Culo e Camicia

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I personaggi usati e tutto ciò che fa parte del loro universo sono di proprietà di J.K.Rowling.
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- AUGUREY BUILDING N.7 -

Capitolo 4

Culo e Camicia




L'esaurimento nervoso di Harry giunse, puntuale, durante i primi preparativi per il matrimonio.
Che poi, più che di esaurimento nervoso, si poteva benissimo parlare di crisi ormonale.
Ron sosteneva che non si facesse così tante seghe dai tempi di Cho Chang.
Intorno a metà dicembre, nonostante la data del matrimonio di Ron e Hermione fosse prevista per la seconda metà di luglio, Harry aveva realizzato che presto si sarebbe trovato a convivere con una coppia sposata. O meglio, gliel'aveva fatto notare Pansy appellandosi a lui - molto delicatamente - come "candelabro".
Anche se, sempre a parere di Pansy, non sarebbe cambiato un bel niente rispetto a prima. L'unica sottile differenza sarebbero state le fedi alle dita dei due novelli sposi.
Eppure quell'anello con brillante sull'anulare di Hermione aveva acceso a Harry un allarme nel cervello con scritto "pericolo". O, molto più precisamente, "scopare come un riccio".
Dopo il fidanzamento dei suoi migliori amici, Harry aveva iniziato la ricerca della persona giusta in modo quasi ossessivo. Cose che facevano passare Pansy come una persona asessuale.
Aveva passato ogni singola serata a prendere Malfoy per la giacca e trascinarlo in strada o in qualche locale, alla ricerca dell'anima gemella. E a Draco sarebbe andato tutto più che bene, se ogni santissima serata Harry non fosse tornato a casa con una quantità di paranoie tale da farlo sembrare la versione maschile e meno trasparente di Mirtilla Malcontenta.

Punto primo: nessuna sembrava andare a bene. "Quella è troppo rifatta", "quella è troppo alta" ("sei tu che sei nano", faceva notare Draco), "quella ride come un ippopotamo", "la sua r moscia mi innervosisce", "lei è una Guaritrice e ho paura che mi diagnostichi malattie strane" ("ad esempio la tua instabilità mentale" puntualizzava Draco), "i suoi capelli sono troppo ricci", "è troppo appiccicosa" e "la sua camicetta non mi piace". Sì, aveva davvero rifiutato una ragazza per via della sua camicia. E Draco, ovviamente, gli aveva fatto notare che l'obiettivo era togliergliela.
Punto secondo: se per qualche strano allineamento di pianeti Harry riusciva a trovarne una che andasse bene, cercava sempre una scusa per sabotarsi e sabotare ogni possibile relazione dopo la prima notte. Il "ti chiamo io" era diventato il suo grido di battaglia. Mai richiamata nessuna.

Malfoy, in parte, si definiva un "proud-daddy" del suo compagno di rimorchi. Anche perché, se Potter avesse trovato una ragazza fissa, non avrebbe più avuto nessuno con cui uscire. A parte Pansy che, sì, ogni tanto gli rubava le conquiste.
Il problema reale era che Potter passasse tutto il giorno a lamentarsi con lui che non riuscisse a trovarne una decente, che fosse frustrato, che sarebbe rimasto single a vita. E a piagnucolare sul fatto che "se la Stronza mi ha messo le corna magari è perché non le bastavo". Draco, a quell'affermazione, puntualmente gli faceva notare che se tutti si appellavano a Ginevra come "la Stronza", un motivo c'era. E non era di certo lui.
Malfoy odiava dover consolare Potter. Non era stato geneticamente programmato per consolare Potter. Lui e Potter dovevano o pestarsi e sfottersi, oppure uscire, cuccare, bere e divertirsi. Consolarlo per la sua costellazione di insicurezze non rientrava nel loro contratto di improbabile amicizia.
Quindi, piuttosto che sentirlo lagnarsi in continuazione di cose che non stavano né in cielo né in Terra – figurarsi se l'Eroe del Mondo Magico poteva davvero faticare a trovarsi una ragazza decente! - passavano le serate a bere in posti nuovi per vedere facce nuove e conoscere gente nuova.

Augurey Building n.7 - A magic sitcom in Diagon Alley  || 𝐷𝑟𝑎𝑟𝑟𝑦 ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora