Capitolo 8 - La caviglia

51 7 2
                                    


Quando la sveglia suonò, Taehyung aveva già gli occhi spalancati, per cui bastò uno scatto repentino del suo braccio per bloccare quel trillo assordante.

Solitamente utilizzava la sveglia del cellulare per darsi un'ora di leva durante la settimana: sul dispositivo aveva impostato una dolce melodia di violino, un passo del "Concerto per violino" di Bach che aveva ritenuto adatto ad essere la prima cosa che doveva udire appena sveglio.

La sera precedente, però, aveva deciso di utilizzare il suo vecchio orologio da comodino – che negli ultimi anni si era ridotto ad essere un mero oggetto d'arredamento della sua stanza – in quanto voleva essere più che sicuro di svegliarsi in tempo.

Producendo esso un suono così disturbante, la logica avrebbe voluto che lo utilizzasse anche nel resto dei giorni per non rischiare di arrivare in ritardo in ufficio, ma per qualche motivo nella sua personale classifica di priorità quello che doveva fare quella mattina era molto più importante di qualsivoglia appuntamento di lavoro.

Considerando che la sera precedente era rimasto sveglio fino a un'ora da vampiro su dei stupidissimi bilanci stesi da persone che, probabilmente, capivano di economia aziendale molto meno di lui, il rischio che rimanesse a letto era molto alto.

Non avrebbe però dovuto dubitare così di sé stesso perché un forte senso di agitazione e attesa aveva governato il suo corpo e la sua mente durante tutte le ore di riposo e solo quelle sarebbero state in grado di destarlo, anche senza l'ausilio della sveglia.

Malgrado il senso di pesantezza dato dalle poche ore di sonno che gli ovattava il cervello quasi come se avesse avuto un macigno nella scatola cranica, Taehyung era sveglissimo e molto reattivo.

Impiegò pochi minuti per alzarsi, indossare un paio di pantaloni neri a vita alta e un maglione del medesimo colore con lo scollo a barca, e infine lavarsi il viso davanti allo specchio del suo bagno. Tentennò qualche istante di fronte all'armadietto attaccato alla parete: i suoi occhi si erano posati sulla boccetta di vetro contenente il suo profumo preferito che metteva solo nelle occasioni più importanti. Alla fine, scuotendo la testa, si diede dello stupido e lasciò perdere.

Si pettinò solo i capelli con le dita, in modo che cadessero scompigliati ad arte attorno al suo volto: era consapevole del proprio aspetto, ma allo stesso modo per la maggior parte del tempo il rendersi piacevole alla vista non era qualcosa che rientrava nella cerchia dei suoi interessi maggiori. Certo, a volte quella qualità naturale gli veniva in aiuto rispetto alle persone che voleva ammorbidire per taluno motivi, tuttavia non aveva mai utilizzato la propria immagine come oggetto per ottenere favori o per ammaliare qualcuno.

Tuttavia, quella mattina come mai prima stava davvero considerando di impegnarsi per apparire al meglio della sua forma.

Studiò il suo profilo allo specchio per qualche istante, poi decise di desistere, mettendo semplicemente una fascia di spugna scura a mo' di cerchietto per lasciare la fronte libera: non era nemmeno sicuro che il suo piano avrebbe avuto successo per cui non c'era motivo alcuno di tirarsi a lucido – così come non aveva ragione di applicare il suo profumo preferito – solo per una mera possibilità.

Una parte di lui, però, ci sperava – e ci sperava anche molto.

Chiuse con uno scatto lo sportello dell'armadietto e spense la luce del bagno, prima di uscire definitivamente dalla sua stanza.

Mera speranza o meno, impiegò poco per uscire di casa a passo svelto, lasciando dietro di sé il silenzio delle persone della sua famiglia che ancora dormivano – non che fosse una novità – e anche Sup – che, molto probabilmente, era ancora ai piedi del letto di Yoongi a sbavare beatamente sulla sua coperta preferita.

Hideaway || VminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora