Disclaimer: Questa storia non è scritta a scopo di lucro.
I personaggi usati e tutto ciò che fa parte del loro universo sono di proprietà di J.K.Rowling.
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Non concedo, in nessuna circostanza, l'autorizzazione a ripubblicare questa storia altrove, anche se creditata e anche con link all'originale.- AUGUREY BUILDING N.7 -
Capitolo 3
Il mare è pieno di pesci
Era il ventotto novembre del 2002 quando, finalmente, Ron decise di chiedere a Hermione di sposarlo.
In realtà ci aveva tentato per una settimana intera. Era convinto di aver organizzato tutto alla perfezione, ma non aveva tenuto conto di un piccolo e importante dettaglio: Hermione, alla fine di quella settimana, avrebbe dovuto conseguire un nuovo dottorato e presentare una tesi importantissima all'Ufficio della Cooperazione Magica.
E, di conseguenza, aveva declinato qualsiasi proposta di uscire.
La prima sera aveva rifiutato la cena nel loro ristorante preferito, la seconda sera idem. Ci aveva riprovato tre giorni dopo e lei, seppur esausta, aveva accettato. Neanche il tempo di finire il dessert, si era fiondata fuori dal locale non dando neanche l'occasione a Ron di inginocchiarsi.
Aveva tentato di portarla sul London Eye, in alternativa. Ma, proprio quando stava per inginocchiarsi, Hermione aveva attaccato una filippica su quanto odiasse il suo capo e quanto fosse un incompetente. Non gli era parso un momento molto romantico.
Il giorno dopo ancora si era piazzato fuori dal Ministero con dei fiori e dei palloncini ma Hermione, troppo impegnata a rimuginare sulla sua tesina, gli era passata davanti senza neanche notarlo. Una signora mezza matta, invece, l'aveva notato eccome, e l'aveva rincorso per tutto il vicolo pensando che i fiori fossero per lei.
Fino a che quella sera, al tramonto, le aveva lasciato un bigliettino sul tavolo con un invito in terrazza.
Aveva comprato altri fiori – perché alla fine la matta ce l'aveva fatta a rubarglieli – altri palloncini, aveva acceso delle candele profumate e aveva appeso uno stendardo con scritto "will you marry me?".Quando finalmente la porticina della terrazza si aprì, Ron sentì il cuore arrivargli fino in gola. Insieme a un conato di vomito quando, dalla porta, sbucò la snella e slanciata figura di Malfoy il quale, contemplando quello spettacolo, non riuscì proprio a trattenere un'espressione compassionevole.
«Mi dispiace, Weasley, ma non sei proprio il mio tipo» disse in un moto di pietà.
«Malfoy, fuori dalle palle».
«Lo so, lo so, Weasley, il tempo lenirà il tuo dolore. Vorrei che rimanessimo amici» continuò imperterrito Draco e, di tutta risposta, si guadagnò un mazzo di rose in fronte. Inutile dirlo, se ne andò continuando a blaterare frasi su come Weasley non fosse in grado di gestire un rifiuto.
Sconsolato, Ron attese fin dopo il tramonto. Si era oramai rassegnato al fatto che neanche quella sera Hermione si sarebbe presentata quando, nuovamente, udì cigolare la porta della terrazza.
«Malfoy, se non te ne vai ti getto giù dalla palazzina» disse, piccato.
Ma quella volta non era Malfoy ad essere giunto sulla terrazza.«HA DETTO SÌ!» disse Ron, entusiasta e scarlatto in volto. «Ci sposiamo!» aggiunse Hermione, emozionata fino alle punte dei capelli ricci.
La sera stessa, i due novelli fidanzatini avevano convocato infatti la combriccola della Palazzina Augurey al pub irlandese sotto casa - lo Shame-rock - per annunciare loro la lieta notizia.
Le reazioni a quell'annuncio furono variegate.
«Ma è fantastico! Oh, ragazzi, come sono contento per voi!» disse Harry, con il cuore colmo di gioia. Lo sapeva dal primo anno a Hogwarts che quei due sarebbero finiti con lo sposarsi.
«Meraviglioso, splendido! Non vedo l'ora di organizzarvi tutto il matrimonio!» trillò Pansy, eccitata all'inverosimile.
«Per Salazar, che decisione incredibilmente stupida» si lagnò Draco, senza sforzarsi affatto di trattenere il proprio disappunto.
Harry e Hermione, nel corso degli anni, si erano abituati alle esternazioni poco convenzionali di Malfoy. Ron un po' meno.
«Prego?» domandò, sottecchi. Quantomeno ringraziò Merlino che non avesse attaccato un'altra sceneggiata tipo "ah, almeno mi hai dimenticato in fretta", sullo stile di quel pomeriggio.
«E cosa intendi per organizzare, tu?» si intromise Hermione, rivolta a Pansy. Quest'ultima, però, si era già alzata dal tavolo per recarsi al bancone del bar e ordinare da bere.
«Weasley, Granger... sul serio? Avete ventidue anni, non pensate che sia un tantino presto per sposarvi?» domandò retorico Draco. «Il mare è pieno di pesci!»
«Se i pesci sono tutti come te, allora preferisco rimanere legata alle mie scelte» replicò Hermione, senza cattiveria. Niente avrebbe potuto scalfire la felicità di quella serata, neanche le manifestazioni antisociali di Malfoy. Tuttalpiù che, lo sapeva, quel ragazzo era... particolare.
«Oh, ma non sto suggerendo di cambiare e prenderne in sposo un altro. Vita sociale!» esplose quindi di entusiasmo Draco, gesticolando in quel modo plateale che lo contraddistingueva. «Milioni di ragazzi e ragazze aspettano solo di essere portati a casa per una notte di straordinaria follia!»
«Di follia qui ce ne è tantissima, direi» si intromise Harry, divertito, spiluccando le arachidi dalla ciotola al tavolo.
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Augurey Building n.7 - A magic sitcom in Diagon Alley || 𝐷𝑟𝑎𝑟𝑟𝑦 ||
Fiksi PenggemarDue appartamenti, cinque inquilini, nuove e improbabili amicizie che metteranno in discussione le grandi leggi del Mondo Magico. Perché chi l'avrebbe detto che, quattro anni dopo la guerra, Grifondoro e Serpeverde si sarebbero trovati a stringere al...