Ti dedico un sogno ma tu non lo vedi

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Pov's Fra
È ormai sera, da quando sono entrata in camera con Adriano dopo la scena vista al mare di Niccolò ed Elisa non mi sono più mossa, sono stata sempre su questo letto a pensare. Non può avermi tradito davvero, non può averlo fatto sarebbe una cosa troppo pesante sia per me che per lui, tutte le cose che ci siamo detti, tutti i baci e i ti amo adesso dove sono? Lui non è quel ragazzo che si mette con una ragazza per poi tradirla e andare dall'ex, non lo è o almeno non pensavo lo fosse.

Però adesso devo uscire da questa stanza e andare a mangiare, il mio stomaco lo devo un po' riempire sennò mi sento davvero male. Mi sistemo un po' i capelli e scendo al ristorante seguita da Teresa. Le ho imposto di non stare con me ma con Matteo, è venuta solo mezz'ora fa per prepararsi per la cena ma è più forte di lei, mi ha chiesto come mi sentivo ed è stata il più possibile con me.

Ci sediamo a tavola e fortunatamente, grazie ad Adriano, non capito vicino a Niccolò come ieri sera ma davanti a lui. La cena procede con tanta tensione e piena di sguardi tra me e il "mio ragazzo". Lui mi guarda cercando di spiegarsi ma io lo ignoro per poi guardarlo ed esprimere tutta la mia delusione nei miei confronti.

"Io vado, non ho fame" Dice ad un certo punto della cena Niccolò mentre mi guarda per poi alzarsi e uscire dal ristorante. Non reggevamo più gli sguardi che ci scambiavamo e lui ha ceduto prima di me, forse è tornato nella sua camera. Io sposto il piatto con dentro la carne lontano da me, mi sta passando pure la fame adesso.

"Vado al teatro" Dico io alzandomi dalla sedia ma sento qualcuno prendermi l polso così subito mi giro.

"Stasera non possiamo uscire dal hotel, rischi troppo" Interviene Teresa. Questa sera hanno organizzato varie cose qua nel hotel, discoteca ma anche tornei di fifa che ai maschi piace sempre. Io rispondo alla mia migliore amica facendo spallucce. Ho bisogno di suonare e l'unico posto con un pianoforte è il teatro, non dista nemmeno troppo da hotel fortunatamente e quindi la probabilità di essere vista è davvero poca. Prendo la giacca che avevo sulla sedia ed esco, cercando di non farmi vedere da nessuno. Devo scaricare tutta la tensione e la paura che ho accumulato da ieri sera e l'unica cosa che in questo momento mi fa bene è il pianoforte.

Arrivo in pochi minuti, fortunatamente c'è la porta di servizio e la apro, entrando nel famoso teatro e percorrendo il corridoio. Appena sento una voce cantare subito mi fermo, quella voce, la voce che ti trasporta in un mondo parallelo. Mi manca la sua voce, non abbiamo parlato per tutto il giorno, forse ha capito di dovermi lasciare in pace visto che dovevo pensare a me stessa. Mi metto ad ascoltarlo, canta una melodia per le mie orecchie nuova ed anche le parole sono nuove.
Non posso darti più quello che chiedi
Ti dedico un sogno ma tu non lo vedi
L'amore non esiste ma è quello in cui credi
E quando ti senti sola riempi la mente
Alza gli occhi nel cielo, rinchiuditi sempre Tra l'eleganza delle stelle
Che poeta, l'ho sempre detto che le sue parole sono arte, la sua musica è arte. Fa strano pensare che abbiamo avuto la stessa idea per sfogarci, venire qui suonare il nostro amato pianoforte ma lui è arrivato prima, è giusto che abbia lui il posto. Mi appoggio vicino alla tenda per ascoltare meglio questa canzone che sta scrivendo ma io, con la fortuna che ho, sento la tenda piano piano staccarsi dal muro e così cade, provocando un rumore a causa del suo pezzo di ferro d'orato.

"Chi è?" Chiede Niccolò alzandosi dalla sgabello del pianoforte. Io decido di non rispondere, forse penserà che sia stato il vento a far cadere la tenda. "Chi è?" Chiede nuovamente lui avvicinandosi questa volta al corridoio per vedere meglio. Ormai non ho più via di scampo così esco dal mio piccolo nascondiglio con lo sguardo basso mentre mi torturo le mani.

"Fra" Mi chiama lui con un filo di voce, come se la mia figura fosse un sogno.

"Scusa me ne stavo andando" Mi scuso io girandomi di spalle per incamminarmi verso il corridoio ma lui mi prende il polso, girandomi delicatamente verso di lui per far incrociare i nostri occhi.

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