...>

Sussurro al suo orecchio e mentre la mia mano destra continua la sua esplorazione tra i suoi capelli tirandoli ogni tanto, la sinistra accarezza i suoi pettorali.

<Le opzioni sono due.. O ti alzi e adiamo a scuola o la mia mano sinistra scenderà un po' più giù ed accidentalmente potrebbe finire per arrecare un grave danno al tuo amichetto! Chiaro..?!>

Termino ora con la sua più completa attenzione e con gli occhi uniti ai miei.

Come ogni volta i nostri sguardi sono uguali ad una calamita che attira il metallo, i nostri cuori come casse che risuonano all'unisono.. è come se nelle sue iridi riuscissi a vedere la luna. Quella stessa luna che vedo ogni sera, splendente, alta, in un cielo pieno di stelle. Quella stessa che tutti sottovalutano, ma che ogni notte mi spinge ad uscire fuori, al freddo, la osservo, non riesco mai a smettere di farlo... mi attira come la luce attira le falene e mi rassicura come l'abbraccio della persona più importante al mondo per me ed è proprio quello che sta succedendo ora. Lo guardo... E mi sembra quasi di poterci annegare in questi occhi, il suo pollice mi accarezza il fianco, mi sorride, come se le mie minacce fossero foglie secche spazzate via dal vento.
Bukowski fece un discorso sull'importanza dei dettagli..
Lui descrisse i dettagli, piccolezze, minuscoli particolari di cui spesso non ci accorgiamo, lui disse: "Sono sempre cose così piccole a stravolgere tutto. A far saltare in aria le logiche. A farti dire fanculo, sì, ancora."
Ed è solo da quando ho incontrato lui che io non vorrei che urlare "FANCULO, SÌ, ANCORA!"
Perché sembra stupido... ma non lo è quando anche solo un sorriso riesce a farti perdere la cognizione del tempo o quando anche solo un abbraccio riesce a sciogliere quel ghiaccio formatosi attorno al cuore nel giro di un anno.
Perché non può essere di certo stupido un bacio, che, posato con la stessa leggiadria del battito di una farfalla, ti scuote più di mille tsunami e sembra farti toccare il cielo con un dito.
Con il braccio mi stringe a se, i nostri corpi, come ingranaggi di un orologio coincidono, perfetti come due pietre preziose ed è sempre con il sorriso addosso che unisce le nostre labbra.
Un bacio lento senza passione, irruenza o smania, un bacio che malgrado tutto non ti entra solo nel cuore ma anche nel cervello.
E non mi serve neanche tenere gli occhi aperti, perché sembrerà strano, affrettato forse, ma non appena chiudo gli occhi io vedo lui, nei miei sogni, pensieri, nella mia vita...
Riapriamo gli occhi all'unisono, come richiamati l'uno dallo sguardo dell'altra, un sorriso spontaneo incornicia le labbra di entrambi.
Lo osservo, finalmente, con più attenzione notando sulla sua pelle bianca, quasi priva di tatuaggi, un disegno nuovo che copre la spalla.
Lo sfioro con le dita ammaliata.

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