Arrivati all'ingresso Thor esordì "cos'è questo posto?"
"una casa sicura" fece eco Tony
"Speriamo" rispose Clint."Tesoro? Sono io." Disse ed uscì Laura dalla cucina, sbalordita del rientro improvviso di suo marito
"Amici. Scusa, non ti ho avvertito."
Ma a Laura non interessava, non le capitava spesso di vedere il marito un giorno ogni due e tutto quello che voleva era ritornare tra le sue braccia.
"ciao" gli disse con una vocina flebile e felice, baciandolo.
"Sarà un agente speciale" disse Tony
"signori, lei è Laura."
I ragazzi erano davvero tutti perplessi, non sapevano cosa pensare, ad eccezione di Natasha che invece sorrideva.
"Conosco tutti i vostri nomi" disse Laura e Tony spavaldamente si apprestò ad alzare la mano in segno di saluto. Poi si iniziarono a sentire rumori dal piano di sopra.
"oh eccoli" disse Clint"papà!" disse la stessa bambina che poco tempo prima era stata l'unica a dare fiducia ad Aura stringendoci una promessa. Poi arrivò anche il bambino più grande ad abbracciarlo
"ciao tesoro! - disse prendendo in braccio la bambina- ehi campione! Come state eh?"
Ora erano davvero tutti perplessi. Ad Aura scappò una risata che fu intercettata da Steve ancora più confuso di prima.
"Loro... sono agenti più piccoli" disse Tony
"Hai portato zia Nat?" chiese la bimba
"Perché non l'abbracci e lo scopri da sola?" disse Nat prendendo al volo la bambina.
"Scusate l'intrusione..." disse Steve evidentemente a disagio. "...avremmo avvisato ma eravamo occupati a non avere idea della vostra esistenza" continuo Tony
"sì Fury pianificò tutto quando mi sono unito a voi. Non è nei file dello S.H.I.E.L.D. vorrei che rimanesse segreto. Sarà un buon posto per rimanere nell'ombra." Intanto Laura prende Nat, poi Nat le tocca la pancia
"come sta la piccola Natasha?"
"in realtà... è Natheniel" il sorriso dal volto di Nat si scurì immediatamente, poi per gioco si avvicinò al pancione di Laura e disse"Traditore"
intanto Thor per sbaglio aveva distrutto un giocattolo dei bambini, Steve se n'era accorto e si era girato a guardarlo, si erano poi scambiati uno sguardo d'intesa e Thor aveva allontanato con il piede i giocattoli schiacciati.
La bambina si avvicinò ad Aura le fece di nuovo segno di abbassarsi come la prima volta e l'abbracciò forte. Lei rimase per un momento paralizzata, poi vide Clint che la guardò perplesso, allora cinse le sue braccia attorno a quelle della bambina che la strinse ancora più forte. Poi si staccò e urlò
"me l'hai riportato! Hai mantenuta la promessa!"
Clint e Laura guardavano la scena, Laura sorrideva sinceramente sapendo cosa aveva fatto promettere la bambina, Clint invece stava cercando di capire
"come potrei non mantenere una promessa fatta da una così bella bambina" disse Aura trasportata dall'aria serena di famiglia. La bambina la abbracciò di nuovo e le sussurrò all'orecchio
"io lo sapevo che eri buona."
E scappò via. Aura rimase interdetta, poi sorrise.
"Te la cavi bene con i bambini" disse Steve
"no assolutamente, non è il mio campo. È lei che è speciale." Disse Aura alzandosi e guardando la bambina andare verso Thor. Poco dopo Thor uscì di casa senza dire niente e Steve lo seguì immediatamente. "Thor?"
"Ho visto qualcosa in quel sogno. Mi servono risposte. Non le troverò qui."
Steve lo guardò intensamente, poi Thor agitò il martello e si alzò in aria. Lasciandolo da solo sull'uscio della porta con i suoi pensieri.
Aura era nuova a quel quadro familiare, a tutto quell'amore familiare che lei non aveva mai avuto. E nonostante sua madre fosse stata difficile ed estremamente dura con lei era pur sempre sua madre: l'unica persona che alla fine del giorno la amava più di chiunque altro al mondo, tanto da dare la vita per lei.
Le mancava.
Le mancava tanto e non aveva ancora metabolizzato che sua madre se n'era andata, che non l'avrebbe più rivista, che non avrebbe più sentito il suono della sua voce, che non avrebbe mai più potuto sentire il suo profumo, che non ci sarebbe più stata... che se n'era andata. Semplicemente non esisteva più. Aura iniziò a respirare profondamente, stava inziando a perdere la testa.
Clint le si avvicinò "ehi ragazzina, tutto bene? So che questo può sembrare molto... travolgente-"
"no, non preoccuparti, sto bene. Sto benissimo. Hai fatto una cosa stupenda oggi, stai mettendo a rischio la tua famiglia ospitandoci... - lo guardò con fare orgoglioso da perfetta bugiarda- Ma ovviamente mi diresti che è la cosa giusta da fare. No?"
Aura abbozzò un sorriso credibile. Era una spia sapeva come mentire. Clint le diede una pacca sulla spalla, allora Aura, sempre con quel sorriso sul viso si diresse normalmente verso l'entrata.
Ma si fermò di colpo quando vide Steve che sostava sulla porta in silenzio guardando il cielo. Quando si girò vide Aura "oh, ehm, non stavo origliando. Devo solo, si, ehm... Penso che mi farò una passeggiata" disse alla fine risoluta, abbozzando lo stesso sorriso che aveva prima rifilato a Clint.
Steve la guardò interdetto per qualche secondo mentre si avviava verso la foresta.
"È una brava agente. Una bravissima agente, sua madre l'ha allenata bene, non c'è che dire. Potrà aver ingannato tutti con quel sorriso genuino ma il suo problema è che non può ingannare me. Senti Steve non voglio lasciare adesso la mia famiglia, non so quanto tempo resterò qui e quando-"
" tranquillo ho capito. Ci sarei andato comunque. "
Appena Aura era entrata nel bosco aveva iniziato a correre. Correva senza una meta precisa. Sentiva il bisogno di scappare dai suoi sentimenti e lo stava facendo letteralmente. Ma più correva e più ricordava. Più correva e più le mancava l'aria. Ad un certo punto dovette fermarsi. Si appoggiò ad un albero per respirare, ma non ci riusciva. Le sue mani iniziavano a tremare e le sue gambe non reggevano più. Stava avendo un attacco di panico. Non riusciva a controllarsi. Lacrime non autorizzate iniziarono a rigarle il viso. La terra iniziò a tremare, il vento iniziò ad essere sempre più forte e freddo. Era così quindi che ci si sentiva quando ci si rendeva conto di aver perso una persona tanto importante?
"Aura?" chiamò Steve appena la raggiunse
"Aura... Stai piangendo"
"no idiota... Non sto piangendo non vedi che sta piovendo?"
"ma non sta piovendo" "appunto!"
"Aura perché continui a respingerci tutti. Sono qui per aiutarti."
"non ho biosgno di aiuto. Me la posso sbrigare da sol-" ma le parole le morirono in bocca. Iniziò a respirare affannosamente, le gambe cedettero in tutto e lei cadde a terra. Steve la raggiunse immediatamente, si posizionò davnati a lei e capí che stava avendo un attacco di panico
"Aura ascoltami. Voglio che tu mi ascolti attentamente. Ascolta la mia voce, concentrati sul tono della mia voce. Ascoltala. Come ti sembra." disse Steve avvicinandosi ad Aura, cercando in qualche modo di distrarla.
"È noiosamente statica. E profonda. E rigida. E... " Aura iniziò pian piano a respirare.
"Esatto respira profondamente e concentrati sulla mia voce" disse Steve ispirando ed espirando lentamente.
Aura lo guardò negli occhi. Quegli occhi azzurri, ghiacciati. Ghiacciati... come quelli di sua madre.
Il vento riprese la sua corsa violenta. Ma prima che anche la terra ricominciasse a tremare Steve la baciò istintivamente.In quello stesso istante tutto si calmó e tornò alla normalità. Aura percepiva farfalle allo stomaco che iniziavano ad espandersi in tutto il corpo. Steve d'altro canto si sentiva attratto da quella ragazza e quel bacio gliel'aveva solo riconfermato.
Quando si staccarono Aura non sapeva che fare. Non capiva perché provava quelle sensazioni con lui. Ma sapeva di esserne attratta. Così gli si buttò addosso e lo baciò di nuovo. Questa volta era vero. Steve rimase interdetto per un momento, poi ricambiò il bacio, prese Aura per le natiche e la sollevò sbattendola contro un albero.
La situazione stava diventando per Aura ancora più eccitante. Steve non perse tempo e approfondí il bacio, Aura lo lasciò fare. Le piaceva quella sensazione. Non l'aveva provata neanche con il suo primo ragazzo. Ogni tocco, ogni suo bacio era fuoco sulla sua pelle. Steve continuava ad esplorare il corpo di Aura muovendo lentamente le sue mani dalle sue cosce alla sua schiena e baciandole prima le labbra, poi il collo, scendendo per le sue spalle e ritornando sulle sue labbra. Steve spinse ancora Aura contro l'albero premendo tra l'incavo delle sue gambe aggrappate alla sua vita. Aura poteva sentire la sua erezione diventare sempre più forte e sempre più presente e voleva di più.
Ma quando entrambi si guardarono negli occhi ci fu un momento di incertezza che interruppe la magia. Si staccarono immediatamente, entrambi con il fiatone e Steve ancora con l'erezione.
"Che cos'era..." gli chiese Aura cercando di ricomporsi
"Lo chiedi a me? Sei tu quella che mi ha baciato"
"Sì perché tu mi hai baciato per primo"
"Stavo cercando di aiutarti facendoti pensare ad altro che non fosse l'attacco di panico"
"Beh nessuno ha chiesto il tuo aiuto. Potevo benissimo cavarmela da sola."
"Si certo, così tanto autonoma che se non avessi avuto lo scrupolo non ti avremmo più rivista."
"I miei problemi non sono affari tuoi."
"Mai detta cosa più giusta. Finché i tuoi problemi diventano i miei. Perché mi hai baciato."
"Te l'ho detto. È stato d'istinto. L'ho fatto perché mi hai baciata tu per primo."
"ah ah, certo ed io mi bevo questa cazzata. Ti riesce più semplice far credere alla gente che sei senza cuore. Non è così? Allora non avresti dovuto baciarmi. Mi dispiace ragazzina la tua copertura è saltata." "Guarda che non faccio credere assolutamente niente. Io sono così. Ci sono nata e cresciuta così. E non fare il moralista con me. Non negare che non ti sia piaciuto. Perché ho sentito il contrario."
"Non ho mai detto questo e in ogni caso non c'entra niente con il problema."
"No Steve a me sembra invece che centri eccome. Perché credo che tra noi due quello che continua a fingere di essere ciò che non è sei tu che continui a disegnare questa aurea perfetta di te, ma infondo sei come tutti gli altri. Agisci d'istinto, secondo quello che vuole il tuo amichetto laggiú. Non è così? Non è questo che mi stai facendo capire? Che hai continuato a baciarmi perché io ho iniziato e ti sentivi eccitato dalla situazione?"
le lezioni di retorica stavano avendo un grande successo in quella situazione per Aura
"un classico..." rise Steve amaramente "che intendi dire?" "un classico perché è un classico scaricare la colpa sugli altri e non prendersi le proprie responsabilità. Che c'è di male ad ammettere di avermi baciato. Non ti rende debole ammettere di avere sentimenti. Perché aspettare e continuare ad allontanarmi ora che è successo." "da che pulpito proviene la critica: dal polaretto d'America che ha dovuto aspettare 75 anni per ammettere finalmente cosa provava." sputò acida Aura. L'aveva colpito involontariamente. Non pensava davvero alle parole che aveva detto. Voleva soltanto togliersi dalla testa quell'attrazione fisica che l'aveva portata ad agire così avventatamente. Non sapeva neanche quello che diceva. Steve si sentí deluso. Aveva provato ad accoglierla, a farla sentire a casa, perchè in fondo faceva parte della squadra, ma quello era troppo. Tornò serio e camminò in direzione della casa di Clint.Eccoci qua con un altro capitolo! Avrete notato come è diventata più intesa la situazione tra i due personaggi. Ma... domanda seria: ce la vedete Aura in una relazione? Sono curiosa di leggere i vostri commenti!! Io intanto continuerò ad aggiornare così spesso :))
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Un X-Man negli Avengers || Avengers Age of Ultron
Fanfiction{COMPLETATA} Aura Frost è una mutante, catapultata dalla madre, Emma Frost, nel mondo degli Avenger in seguito all'arrivo della dark phoenix. Le ultime volontà della madre furono quelle di cercare il padre. Ma si ritrova in un periodo per gli Avenge...