Capitolo 28

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"Può uscire signorino, è guarito"
"Finalmente! Sono chiuso qui da tre giorni!".
"Non fare il bambino Louis, mi hai fatta preoccupare tantissimo" disse mia madre seduta su una sedia a rotelle accanto al mio letto.

Era pallida, lo sguardo scavato e la pelle tesa sulle guance a risaltarne gli zigomi ormai troppo appuntiti. L'aveva portata in ospedale Harry per farle passare del tempo con me ma era molto debole e aveva bisogno di riposare.
Non sapevo quanto tempo avrei avuto con lei ma ormai i giorni e i minuti scorrevano veloci, entro un mese mi sarei svegliato una mattina senza mai più sentire la sua voce e abbracciarla forte.

"Qualcuno è pronto per tornare eh Tommo?".
Niall fece capolino nella stanza d'ospedale seguito da Liam e Zayn.
"Sì cazzo, non ne posso più di stare qui sdraiato".
"Vengo con voi se...se volete. Sei ancora un po' ammaccato e Jay non riuscireb-".
"Harry, smettila di giustificarti. Lo sai che non sono incazzato con te, lo sai".
"Non ne abbiamo ancora parlato dopo...dopo l'incidente" disse torturandosi le mani.

Lo faceva sempre quando era nervoso.
Ormai sapevo riconoscere tutti i suoi gesti.

"Non ne abbiamo parlato perché non serve. Non è stata colpa tua ma avrei dovuto controllare la strada invece di urlare addosso a Briana o, meglio ancora, non me ne sarei dovuto andare da camera nostra. Non dopo quella sera".
"Non importa, adesso sei qui. Siamo qui".

"Ragazzi avanti, ne parlerete a casa, adesso dobbiamo lasciare libera la stanza" disse Liam.
"Siete sicuri di non aver bisogno di noi? Potremmo accompagnarvi" aggiunse Zayn.
"No ragazzi, non preoccupatevi, mi occupo io di entrambi. Se ho bisogno vi chiamo".
"Va bene allora, ci vediamo. Ah Harry, ho firmato io il modulo al posto tuo, il preside ha detto che è tutto pronto".
Harry sorrise soddisfatto.

Pronto? Pronto per cosa?

"Harry che devi fare?" chiesi io dubbioso.
"Oh no, niente, è solo un modulo per..."
"Per testimoniare che l'altra notte abbiamo lasciato la scuola per venire da te in ospedale!" completò la frase in sospeso Niall.
"Che vi prende? Siete strani"
"Senti chi parla, strano sarai tu"
"Scoprirò cosa state facendo e tu, Harry, rinuncerai a questa meraviglia per un po' se non parli" gli sorrisi provocatoriamente indicando per intero il mio corpo.

"Lou non vorrei smontarti ma per come sei messo credimi che sarei il primo a non approfittarmi di te, ti ritroveresti bloccato come una nonnina".
Aveva risposto, ancora una volta, alle mie provocazioni.
Mi faceva impazzire.


Arrivammo a casa mia venti minuti più tardi e, aiutato dal riccio, portai mia madre in camera per permetterle di recuperare le forze.
Era quasi ora di cena ma ormai non riusciva ad ingerire cibi solidi da qualche tempo, quindi l'avremmo lasciata dormire.
"Mamma, io e Haz siamo di là, per qualsiasi problema suona questo campanellino e corro subito da te".
La vidi aprire la bocca per dirmi qualcosa ma la richiuse in un sorriso.

"Che succede mamma?"
"No, nulla tesoro, non è ancora il momento di affrontare questo discorso".
Buttai giù un groppo di saliva e mi avvicinai a lei.
"Qualsiasi discorso tu voglia farmi, non sarà mai il momento ok? Ho ancora bisogno della mia mamma".

Ci abbracciammo forte poi, a malincuore, mi alzai per preparare la cena.



"Cazzo!" imprecai.
"Lou, che succede!? Mi hai fatto prendere un colpo!"
"Volevo provare a prendere quella ciotola là in alto ma mi fa ancora male la spalla"
"Oh, menomale, pensavo fosse successo qualcosa"
"No tranquillo, torna pure a vedere la tv"
"Non se ne parla, rimango qui ad aiutarti"
Sorrisi.

"Cosa vuoi mangiare?" chiesi poi.
"Sinceramente non ho molta fame Lou"
"No, nemmeno io"
"Mangeremo più tardi allora, andiamo fuori a vedere le stelle?"
"E' perfetto".

Ci sedemmo sul dondolo bianco in giardino, le mani intrecciate e una coperta bianca sulle gambe e rimanemmo in silenzio per qualche minuto.
Avevo sempre odiato il silenzio ma con lui era uno dei miei momenti preferiti.
Non avevamo bisogno di parlare e non creava imbarazzo la cosa.
C'eravamo solo noi, spogliati dai muri e dalle maschere che ogni giorno mostravamo al mondo.

"Sai, quando la macchina mi ha colpito..."
"Lou non parliamone se non vuoi, va bene davvero"
"Fammi finire. Quando la macchina mi ha colpito ho sbattuto forte la testa sull'asfalto ghiacciato e ho visto una luce bianchissima; volevo seguirla ma poi ho visto i tuoi occhi verdi guardarmi in quel modo...come mi avevi guardato poche ore prima sotto al grosso piumone di camera nostra e...mi sono ricordato quello che ti avevo detto. Sarei rimasto qui per te, per sempre, fino al mio ultimo respiro e di colpo ho lottato con tutte le mie forze per non svenire. Volevo tornare da te Harry, mi importava solo questo. Poi ho sentito delle mani avvolgermi ma no, non erano le tue e non mi scaldavano come fai tu. Era Briana. Io volevo te, sono rimasto sveglio per vederti. Non potevo rischiare di non vederti mai più Haz" gli dissi stringendomi a lui.

Il riccio alzò un braccio per permettermi di appoggiarmi a lui, sospirò e iniziò a parlare.
"Non avrei mai permesso che succedesse, mai. Quando sono arrivato in quella stanza e ho visto Briana accanto a te l'ho insultata perché non sapevo se avrei mai più potuto parlarti, avevo paura che lei fosse stata l'ultima persona a guardare i tuoi occhi blu. Ci ha fermati Zayn o ci saremmo presi a pugni probabilmente" rise.

"Harry! Non ci credo!"
"Credici eccome invece, ad ogni modo ha detto che l'hai fatta riflettere molto per una cosa che le avevi detto e prima di uscire dalla stanza ci ha raccomandato di dire alla persona che ami di non farti scappare per nessuna ragione al mondo...di cosa stavate parlando?"
"Mi aveva seguito per provarci con me ma io le ho urlato contro che non volevo scoparmela in un bagno sudicio, non dopo aver...non dopo di te. Le ho detto di smetterla di comportarsi in quel modo perché non avrebbe mai trovato l'amore e che io lo sapevo perché prima di perdere la testa per te anche io ero come lei, ma che avevo trovato l'amore della mia vita e che non volevo che nessun altro mi toccasse. Comunque non ho fatto nessun nome, stai tranquillo" spiegai.

Si alzò dallo schienale del dondolo e mi guardò dritto negli occhi.
Potei scorgere quel verde profondo nonostante fosse calato il sole da molto tempo ormai.
"No, Louis. Sono un emerito coglione e lo so, ma sto provando a sistemare le cose te lo giuro. Sei l'unica cosa bella che mi sia mai capitata e voglio che sia tutto perfetto come te, ci sto provando te lo giuro. Non voglio più nascondermi ma...fidati di me, ti prometto che non ti deluderò".
"So che non lo faresti mai Haz, mi fido di te, completamente".

Ci baciammo.
Fu un bacio dolce, lento e con il sapore di casa.
Per quanto ero rimasto incazzato con il mondo per aver dovuto abbandonare la mia vecchia vita?
Pensavo mi avessero portato via da casa mia e, invece, me l'avevano solo fatta trovare.
Harry era casa, era tutto quello che mi serviva per essere felice.

Guardai il cielo pieno di stelle e sospirai.
"Che succede Lou?"
"Pensavo a Mark, mi manca sai? L'ho lasciato solo per così tanto tempo...ma adesso sta per arrivare mia madre a fargli compagnia. Si volevano bene, quindi saranno felici di ritrovarsi".
"Mi distrugge non poter fare niente Ja-".

