Il matrimonio (epilogo)

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- AUGUREY BUILDING N.7 -

Capitolo 11 - Epilogo
Il matrimonio




I due giorni precedenti al matrimonio erano stati, per Harry, uno schiaffo in piena faccia. In quanto testimone dello sposo – insieme a George – era responsabile dell'organizzazione di molti dettagli dei quali avrebbe fatto volentieri a meno di pensare, dato lo stato d'animo.
Quantomeno era stato abbastanza facile tenere la mente impegnata e mantenere vivo il proposito di tenersi alla larga da Malfoy.
Dopo avergli voltato le spalle alla Calderoneria non aveva più avuto sue notizie per due giorni, ma non c'era stato attimo senza che la sua mente lo portasse con l'immagine di lui avvinghiato al corpo di quel tizio e a quanto gli avesse fatto male.
Ma ciò che gli aveva fatto più male era stato che Malfoy non avesse fatto lo stronzo! Se solo l'avesse trattato da schifo, avrebbe avuto un buon motivo per avercela con lui. Invece gli era corso dietro, si era interessato, si era mostrato preoccupato per lui e così facendo gli aveva dato pure delle false speranze che qualcosa, in fin dei conti, gli interessasse.
Però Harry non aveva voluto neanche saperlo. Era pericoloso, sapeva che Draco fosse una persona indipendente, che non amasse impegnarsi e che la sola idea di stare insieme a una persona lo mandasse in crisi e in ansia. Quindi Harry aveva deciso che era meglio chiuderla subito prima di soffrire troppo, prima di rovinare anche quel che rimaneva di un'amicizia lunga più di quattro anni e mezza vita trascorsa – volenti o nolenti – a contatto.

Forse, se solo fosse riuscito a dimenticarsi di ciò che provava per lui, presto le cose sarebbero tornate come prima. Sarebbero tornati amici e avrebbe sopportato di vederlo rimorchiare gente a caso nelle discoteche. Ma per farlo era necessario che smettessero di trombare in ogni angolo con espedienti di dubbia funzionalità. E, per quanto facesse male, non vedersi per un po'.
Peccato solo che di lì a due giorni fosse previsto il matrimonio di Ron e Hermione e si sarebbero visti inevitabilmente. Avrebbe dovuto stringere i denti e sopportare, far finta di niente ed evitare di turbare gli animi.
Non aveva detto niente a Ron e Hermione – anche se era convinto lo sospettassero – per non dare loro ulteriori pensieri. Quel trenta luglio sarebbe stato il loro grande giorno e non avrebbe voluto rovinarglielo con i suoi drammi esistenziali e pene d'amore. Amore.
Mai avrebbe pensato di associare il nome di Malfoy a tale concetto astratto ma, del resto, non si sarebbe neanche aspettato di diventare suo amico e vivere in simbiosi per più di quattro anni.
Tutto è mutevole, tutto si evolve e si trasforma. E, a tal proposito, Harry aveva decretato che il giorno dopo il matrimonio – il suo compleanno, per l'esattezza – l'avrebbe trasformato nell'inizio di un letargo.
Con Hermione e Ron in luna di miele in Giappone, avrebbe avuto l'appartamento tutto per sé. Per fare schifo per tutta la durata delle sue ferie estive e tentare di dimenticare di essersi innamorato di una persona che, seppur con tutto il bene, non avrebbe potuto corrisponderlo.
Era certo che anche Draco ne soffrisse, gliel'aveva letto negli occhi e lo conosceva. Ma separarsi era necessario per non trovarsi invischiati in qualcosa che non funziona.

«Miseriaccia!»
L'imprecazione di Ron lo fece tornare a galla.
«Hermione mi ucciderà. Credo di aver messo su peso e questo dannatissimo, dannatissimo panciotto mi stringeva, ho provato ad allargarlo con la magia, ma non sono bravo con questi incantesimi e ha cambiato colore sul davanti, ora sembro un pettirosso e Hermione mi ucciderà. L'ho già detto che Hermione mi ucciderà?»
«Ron, prendi un respiro e calmati. Pansy è una sarta, scommetto che sistemerà tutto con un colpo di bacchetta» fece spallucce Harry.
«È già al castello da stamattina all'alba insieme alla sposa» lo informò George, con le lacrime agli occhi per le troppe risate.
In effetti, pensò Harry, con quel panciotto rosso era pressoché ridicolo. Malfoy l'avrebbe preso in giro da lì alle nozze d'oro.
Ed ecco che si inabissava di nuovo nel suo brodo di autocommiserazione. Ogni singola cosa lo riportava lì, da quel maledetto bastardo che...
«Weasley, mi è parso di annusare dalla lontananza un crimine perpetrato al buon gusto estetico e, oh, per Salazar, si può sapere cosa hai combinato?!»
A parlar del Doxy spuntano le ali.
Harry quasi ingoiò la sua stessa lingua quando Draco entrò nella stanza, bello come il sole nel suo completo verde scuro. Verde. Per tornare al castello di Hogwarts aveva scelto il colore della sua casa.

Augurey Building n.7 - A magic sitcom in Diagon Alley  || 𝐷𝑟𝑎𝑟𝑟𝑦 ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora