Entrando in casa Ashley vide che suo padre stava giusto finendo di apparecchiare la tavola, mentre la cena era già pronta nel piatto.
-Che profumino!- esclamò la ragazza tentando di non far trasparire la menzogna. Sapeva per esperienza che quell'arrosto aveva un sapore terrificante.
-Ciao tesoro! Com'è andata al museo?- chiese l'uomo sedendosi a capotavola.
-Tutto bene dai, la guida era un po' noiosetta, quindi ce la siamo data a gambe- rispose Ashley azzardandosi ad addentare un pezzo di cibo che si rivelò disgustoso -A te com'è andata a lavoro?- aggiunse con la bocca piena tentando di non sputare tutto sul tavolo.
-Tutto bene- rispose lui alzando le spalle -Siamo sommersi di casi, quindi il lavoro non manca. E poi i colleghi sono simpatici ed è un bene dato che il lavoro è a tempo indeterminato-
Il cuore di Ashley le si strinse nel petto alla parola "indeterminato", ma cercò di dissimulare il suo disappunto dipingendosi in faccia un finto sorriso.
Finirono di cenare parlando un po' della scuola e facendo strane teorie cospirazionistiche su tutta la gente pietrificata che avrebbe potuto esserci negli armadi. Dopodichè Ashley si rintanò in camera e, indossato il pigiama più comodo che aveva, compose il numero del suo migliore amico. Aveva davvero bisogno di supporto morale dopo una giornata così stressante.
Il telefono squillò un po' a vuoto ma poi finalmente il ragazzo accettò la chiamata.-Ciao Ashley!- rispose con tono squillante. Doveva essere di buon umore ecco.
-Ciao Rick!- salutò di rimando lei.
-Come va la vita a New Paradise?- chiese curioso e Ashley si perse per una buona mezz'ora a raccontargli tutto per filo e per segno dall'esatto momento in cui era arrivata fino alla telefonata. Ovviamente omise la parte paranormale della faccenda, perchè come minimo si sarebbe spaventato, e conoscendolo avrebbe potuto chiamare il centro di salute mentale.
-Wow, sembra che tu ti diverta- riflettè pensieroso.
-Preferirei mille volte essere lì con voi piuttosto che qua a dire il vero- ribattè lei notando una nota negativa nella sua voce.
-Si lo so, stai tranquilla. Non è di certo colpa tua- disse lui con tono un tantino più dolce -È solo che mi manchi e sapendo che non tornerai a breve devo abituarmici- aggiunse abbastanza sconsolato.
-Rick mi dispiace- continuò lei sentendosi estremamente in colpa -Tu come te la passi?- chiese poi per tentare di stemperare.
-Io tutto bene. Sto tentando di trovare il coraggio di invitare al ballo scolastico Lizzie, ma non so se ce la farò- rispose lui evidentemente imbarazzato.
-Lizzie?!- esclamò Ashley allibita -È un'arpia quella ragazza!-
-Ma io sono bello-
-Ah beh, ora sì che mi è tutto più chiaro- rispose lei lasciandosi sfuggire un sorriso
-Devo andare a pranzo ora, ci risentiamo- disse lui dopo qualche istante di silenzio. In realtà Ashley non era sucura che stesse dicendo la verità, ma aveva comunque esaurito gli argomenti di conversazione, quindi gliela diede buona.
-Certo, nessun problema- rispose cercando di mantenere un tono neutro -tanto qua è ora di cena e dovrò andare anche io credo-
-Alla prossima allora- disse Rick in tono gentile, ma Ashley non potè fare a meno di chiedere ancora.
-Prometti che ci sarà una prossima volta?-
Davvero, non avrebbe potuto sopportare di non sentirlo più.
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SIGHT
Teen FictionCiao, il mio nome è Ashley Gray... Credetemi se vi dico che la mia storia non è convenzionale. Potrei dare la colpa di tutto questo a qualsiasi cosa: a quella stupida scogliera, al fato, al destino... ma probabilmente alla fine il merito è solo mio...