Capitolo 4) Come non affrontare il primo giorno di scuola

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Giunta alla mattina seguente, Ashley aveva dormito solo un paio d'ore, finendo per svegliarsi infastidita al rumore della sveglia.

Con un un'enorme sforzo di volontà scivolò fuori dal piumino e andò in cerca dei suoi vestiti nel grande armadio.
Sbuffò disperata quando si rese conto che le stecche al naso stonassero con qualsiasi outfit vagamente elegante che provava a indossare. Alla fine si arrese e optò per dei vestiti casual: dei jeans neri striminziti e una vecchia t-shirt con una citazione di Spirit."There's not a road I know that leads to anywhere". Non aveva idea del perchè, ma le era sempre piaciuta quella frase. Da piccola sua nonna le faceva vedere quel cartone in italiano, e lei si divertiva a cantare le canzoni in inglese sopra quelle del film, facendo alzare gli occhi al cielo alla povera donna, che l'inglese lo capiva ben poco.

Si infilò le vans bianche, e dopo una rapida colazione si lanciò in spalla lo zaino e uscì di casa. Non aveva neanche  perso tempo a truccarsi, si sarebbe solo fatta del male vedendo che aveva il contorno occhi tutto ricoperto di lividi.

Arrivata alla stazione della metro rischiò due volte di prendere la linea sbagliata, ma per fortuna alla fine un gentile signore dai capelli brizzolati le diede una mano indicandole il treno giusto. Mentre si arrabattava per riuscire a stare in piedi senza cadere col mezzo in movimento, diede uno sguardo all'orologio. Erano le otto e venti, e la scuola era già iniziata da un pezzo. Che figure, arrivare tardi già il primo giorno di scuola.

Sbuffò spazientita e la signora anziana vicino a lei si girò, guardandola perplessa.
-Mai preso la metro cara?- le chiese con tono gentile, sistemandosi la forcina a forma di farfalla che le ornava lo chignon basso.

-No, almeno non qui a New Paradise- rispose Ashley sorridendo in risposta. Fu felice di quella semplice conversazione, le piaceva chiacchierare  con gli anziani.

Tanti le facevano notare che fosse una persona strana per questo. A riprova di ciò, si accorse che una bimba tutta lentiggini che le stava di fronte la stava guardando un po' stranita.

Senza farsi vedere da sua madre, Ashley le fece una faccia buffa e l'espressione corrucciata dell'altra si trasformò in una risatina dolce, che coprì con una mano. Inutile spiegare che le piacessero tantissimo anche i bambini.

-Ti sei appena trasferita?- chiese la signora riportandola alla realtà.

-A dire il vero si- rispose Ashley abbassando triste lo sguardo. Parlare del traferimento non le piaceva affatto.

-Non essere triste- aggiunse la donna poggiandole una mano sulla spalla, il che la fece voltare nella sua direzione.
-È capitato anche a me tanto tempo fa, e ricordo ancora perfettamente quanta paura provassi-

-Grazie dell'incoraggiamento signora- rispose accennando un sorriso. Non sapeva come avesse fatto a rassicurarla così, probabilmente aveva solo detto la cosa giusta al momento giusto.

Stettero in silenzio per il resto del viaggio e alla fermata successiva, Ashley si congedò dalla donna con un ultimo saluto e scese dal treno. Assieme a lei scese anche la bambina con le lentiggini assieme a sua madre.

-Signora!- la chiamò la piccola con una vocina sottile.
Ashley si girò nella sua direzione rassicurando con un sorriso la madre che nel mentre stava rimproverando la figlia perché: "quella non è una signora, tesoro".
-Dimmi- disse alla fine.
-Perchè parlavi con l'aria sul treno?- chiese l'altra grattandosi il mento pensierosa.
-Jessica!- esclamò sua madre- Non sono cose che ti riguardano- aggiunse scusandosi ancora con Ashley e trascinando via sua figlia.

Ashley non rispose, rimase semplicemente ferma sul posto, pietrificata dalla paura. Con un immenso sforzo girò la testa per guardare attraverso il finestrino del treno ancora fermo.

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