Un lieve tintinnio raggiunse il cortile.
Mia mamma.

Corsi dentro il più velocemente possibile e spalancai la porta di camera sua seguito da Harry.
Era ancora più pallida e faticava a respirare.
Me ne resi conto, stava arrivando il momento, stava per rivedere Mark.

"Mamma... che succede?"
"Non manca molto, me lo sento. Vorrei parlare con Harry, se a te va bene".
Entrambi ci guardammo confusi.
Poi annuii ed uscii dalla stanza.



-Harry's pov-

Mi sedetti sul letto di Johannah e rimasi per qualche minuto ad osservare quel corpo fragile che, secondo dopo secondo, stava perdendo vita.
Louis aveva ragione, fra poco avrebbe rivisto Mark.

"Jay io...non dovresti parlare con tuo figlio?" chiesi
"Ho già avuto molte occasioni per parlargli, ci siamo già detti tutto. Il giorno che ti ho conosciuto, Harry, quando ti ho visto alla mia porta mentre stringevi la mano di Louis ho capito subito che foste anime gemelle. Gli promisi che non me ne sarei andata se non vi avessi prima visti insieme ma evidentemente il destino non ha giocato a favore di nessuno questa volta. Ma non importa perché anche se il mondo non lo sa, io ho avuto l'onore di vedervi così semplici e puri spogliati dal vostro orgoglio. Siete la dimostrazione che l'amore esiste, Harry, e per questo non ho paura. So che manca pochissimo alla sorpresa che stai organizzando per lui e avrei voluto assistere con tutta me stessa, ma sono felice almeno di aver collaborato a realizzare questa cosa e spero di vedervi da lassù. Sarà magico, come voi due. Ti chiedo solo una cosa: fra poche ore io non potrò più reggere sulle mie spalle il peso della vita di Louis, ma tu sì. Proteggilo ed amalo per entrambi, non avere paura. Sono fiera di te e del coraggio che hai avuto, e ti chiedo solo un ultimo sforzo per il bene di entrambi. Un giorno avrete il vostro lieto fine, ne sono certa. Grazie di averci aiutato in questi mesi difficili Harry, sei come un figlio per me" disse tra un respiro spezzato e l'altro.

Mi concessi di piangere davanti a lei nonostante fosse lei ad averne tutto il diritto, l'abbracciai forte.
"Te lo prometto Johannah, lo proteggerò e lo amerò per entrambi. Andrà tutto bene, staremo bene. Se io sono stato come un figlio per te, posso assicurarti che tu sei stata una mamma e ti vorrò bene per sempre. Avrei voluto conoscere Louis molto tempo prima, per avere più tempo a disposizione per amarlo e per avere più tempo per conoscerti. Sei una donna magnifica e io, Louis e tutte le persone che ti conoscono siamo orgogliose di te. Hai lottato fino alla fine senza mai mollare solo per amore. Questo ti fa onore Jay, davvero. La sorpresa sarà fantastica, deve esserlo, anche per te. Ti voglio bene".

Mi strinse ancora più forte e piangemmo entrambi, poi entrò Louis e si stese sul letto dalla parte opposta unendosi a noi.
Restammo abbracciati per un tempo che sembrò infinito, poi Johannah si rivolse a Louis:

"Figliolo, ti voglio bene. Sono orgogliosa di te, ce la farai perché sei mio figlio e sei forte come me. Quando ti sembrerà di crollare ricordati sempre che non ti voglio vedere piangere perché  tuoi occhi sono talmente belli che meritano di essere lucidi solo per le troppe risate, mai per una lacrima. Sii felice e vai avanti a testa alta per me, se non lo vorrai fare per te stesso. Ti meriti tutta le felicità del mondo. Sono fiera di essere tua madre, ti proteggerò sempre. Siamo noi due. Sono nel tuo DNA, non me ne andrò mai, un giorno ci rincontreremo Louis. Ti amo".

Poi chiuse gli occhi un'ultima volta, lasciandosi cullare dalle braccia di Louis.

Johannah aveva lottato, ma era arrivato il momento di mollare la presa.

'Lo proteggerò e lo amerò per entrambi, promesso'.

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