2° capitolo

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Un mormorio lontano la svegliò. Man mano che riacquistava tutti i sensi il mormorio diventava pian piano sempre più assordante, finché non mise completamente a fuoco. Ciò che vide la confuse abbastanza da dover chiudere e riaprire gli occhi ripetutamente: alcune persone un po' più distanti da lei che borbottavano tra loro, guardavano da lontano qualcosa. Ma non guardavano una cosa qualsiasi, guardavano lei. Nonostante il tornado fosse stato un atto suicida, invece di scagliarlesi contro, le era precipitato attorno creando la voragine nel terreno dove lei risiedeva inerme.

Attorno alla voragine vi erano poche persone, all'incirca tre famiglie. Decise allora di optare per cambiare la memoria a coloro che si trovavano nelle vicinanze. Così mise in atto la prima idea che le venne in mente.

"Aiuto! Per favore aiutatemi!" speriamo che gli uomini qui siano ingenui come nel mio mondo. 

"Ferma lì, stiamo chiamando rinforzi!" disse un uomo dalla maglietta blu.

"No davvero non c'è bisogno, basta che mi tenda la mano, guardi ora provo a salire" e come aveva predetto la folla si avvicinò. Provò a scalare per qualche metro, poi finse di scivolare, in modo da attirare a sé più gente.

"tutto bene?" "Tesoro tranquilla ti tireranno subito fuori!" gridò qualcuno in lontananza dalla folla. Stanno già chiamando altre persone, devo agire ora o mai più.

"No non va bene!" volò immediatamente sulla folla. La gente impaurita iniziava a gridare e a scappare e per trattenerli nel posto sollevò dal terreno radici alte fino a creare una cupola. Erano in trappola.

"Ti prego non farci del male. Ci sono i nostri bambini!"

"Non c'è alcun bisogno che io vi faccia del male. Ho solo bisogno che dimentichiate questo momento. Sono arrivata in un mondo in cui dovevo farmi una nuova vita e sono già stata scoperta. Non va bene... Tu, maglietta blu." Si girò lentamente l'uomo che poco prima aveva cercato di rassicurarla, stringeva a sé due bimbe identiche, due gemelle, che stavano piangendo ininterrottamente come la maggior parte dei bambini e degli adulti sotto la cupola. Come è facile per loro piangere, nel mio mondo il pianto era simbolo di debolezza.

"Chi hai chiamato prima?"

"Ho chiama- chiamato, ho chiamato i vigili de-de-del fuoco"

"Cosa gli hai detto" "Non faccia del male alle mie figlie vi prego, sono innocenti, sono delle bimb-"

"Basta mi hai stancato, non volevo farlo senza il tuo permesso ma se proprio devo" e così dicendo iniziò a insinuarsi nella sua testa. È un uomo buono, fa il poliziotto, ma ha problemi con l'ira. Però non ha ancora fatto del male a nessuno... per ora "Ti ho insegnato a controllare te stessa" mamma... Ritrovata la concentrazione si focalizzò sul ricordo della telefonata.

"C'è una voragine enorme nel bosco attorno a pomme de la terre lake" questo nome lo riconosco, era il nome di una località del mio mondo, io e mia madre ci andavamo per passare delle notti più tranquille al riparo da tutti e da tutto. Pensò Aura "ed una ragazza è stesa senza sensi al centr- ah no ecco che si è svegliata. Ferma lì stiamo chiamando rinforzi!" "la ragazza sta bene allora?" "Si, si è svegliata, sta venendo verso di noi ma le è impossibile risalire la voragine, è troppo ripida." "perfetto da qui ci pensiamo noi, aspettateci insieme alla ragazza, arriveremo il più presto possibile".

La premura di quest'uomo potrebbe costarmi la reputazione qui. Attorno a lei c'erano all'incirca tre famiglie qualche ragazzo in tuta da ginnastica... Poi le venne un'idea. Gli occhi diventarono rossi fuoco ed una scia dello stesso colore dei suoi occhi iniziò a collegare tutte le persone che si trovavano all'interno della cupola.

***

Finito con quelle persone sparì nel bosco, con l'intenzione di arrivare al lago più vicino per recuperare le energie perse. Dopo pochi minuti di cammino il bosco si interrompeva e si scorgeva una luce. Aura iniziò a correre con le poche forze che le rimanevano ritrovandosi a ridosso del lago. Quel lago. Identico a quello del suo mondo.

Inizia a balenarmi l'idea di trovarmi nel Missouri di un universo parallelo, anche se l'idea mi sembra così... inspiegabile.

Controllò che non ci fosse nessuno attorno al lago con i suoi poteri. Dopo essersi accertata che fosse sola si tolse i vestiti e si immerse in acqua nella speranza di uscirne con le idee più chiare. Aura amava stare sott'acqua, anche se preferiva l'oceano: più grande, più pulito; ma in ogni caso sott'acqua, pochi secondi prima di annegare riusciva a scoprire poteri nuovi, mentre una forza interna incontrollata la riportava in superficie e le faceva riacquistare energia.

È in acqua, quando non ho il controllo di me stessa, che scopro il mio vero potenziale.

Sott'acqua intravide un piccolo vortice. Nei laghi si è soliti trovarli e sono anche molto pericolosi. Avendo deciso di provare fino a che punto poteva resistere senza energie, allungò la mano con l'intento di avvicinarlo a sé. Mentre il vortice si avvicinava trascinava con sé tutto ciò che gli stava attorno, finché una volta entrata nel mulinello, invece di venirne risucchiata, il mulinello si dissolse dentro di lei potenziandola. Poi prima di esalare l'ultimo respiro una forza tanto esterna quanto interna la riportò in superficie. Dopo esser rimasta a contemplare il silenzio della natura attorno al lago ed essersi asciugata si rivestì e si diresse verso la strada più vicina. Usò poi i suoi poteri per creare l'illusione di avere dei vestiti decenti addosso.

Lunghe ore di attesa dopo, in cui Aura risaliva l'autostrada con il braccio rivolto verso la strada, che quasi si staccava per chiedere l'autostop, un uomo di mezza età accostò la macchina e abbassò il finestrino "ehi ragazzina è pericoloso stare qui da sola in'autostrada, i tuoi genitori dove sono?" Aura si irrigidì istintivamente e serrò la mascella. "non ci sono più" gli disse con estrema franchezza guardandolo fisso negli occhi. Erano azzurri e seriamente preoccupati. Per quanto tentasse di rimanere imperturbabile quelle parole le facevano molto male. E non era l'unica ad essersene accorta. L'uomo infatti vedendo lo sforzo di serietà della ragazza continuò. "mi dispiace, non lo sapevo. I servizi sociali non ti hanno preso in custodia?" "sono scappata prima" mentì immediatamente. "beh mi sembra logico data la tua situazione attuale..." l'uomo si girò dietro per vedere se ci fossero posti liberi in macchina, ma la ragazza per non avere sorprese decise di entrare nella sua testa e dalla sua vista vide una bambina piccola, una donna incinta che dormiva abbracciata al seggiolino e un altro ragazzo probabilmente di 8 anni. "non vorrei dare problemi, grazie mille per essersi preoccupato di me, posso continuare da sola" mentì ancora. Non aveva ancora l'energia necessaria per volare e non avendo messo ancora niente sotto i denti sarebbe stato molto difficile riacquistare le energie necessarie.

"no dai, ragazzina, entra in macchina, non me la sento di lasciarti qui da sola". Speravo lo dicesse in fondo.

Un X-Man negli Avengers || Avengers Age of UltronDove le storie prendono vita. Scoprilo ora