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la parte peggiore del dover uscire con i suoi amici era dire a tsutako che usciva con i suoi amici.
tomioka non era abituato ad uscire con i suoi amici, anzi non lo era mai stato. ma di tanto in tanto, uscire dalla tana per interagire con altri esseri umani, sia che si tratti di una festa o semplicemente di incontri casuali, non era così male. la prima opzione era quella che ricorreva più spesso ed era la stessa che a tsutako dispiaceva di più. le feste significavano alcol e l'alcol significava guai, e lei odiava i guai.
per questo riferirle delle feste era...un qualcosa.
la sorprese in soggiorno, dopo che sabito se ne andò a casa sua per prepararsi, mentre mangiava spaghetti e guardava uno dei soliti programmi televisivi. fortunatamente, lo stronzo del suo ragazzo non era presente, quindi poteva parlarle senza che quell'idiota lo guardasse come una specie di mostro, sbuffando ironicamente a qualunque singola parola o mossa che facesse; tomioka lo odiava seriamente così tanto, che attendeva con impazienza il giorno in cui sua sorella lo avrebbe scaricato, così che lui e sua sorella sarebbero stati liberi dal suo comportamento tossico e violento.
una volta entrato in soggiorno, si schiarì la gola per richiamare la sua attenzione. lei sollevò leggermente lo sguardo, quasi soffocando sui suoi noodles.
"giyuu," sussurrò, guardandolo con la mano sul petto. "non farlo più."
"scusa," rispose lui, avvicinandosi a lei. si spostò di lato per dargli spazio per sedersi con lei sul divano, anche se lo spazio ce n'era a sufficienza.
"qualcosa non va?" chiese tsutako, posando la sua ciotola e dedicandogli tutta la sua attenzione
giyuu scosse la testa. "no, no, è solo..." fece una pausa, mordendosi esitante le labbra e poi guardandola di nuovo, e con le sopracciglia inarcate lo incoraggiò a procedere. "oggi c'è una festa. a casa di uzui-san. kochou mi ha detto di andare, dato che è trascorso del tempo dall'ultima volta che li ho visti."
l'arco delle sopracciglia di tsutako aumentò ancora di più. "una festa," disse, più a sé stessa che a suo fratello, poi fece una pausa. "da tengen."
"si," annuì giyuu. "andrà anche sabito, quindi non devi preoccuparti per me."
"chi altro ci va?"
"kochou ha detto che stiamo riunendo la squadra," rispose giyuu, citando con le dita come fece sabito quando glielo domandò. "in pratica, tutti."
"l'intera squadra del disastro al completo?" tsutako ripeté incredula e con la bocca semiaperta. >"si, poco ma sicuro."
"ma va tutto bene," la rassicurò giyuu, anche se la sua voce non sembrava affatto rassicurante. "puoi fidarti."
"giyuu," disse tsutako, con le mani sui fianchi e le sopracciglia alzate. "quante volte abbiamo dovuto salvare sanemi l'anno scorso?"
tomioka si bloccò un attimo a pensare, confuso dal cambio improvviso dell'argomento. "nove."
tsutako si accigliò, "e quante volte abbiamo dovuto salvare kyojurou l'anno scorso invece?"
"dodici...?"
"quattordici," lo corresse lei. "ora, quante volte sono sfuggiti all'arresto perché qualcuno li ha salvati prima che ciò accadesse?"
"uh," tomioka sbatté le palpebre. "io non sono s-"
"trentasette, giyuu!" rispose alla sua stessa domanda lei, non dandogli il tempo di pensarci. "e se aggiungi tengen alla lista, allora ci sono altre undici volte in cui abbiamo dovuto salvare uno di loro. come ti aspetti che mi fidi di loro?"
"uhm, sabito non è mai stato arrestato," tentò di ribattere giyuu, alzando le sopracciglia verso la sorella. "e nemmeno ci è andata vicino."
tsutako chiuse la bocca, l'aprì e si richiuse di nuovo, serrando la mascella, senza sapere cosa dire.
"è diverso," finì per rispondere, suonando stranamente attenta con le sue parole. "è...diverso..."
"non ti fidi di sabito?"
"certo che mi fido di sabito," rispose tsutako, passandosi le dita tra i capelli. "è solo...diverso. l'intera situazione con sabito era diversa. ma non t'impedirò di uscire con i tuoi amici, non importa quanto mi preoccupi per te," sospirò. "solo...stai attento, okay? non bere e non guidare. se bevi, resta da tengen e torna il mattino, per favore. non voglio-" s'interruppe prima di finire la frase, mordendosi il labbro per tenere la bocca chiusa, ma tomioka sapeva comunque cosa avrebbe detto.
"non vuoi che finisca in un altro incidente d'auto," terminò lui il suo discorso, con attenzione, osservando il modo in cui gli occhi di lei si riempivano velocemente di lacrime e le labbra tremavano. "non preoccuparti, sabito non beve. guiderà lui."
"è solo che...non voglio perderti," ammise tsutako, strappandosi una lacrima dal viso con la manica della felpa. "non anche te."
c'era un motivo per cui tsutako non amava le feste o l'alcol in generale.
otto anni fa, la loro madre morì in un incidente d'auto dopo una festa e giyuu era in macchina con lei. è un miracolo che sia ancora vivo dopo quell'incidente, considerando tutte le sue ferite e il coma di sei mesi in cui era caduto, e sebbene l'incidente non sia avvenuto perché fosse ubriaca, traumatizzò tsutako al punto che lei non riuscì più a guidare la notte e bere una sola goccia di alcol, temendo che la situazione si ripetesse. lasciando tomioka tutto solo in questo mondo.
dopo l'incidente, tomioka non fu mai più in grado di verbalizzare i suoi sentimenti.
"mi dispiace," implorò, tirando su col naso. "puoi andare, giyuu. stai attento, per favore. e prenditi cura anche di sanemi, nel caso decida di guidare ubriaco."
"lo farò," promise tomioka. "starai bene?"
"si, si," disse lei. "ryoichi ha detto che voleva parlarmi, quindi non sarò d sola."
"l'impressione impassibile di tomioka si trasformò rapidamente in una di dispiacere, alla menzione dello stronzo-di-un-fidanzato. "stai ancora con quello?"
"si è scusato per la scorsa notte e ha chiesto un'altra possibilità," spiegò. "quindi gliela sto dando."
"ti tratta come una merda."
"ha detto che sarebbe cambiato."
"e gli hai creduto?"
"giyuu," disse tsutako, inarcando di nuovo le sopracciglia in modo di rimproverò. "starò bene. parli di lui come se mi picchiasse o qualcosa del genere, quanto tutto quella che fa è urlare. ryoichi non ha mai alzato un dito contro di me."
"ma quanto tempo ci vorrò prima che lo faccia?"
tsutako chiuse la bocca, rimanendo in silenzio. tomioka la fissò con disapprovazione prima di alzarsi.
"ti senti così viola per me," disse, girandosi sui talloni verso le scale. si fermò al primo scalino, ma non si voltò. "che ti dimentichi di sentirti viola per te."
sentì tsutako sussultare, ma non la guardò. detto questo, salì le scale fino alla sua stanza in modo da potersi preparare per la festa.
dopo essere entrato nella sua stanza e aver chiuso la porta dietro di sé, trovò sabito seduto sul letto, che lo fissava senza dire una parola.
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i cieli sono blu come noi.
Фанфикsabito x giyuu in un mondo in sfumature di grigio, tomioka è blu e sabito è pesca, il solo colore che riesce a distinguere ─ oppure, dove tomioka riesce ad esprimere i suoi sentimenti tramite i colori e sabito è il solo in grado di capirlo. ─ 𝘪𝘯...