// ᴘᴀʀᴛᴇ sᴇᴄᴏɴᴅᴀ

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finirono per andare in un parchetto vicino casa di tomioka, ormai vuoto a causa dell'ora tarda e del freddo

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finirono per andare in un parchetto vicino casa di tomioka,
ormai vuoto a causa dell'ora tarda e del freddo.

seduti uno di fianco all'altro sulle altalene, e guardando la neve trasformare lentamente il paesaggio bianco, la mano di sabito stringeva appena la sua mentre ondeggiavano.

lontano da casa sua e dalle loro urla turbolente, della sorella e del suo ragazzo, giyuu aveva modo di respirare adeguatamente.

«meglio?» chiese sabito, mentre ondeggiavano abbastanza piano in modo tale che fosse certo di raggiungere le dita di giyuu per tenergli la mano. quest'ultimo lo fissò per un istante prima di guardare il cielo, osservando i fiocchi di neve cadere giù.

«si,» rispose. «un po'.»

«come ti senti in questo momento?»

tomioka si accigliò, cercando di dare un nome ai suoi sentimenti attuali. «non più nero. ma, viola-rosa-blu.»

«va bene,» disse solo sabito, distogliendo, finalmente, lo sguardo dal viso di tomioka per guardare anche lui il cielo. «l'ansia è proprio stronza.»

«uh-huh,» concordò tomioka, usando le gambe per aumentare la velocità dell'altalena. «ma sono ancora...viola, per causa sua.»

«lo so.» disse l'altro. «è una reazione più che naturale. è tua sorella, dopotutto. sarebbe strano se non ti fossi preoccupato per lei.»

«è solo...mi fa solo...» tomioka grugnì, afferrando saldamente le catene del dondolo, cercando la parola adatta per descrivere ciò che stava provando. non gli venne in mente nessuna parola, solo un colore. «così rosso. rosso scuro. mi rende così fottutamente rosso.»

«ti prometto che non durerà a lungo, giyuu.» affermò sabito, rallentando per afferrare la macchina di tomioka. «è solo questione di tempo prima che lui se ne vada e lei sia libera, vedrai. tsukako-san è intelligente, non permetterà a se stessa di trovarsi in questa situazione per troppo tempo.» fece una pausa, stringendo la sua mano per richiamare la sua attenzione. «non permetterà ad entrambi di rimanere in questa situazione per troppo tempo.»

tomioka fissò sabito in silenzio prima di sospirare ed abbassare lo sguardo sui suoi piedi, ora coperti da un sottile strato di neve.

il vento era abbastanza freddo da farlo rabbrividire, anche se addosso aveva un pesante impermeabile e degli abiti invernali; sabito, a sua volta, non sembrava affatto infastidito dalla bassa temperatura, vestito solo con la sua vecchia giacca di pelle, una sciarpa blu navy e guanti senza dita. non tremava nemmeno quando il vento gli colpiva la pelle.

tomioka temeva che sarebbe stato lui a prendere il raffreddore.

rimasero al parco fino a quando la neve non fu abbastanza spessa da ricoprire il terreno e loro non iniziarono a sentirsi troppo scoperti per restare, decidendo quindi di tornare a casa di tomioka.

a giudicare dall'ora, il fidanzato di tsukako probabilmente se n'era andato da tempo e lei doveva star piangendo in silenzio nella sua stanza o nel soggiorno, mangiando gelato e guardando commedie romantiche per cercare di rallegrarsi un po', desiderando che il fratello non la sentisse.

sabito si assicurò di guidare con una lentezza indescrivibile, permettendo a giyuu di prepararsi prima di tornare, o per cambiare a metà strada idea ed andare quindi nell'abitazione di sabito.

una musica bassa riempiva il confortevole silenzio all'interno della vettura mentre il rosa guidava con cautela tra le strade vuote.

presso la casa di giyuu, luci spente e in silenzio, sabito spense la macchina e si mosse per guardare tomioka seduto, senza proferire parola, sul sedile del passeggero che guardando verso casa sua.

«vuoi venire da me? sono sicuro che al vecchio non dispiacerebbe.» suggerì sabito, appoggiando una mano sulla coscia di tomioka. il medesimo lo guardò di traverso e spostò la propria mano sulla gemella, stringendola. lui non accettò. «ne sei sicuro?»

«mmh.»

«va bene, allora.» annuì sabito, poi sorrise. «di', giyuu. hai da andare da qualche parte domani?»

«kochou.»

il sorriso di sabito vacillò, «ah.» disse. «hai una visita?»

«mmh,» ripeté tomioka. «solita visita di routine.»

«vuoi che ti accompagni lì?»

«sarebbe carino, si,» annuì il nero, facendo tornare il sorriso sul viso di sabito.

«bene,» disse il ragazzo dai capelli color pesca. «allora abbiamo un appuntamento.»

«non è un appuntamento. ma una visita medica.»

«è assolutamente un appuntamento.»

«non è un appuntamento, sabito.» borbottò tomioka, grattandosi gli occhi in modo da coprire il rossore sulle guance.

sabito non ne era convinto, inarcò un sopracciglio. «e se ti portassi a pranzo, dopo la visita?»

tomioka lo guardò tra le dita per un momento, riflettendo, prima di borbottare e sussurrare: «allora, in tal caso, sarebbe un appuntamento.»

«va bene, quindi, abbiamo un appuntamento.» dichiarò sabito, sorridendo con orgoglio, facendo ridere altrettanto tomioka. dopo che la risatina si spense, caddero nel confortevole silenzio, fissandosi con timidi sorrisi. sabito si sporse ad incorniciare il viso di tomioka e lo baciò dolcemente sulle labbra, abbastanza gentilmente, da fargli sentire a malapena il contatto con le sue labbra screpolate.

abbastanza leggero da passare inosservato, ma abbastanza lungo da farlo rimanere senza fiato.

tomioka sorrise contro le labbra dell'altro, mordendo un sorriso. «smettila di farmi sentire pesca.»

sabito rise. «ti amo anche io.»

anche il corvino ridacchio,
e, proprio quando stava sporsi per un altro bacio; il telefono suonò.

i cieli sono blu come noi.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora