La Palazzina Augurey

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Disclaimer: Questa storia non è scritta a scopo di lucro.
I personaggi usati e tutto ciò che fa parte del loro universo sono di proprietà di J.K.Rowling.
Le seguenti immagini non mi appartengono e sono utilizzate a puro scopo illustrativo
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- AUGUREY BUILDING N.7 -

Capitolo 2
La Palazzina Augurey


Era una giornata fredda di inizio settembre, quando una nuova coppia di vicini si era trasferita nella palazzina.
Harry, il quale era salito dalla scale con la sola intenzione di morire sul divano con una Burrobirra, non aveva fatto nemmeno caso alla sua coinquilina che - degna di un'anziana signora munita di giornale e tendine - si era appostata con la porta socchiusa in attesa di movimenti sospetti.
«Hermione?»
In un batter d'occhio venne preso per il bavero in un moto emotivo e poi trascinato dentro casa.
«Harry, sono arrivati i nuovi dirimpettai!» si entusiasmò lei in un gridolino silenzioso.
E quindi? Le avrebbe risposto di tutto punto, se solo lei non avesse avuto quegli occhi così colmi di gioia che Harry non ebbe proprio cuore di smorzare.
Vivevano in quella casa oramai da sei mesi e l'appartamento di fronte al loro era sempre stato disabitato. Non era forse meglio così? E se i vicini fossero stati dei rompiscatole?
«Oh. Li avete visti?» si limitò a chiedere Harry, nello sforzo di apparire interessato. Forse ci riuscì.
«No, ma sembrano essere giovani. Prima sono passato davanti alla porta e stavano ascoltando l'ultimo singolo delle Sorelle Stravagarie» intervenne Ron, sussurrando come se la questione fosse stata di segreto ministeriale.
Harry si domandò perché mai i maghi anziani non ascoltassero le Stravagarie, ma era più che intenzionato a lasciar cadere la questione e bersi quella tanto agognata Burrobirra.
«E se gli preparassimo un dolce e glielo portassimo come benvenuto?» propose Hermione, con un ampio sorriso.
«E se invece non facessimo niente e ci incontrassimo sulle scale per salutarci e basta?» controbatté Harry, non riuscendo proprio a frenare la lingua.
Negli ultimi mesi - se ne era reso conto - era diventato molto più acido e asociale di prima. L'accademia da Auror prima o poi l'avrebbe fatto diventare matto, se lo sentiva. E tutte quelle conferenze stampa alle quali aveva partecipato nell'ultimo anno e mezzo - dopo la guerra - gli avevano prosciugato tutte le buone intenzioni.
Senza contare che da quando Ginny l'aveva piantato - durante il recupero accademico dell'anno prima - la sua voglia di conoscere gente nuova era scemata drasticamente.
Forse era depresso.
«Oh, dai, amico, magari sono due belle ragazze-AHIA!» esordì Ron, preso per un orecchio da Hermione. «Tutte e due per Harry, ovviamente» aggiunse.
Harry non aveva ancora capito come mai, ma Ron si sentiva in qualche modo responsabile del fatto che sua sorella l'avesse lasciato. Aveva tentato di trovargli la ragazza in tutti i modi; una volta aveva persino cercato di appiopparlo alla cinquantenne divorziata del primo piano.
Forse era per quello che era depresso.

O forse lo era perché Hermione, alla fine della fiera, aveva davvero preparato quella torta e lo aveva costretto a presentarsi dai vicini con un sorriso finto quanto i denti della Cooman.
Il Golden Trio, così, si presentò di fronte all'appartamento 5b con uno strudel di mele e una buona dose di meravigliose intenzioni.
Un vero peccato che, quando i due dirimpettai in questione si accinsero ad aprire la porta, le meravigliose intenzioni si sfracellarono al suolo. Insieme allo strudel. E le loro mandibole.
Il vassoio della torta rimbalzò rumorosamente tre volte prima di lasciarsi cadere.
«Sai quanto costano queste scarpe, Granger?» domandò Malfoy, dopo un silenzio quasi assordante. Pansy, con il nasino arricciato, li guardava come se fossero tutti e tre cosparsi di sterco di Troll.
Hermione, con occhi fissi sui mocassini neri di Malfoy ricoperti di cannella e mele cotogne, non riuscì a proferire parola. Ron, rosso come un pomodoro, stava probabilmente valutando se evaporare o esplodere.
Se non altro, l'unico seriamente divertito dalla situazione era proprio Harry. Forse non era più depresso.
«Amore... è giunto il momento di cercare una nuova casa» disse Ron a denti stretti, prendendo la fidanzata per una mano.

Augurey Building n.7 - A magic sitcom in Diagon Alley  || 𝐷𝑟𝑎𝑟𝑟𝑦 ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora