3° capitolo

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Pochi minuti dopo l'uomo, per spezzare il silenzio, aprì la conversazione con fare scherzoso "senti ragazzina, non prendertela ma vorrei capire chi ho portato in macchina con me, se ho portato una probabile serial killer, un orfanella bugiarda, una fuggitiva, una potenziale arma di distruzione della razza umana" non puoi sapere quanto la tua ultima ipotesi sia vicina a quella che sono "già io invece vorrei sapere con chi sono salita in macchina" rispose invece Aura di getto sentendosi attaccata "io credo tu lo sappia già" le disse l'uomo guardandola intensamente. Poi l'uomo si girò e fece cenno verso la sua famiglia che dormiva nei sedili posteriori. Aura tirò un sospiro di sollievo "sono un padre preoccupato per la sua famiglia" Aura si voltò a guardarli

dormono così beatamente, sembrano così sereni.

Sentì d'improvviso un moto di gelosia. Poi, avendo distolto lo sguardo, scorse una specie di equipaggiamento militare nel bagagliaio troppo scuro per riconoscerlo.

"che lavoro fai?" gli chiese incuriosita 
"oh, hai visto l'attrezzatura. Sono istruttore di tiro con l'arco"
"e ti porti tutta l'attrezzatura ogni volta che ti sposti?"
"senti ragazzina, quello che dovrebbe fare il terzo grado fino a prova contraria sono io. Non so ancora come ti chiami, dove pensi di andare..."
Così lo bloccò subito "hai ragione. Scusami. Tu sei stato davvero molto gentile a prendermi con te, non ti era dovuto, non ci avresti guadagnato niente eppure l'hai fatto lo stesso, perché?"
"sai ragazzina a volte quando ti senti di fare una cosa la fai e basta, non importa se non ne trai niente in cambio. La fai soprattutto se sai che quella è la cosa giusta da fare."
"se al mondo ci fossero più persone che la pensino così..."
"vivremmo nel mondo delle favole. Ho passato così tanto tempo a contatto con gli uomini che ormai ho capito qual è la loro natura. E non può essere se non questa che stiamo vivendo noi. L'uomo non può cambiare. Certo ci saranno sempre delle persone, poche persone, buone, ma non ti aspettare mai niente di buono dall'uomo. Così non ne rimani delusa."

Aura rimase in silenzio qualche secondo "comunque mi chiamo Aura Frost"
"Frost? Frost come Jack Frost?"
"mh suppongo di sì, chi è un tuo amico?"

L'uomo rise di gusto e poi le rispose "se fosse mio amico non mi stupirei più neanche io, ma no. Jack Frost è un personaggio di una tradizione folcloristica nord europea che lo collega al Natale" continuava a ridere sotto i baffi
"perché ti fa tanto ridere che io non lo conosca?"
"beh perché quale bambino non lo conosce, ci hanno fatto anche il cartone animato. I tuoi non te ne hanno mai parlato?"

La ragazza distolse lo sguardo dall'uomo e guardò fuori dal finestrino persa nel ricordo dei pochi bei momenti in cui sua madre le aveva fatto da madre "in realtà il rapporto che avevo con mia madre era molto particolare. Lei mi teneva sempre allenata, era una di quelle persone convinte del fatto che la difesa personale fosse molto importante e lo studio aiutava sempre nella vita."
"mh sembra una donna che sa il fatto suo. E anche una donna abbastanza intelligente."
"forse troppo a volte -rimasero in silenzio per qualche minuto- non credo di aver avuto un'infanzia normale a pensarci"
"perché alzava le mani?"
"no no, certo che no. Solo che avendomi insegnato il valore del fallimento e della vittoria credo che mi facesse pesare il suo disappunto nei miei confronti, quasi come se fosse un pesante schiaffo in faccia."

Lui rimase in silenzio per un po' poi chiese "e tuo padre?"
"mio padre lo sto cercando"
"quindi non è morto"
"lui non c'è mai stato nella mia vita, non l'ho mai conosciuto, non so che aspetto abbia, che persona sia, se si sia fatto una vita. So solo che le ultime volontà di mia madre erano quelle di trovare Tony Stark per mettermi al sicuro."
"come hai detto scusa?"
"trovare mio padre per mettermi al sicuro?"
"sì sì il nome di tuo padre. Non, non credo di averlo capito bene"
"oh, Tony Stark". L'uomo sterzò immediatamente verso il primo autogrill, chiuso per sua fortuna, così forte che la famiglia dietro si svegliò "tesoro che succede"
"papà, chi è la ragazza in macchina?"
"voi rimanete in macchina e non uscite per nessun motivo. Tu esci con me adesso" Aura uscì immediatamente. Non aveva paura, sapeva come proteggersi, ma era confusa.

"Tnsk, Frost, c'era da aspettarselo , non ho mai sentito nessuno chiamarsi Frost. Te lo richiederò solo una volta. Se non mi dici la verità lo scoprirò da solo. Chi sei."
"Ma che ti prende, te l'ho già detto: mi chiamo Aura Frost."
"bene, questa è la parte che mi piace di più: scoprire le cose da solo." Avendo detto ciò tirò fuori dalla giacca una matita e la lanciò a tutta velocità in direzione del suo collo, Aura riuscì a bloccarla con la forza della mente e con un cenno della mano la disintegrò. 
"lo sapevo. Chi sei? Dimmelo!" l'uomo si mostrava sicuro di sé ma aveva paura, paura per la sua famiglia.
"perché l'hai fatto? Potevi uccidermi" le chiese Aura che ancora non capiva cosa fosse preso a quell'uomo
"sapevo che non l'avrei fatto ragazzina. Non sei la prima persona con poteri sovrannaturali che incontro in questo mondo"
"stai dicendo che ci sono altri come me?" le chiese speranzosa 
"beh non proprio, c'è chi governa i fulmini, chi ha la super forza, chi controlla gli oggetti. Ma proprio oggi io e la mia squadra abbiamo incontrato una persona con le tue stesse capacità e guarda un po', fa parte dei cattivi."
Disse per poi avvicinarsi verso la macchina. Così intuendo la volontà dell'uomo, Aura estrasse dal bagagliaio l'attrezzatura prima che potesse raggiungerla lui, poi, con un cenno della mano, chiuse dentro la macchina la famiglia con l'unico intento di tenerla fuori dallo scontro.

"cercavi questi?" disse facendo alzare in aria un arco, delle frecce e una cintura ricoperta di armi da taglio di media stazza. "istruttore di tiro con l'arco avevi detto." Lui la squadrò. Sapeva di non poterla battere e tutto il necessario per chiamare i rinforzi si trovava in macchina.
"facciamo che adesso te la faccio io una domanda e se non rispondi sinceramente ... beh la tua famiglia è nelle mie mani. Immagina cosa posso farci" non aveva realmente intenzione di uccidere degli innocenti ma grazie all'allenamento con la madre sapeva come contrattare in certe situazioni facendo leva su qualcosa che amava l'uomo al fine di raccogliere qualche informazione vera
"senti ragazzina, il tuo problema è con me, lascia fuori la mia famiglia."
"ah-ah risposta sbagliata. Ma sono buona ti do un altro tentativo. Ti suggerisco di rispondere correttamente, riesco a capire se la gente mente solo guardandola"
"va bene ragazzina. Sono Clint Barton. Ma di solito in queste situazioni mi chiamano occhio di falco."

Siete troppo intelligenti per me. Ho il sentore che avete indovinato di chi si trattava molto prima che rivelasse la sua identità. Fatemi sapere quando, commentando quella parte!

altri capitoli arriveranno presto. prestissimo! :))

Un X-Man negli Avengers || Avengers Age of UltronDove le storie prendono vita. Scoprilo ora