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Sentii qualcosa dentro di me andare a fuoco, ardere come fosse del carbone, per poi svanire come cenere e lasciarmi vuota e smarrita.
"M-ma perché? Perché v-vuoi rovinarmi la vita? Perché cazzo hai scelto me?" Mi scavai fino al midollo per trovare il coraggio di affrontare la terribile bestia che avevo difronte, mentre le mie mani erano diventate due pugni e le mie guance paonazze.
" Lily!" Mi ammonì con tono severo e rude "Non è il momento di fare sceneggiate" mi si avvicinò pericolosamente, per poi posare le sue nocche sul mio viso bollente dalla rabbia. Un gesto lento e graziato, ma che non aveva nulla di amorevole.
"Smettila di fare la bambina, o dovrò punirti" mi sussurrò ad un centimetro dall'orecchio, riempiendo le pareti della mia mente con la sua voce ruvida e pungente.
"Ma io-" tentennai prima che lui mi interrompesse.
"No!" Urlò piantandosi come un fulmine davanti a me, e subito fui annullata dall'imponenza della sua figura. "Ora andiamo" mi cinse il braccio e si diresse svelto verso le scale che portavano al piano superiore.

Si muoveva sicuro e impavido, come se al mondo non ci fosse nulla che temesse. Mentre io ero il suo opposto, e mi chiedevo per quale motivo mi volesse. E ancor più, mi chiedevo come avrei fatto a sopravvivere a quella situazione.

"Dormiremo qui" la sua voce mi riportò con i piedi per terra. "Il letto è nuovo, l'ho fatto cambiare. Ho pensato che non volessi dormire dove prima di te ho scopato un'infinità di puttane". D'istinto scrollai il braccio, tendando di sottrarlo alla sua avida presa.
'Prima di te' disse, raggelai capendo subito il significato di quelle parole.
"No!" In un gesto istintivo e maldestro lo spinsi contro la porta, mentre io corsi verso la punta delle scale timorosa di guardarmi indietro.
"Piccola lurida ingrata!" Ringhiò a qualche centimetro dalle mie spalle. Il rumore dei suoi passi svelti e pesanti contro il parquet mi avvertirono che ormai mi aveva raggiunta.
"Cosa cazzo credi di fare!" Un braccio mi cinse il bacino e d'un tratto fui sollevata sulle sue spalle.
Ero sicura che ormai fossimo arrivati alla resa dei conti, che con un gesto felino avrebbe estratto dalla fibbia dei pantaloni una pistola, e che me la avrebbe puntata alla testa per poi sparare.

E così fece.
Mi gettò con forza sul letto al lato destro della stanza, su cui io caddi rovinosamente pronunciando un gemito di dolore.
La volata di una revolver color nero pece mi apparve davanti, mentre sullo sfondo i suoi occhi verde petrolio mi guardavano in modo così diabolico da farmi bruciare la pelle.

Sentii la gola seccarsi, e qualche lacrima scendermi lungo i lati del viso. Mi sforzavo ma non riuscivo a pronunciare neanche una parola.
"Non volevo iniziare subito con le maniere forti" pronunciò derisorio mentre si avvicinava lentamente al mio corpo inerme, come un animale con la sua preda.
Posò il dito sul grilletto e lo premette appena, così da far risuonare nella stanza un leggero suono meccanico che mi fece tremare fino alle ossa.
'O io o lui' pensai nell'attesa di esalare il mio ultimo respiro. Poi decisi. Con una mossa per lui inaspettata mi alzai e lo colpii alla testa con un oggetto d'arredo che trovai sul comodino. Si portò le mani alla nuca che iniziò a perdere sangue, lasciando la presa sulla pistola che cadde a terra ad un passo da me. L'afferrai.
Fui sorpresa nel trovarla molto più pesante di quanto immaginassi. Feci alcuni respiri profondi, non del tutto convinta di quello che stavo per fare, e poi titubante la puntai verso la sua figura.
Ancora stordito dalla botta, all'improvviso si voltò verso di me e procedette sicuro nella mia direzione, per poi bloccarsi dopo aver preso nota di ciò che stavo stringendo tra le mani.

"N-non ti muovere!" Ordinai tentando di essere il più sicura possibile, sebbene tutto dentro di me fosse in totale confusione.
Quel breve tono di timore che lessi sul suo volto in pochi istanti scomparve. Il verde che gli riempiva le iridi si fece tremendamente scuro e tetro, serrò la mascella e strinse i pugni lungo il petto, facendo esplodere le vene sulle sue braccia tatuate.
"Lily, hai deciso di farmi incazzare?!" disse con un tono più basso del solito, ma sempre tanto freddo da farmi tremare le gambe.
"Ho detto non ti m-" ritentati impugnando l'arma con entrambe le mani.
"Taci, Lily" sbarrai gli occhi davanti alla calma e maestria che dimostrò pur avendo una pistola puntata contro.

Tra Quiete e Tempesta Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora