Venni svegliato da James quella mattina perché, sbadato come sono, avevo dimenticato di mettere la sveglia.
"Louis, sveglia, è il primo giorno di lezioni!".
Mi guardai attorno ancora mezzo intontito dal sonno, poi di colpo realizzai."Merda! Grazie James, grazie!".
Lo vidi sorridere e ritornare a preparare il necessario per le lezioni mentre io mi precipitai in bagno rischiando di stampare il mio naso sullo stipite della porta. Iniziamo bene la giornata.Mi feci una doccia in tre secondi e mi infilai i primi vestiti che trovai nell'armadio, ovvero un paio di semplicissimi jeans chiari, una maglia bianca, una felpa con zip nera e le mie Vans, inutile dirlo.
Uscii dalla camera sicuro di essermi dimenticato qualcosa e andai in caffetteria per bermi almeno un sorso di caffè visto che per quella mattina la colazione potevo anche sognarmela.Quando arrivai nella prima aula, letteratura inglese, vidi subito Niall e Liam seduti assieme che mi sorrisero. Fortunatamente il professore non era ancora arrivato e così decisi di andare a salutarli.
"Dove ti eri cacciato?" mi chiese il biondo.
"Sì, ti abbiamo aspettato per la colazione ma non ti sei fatto vivo e...in tre giorni ancora non ci siamo scambiati i numeri. Che deficienti" rispose ridendo il secondo.
Lasciai il mio numero scritto velocemente su un pezzo di carta strappato dal quaderno e andai all'unico banco rimasto libero in fondo alla classe; ero da solo il che voleva dire che mancasse una persona che, però, quel giorno non si presentò a lezione.
Chi diavolo inizia a saltare scuola già dal primo giorno?Il professore si presentò come Isaac Anderson, era molto giovane, sulla trentina, e davvero un bel ragazzo. Ci trattò molto bene e subito capii che avrei avuto un buon rapporto con lui.
Anche l'ora di lezione passò in fretta mentre, uno ad uno, ci presentammo alla classe.
"Il signorino Styles? E' assente? Pazienza, si presenterà la prossima volta" disse pacato Anderson.
Adoravo il suo carisma, davvero, sapeva affascinare in un modo misterioso.Passate anche le ore di storia e di marketing sempre insieme a Liam e Niall, ci dirigemmo in mensa per la pausa pranzo.
"Propongo di fare un giro al lago oggi pomeriggio, che ne dite?" disse Niall voltandosi verso l'amico.
"Si può fare, meglio sfruttare questi primi giorni senza compiti prima di diventare esauriti e sommersi da una pila di libri alta fino al soffitto".
Annuii d'accordo con il castano e stabilimmo l'orario. Le quattro, subito dopo l'ultima lezione.Passai le ore successive impaziente di trascorrere un pomeriggio insieme ai miei nuovi amici; erano fantastici ed ero grato di aver trovato due persone speciali come loro.
Dopo l'ultima ora approfittai per correre in camera a darmi una rinfrescata e quando guardai l'orologio accorgendomi di essere in anticipo decisi di scrivere ai miei genitori e di chiamare Mark. Dio se mi mancava.Parlammo per circa dieci minuti e poi lo salutai, non mi sembrava particolarmente in difficoltà, nonostante mi avesse detto più volte che ritrovarsi a scuola da solo non era lo stesso. Gli promisi che sarei tornato a casa per le vacanze estive e avremmo passato il mese più bello della nostra vita.
Giuro, lo avrei voluto con tutto me stesso.
Destino di merda.Riattaccai e risposi in modo evasivo al messaggio di mio padre che mi chiese se ci fossero novità, riposi il telefono in tasca e mi avviai verso il laghetto.
Ridemmo tanto quel giorno, risi come mai prima d'ora e per qualche ora dimenticai la nostalgia di casa. Dopotutto quel luogo iniziava a piacermi, forse.
Parlammo delle ultime partite di football, dei professori e delle ragazze. Scoprii che anche loro adoravano il professor Anderson, del resto come non farlo. Venni a sapere anche che Liam era fidanzato da nove mesi, mentre Niall non aveva mai avuto una ragazza. Sostenne che per lui l'amore della sua vita fosse il cibo. Come dargli torto. Gli raccontai di Eleanor e di come, in realtà, non avessi mai amato veramente una ragazza.
Mi sarebbe piaciuto provare quelle sensazioni da film tipo le farfalle nello stomaco, il bacio sotto la pioggia o il primo "ti amo", ma di questo passo dubito avrei mai trovato l'amore.
Non finché l'avessi cercato nei luridi bagni delle discoteche, quello poco ma sicuro.Tornammo ai dormitori quando il sole iniziò a sparire pigramente dietro le montagne che facevano da sfondo a quel bellissimo paesaggio e ci salutammo per tornare nelle rispettive camere a prepararci per la cena. Avrei indossato sicuramente una tuta, ero troppo stanco per cambiarmi e vestirmi decentemente.
Mi appuntai mentalmente di chiedere a James di unirsi a noi ma quando entrai nella mia camera per poco le chiavi non caddero a terra.Seduto sul letto di James, quasi come una scultura in un museo protetta in una teca di cristallo, vi era un ragazzo. Riconobbi i ricci castani e, quando si voltò per il rumore della porta che avevo provocato, quegli occhi verdi mi trafissero.
Provai la stessa sensazione del parchetto, il cuore perse un battito e sentii le mie ginocchia sciogliersi. Di colpo mi sembrò di pesare quanto un elefante. Non parlai, ero paralizzato. Perché la stessa reazione? Louis Tomlinson, cosa c'è che non va in te?"Ciao, uhm, io sono Harry" mi disse sorridendo incerto, probabilmente per la mia reazione.
Ancora una volta il mio cuore fece una capriola.
'Lo so bene', avrei voluto rispondere."L-louis Tomlinson" dissi io tutto d'un fiato.
Il riccio mi guardò serio per alcuni secondi che sembrarono ore, io ancora immobile davanti alla porta con le chiavi in mano, dopo di che scoppiò a ridere. Dio, sembrava un coro di angeli.
"Beh, che fai lì impalato? Non entri?" disse ancora lui.
Di colpo mi ripresi dal mio stato di trance e finalmente parlai."Scusa, ho sbagliato stanza? Sono quasi sicuro di essere entrato in quella giust-".
Harry mi bloccò. "Sì, sei nella stanza giusta. Sono venuto a dirti che devi cambiare stanza perché...uhm...al tuo posto qui verrà Zayn".
Ricordai il moro dal fisico scolpito senza maglia accanto ad Harry quel giorno."Cos? Come..." dissi io confuso.
"Senti, James mi ha detto che ha provato a chiamarti per avvisarti di spostare la tua roba ma tu non hai risposto e lui aveva un impegno quindi sono venuto qui io. Ero in camera con Zayn, è il mio migliore amico...almeno credo. Ad ogni modo abbiamo fatto rissa in corridoio e il preside ha deciso di metterci in due camere diverse e lui verrà qui quindi tu...sarai con me immagino" disse.I suoi occhi verdi riflettevano mille sfumature diverse, e il mio cuore batteva sempre più forte. Cos'aveva quel ragazzo di tanto speciale per fare un effetto simile ad un etero? Ancora non riuscivo a darmi una risposta. Aspetta...ha detto...in camera con lui!? Oh mio dio.
Controllai il mio cellulare perennemente in silenzioso ed effettivamente trovai venti messaggi e otto chiamate perse dal mio, ormai ex, compagno di stanza. Merda.
"Vieni, sono nella D28, ti aiuto a portare le valigie" disse cordialmente il riccio porgendomi un timido sorriso.Le mie ginocchia si fecero budini ancora una volta. Ok, questa situazione era davvero strana.
"Non serve, davvero, faccio da solo" dissi io.
"Insisto", sorrise e mi prese la valigia dalle mani sfiorando la mia con la sua.
Un brivido mi scosse la schiena.
Lo guardai allontanarsi per il corridoio ancora incapace di realizzare quanto fosse appena accaduto. Dopo pochi secondi scossi la testa e lo seguii verso la mia nuova camera, la mia nuova avventura, con l'altra valigia stretta tra le mani.Aprii la porta e un profumo di tabacco e vaniglia mi avvolse completamente. Era il suo profumo? Avrei passato il resto della mia vita ad annusarlo. Giuro di averlo pensato per mezzo secondo, prima di riprendermi.
"Questo è il tuo letto, fai con comodo, io vado in mensa dai miei amici. A stasera".
Annuii e sorrisi timidamente.
Era un dio greco. Si, ma io ero fin troppo etero per pensarlo.Sistemai per l'ennesima volta quella settimana i bagagli e ripiegai i vestiti, poi mi misi un paio di pantaloni della tuta grigi ed uscii da quella stanza diretto dai miei amici.
Quando arrivai in mensa dovetti avere un'aria sconvolta perché i due mi fissarono preoccupati.
"Lou, stai bene? Sembra che tu abbia appena visto un fantasma" mi disse Niall.
Magari, pensai, magari.
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Ice and emeralds|lxuistmlnsn
FanfictionLouis Tomlinson, diciassette anni, è costretto a trasferirsi dall'altra parte degli Stati Uniti abbandonando la sua vecchia vita e il suo migliore amico Mark fino a quando incontrerà due occhi color smeraldo che lo faranno rinascere. Riuscirà mai il...