Capitolo 7) Ascoltando attentamente Maga Magò

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Accendendo Google Maps per evitare di perdersi anche a ritorno, una volta finite le lezioni pomeridiane Ashley si incamminò verso casa.

Il sole era ancora alto e picchiava sulla sua testa. Si sarebbe sicuramente scottata la linea divisoria dei capelli.

Guardandosi in giro, si rese conto che New Paradise era veramente splendida. A farglielo pensare sarà stato che in cuffia aveva Just The Way You Are di Bruno Mars, perchè quella canzone poteva rendere poetica qualsiasi cosa. Oppure quella città cominciava a piacerle davvero, ma quella non poteva essere un'opzione accettabile. Ammetterlo avrebbe significato rassegnarsi al cambiamento e Ashley non voleva farlo. Perchè per quante città meravigliose avrebbe potuto visitare innamorandosene, nel suo cuore ci sarebbe sempre e solo stato posto per una certa cittadina sperduta su un'isola dell'East Coast.

Però lì ci doveva vivere ancora per chissà quanto tempo prima di tornare a casa, questa era la verità. Era meglio cominciare a guardare al meglio che quell'esperienza le avrebbe dato, alle piccole cose buone in un mondo che non risparmiava nessuno.

Al momento quelle piccole cose buone
avevano un nome e si potevano contare sulle dita di una mano: papà, Helen, Amanda, JP e Matt più o meno. E per fortuna, per il momento andava bene così.

La sensazione fastidiosa che qualcuno ti tolga le cuffiette dalle orecchie la investì non appena entrò in casa, quando suo padre la costrinse ad un rapporto dettagliato sulla sua giornata. Inutile dire che Ashley mentì spudoratamente.
Una volta finito con quell'orazione fu libera di andare in camera sua, dove prontamente si buttò sfinita sul letto e accese il portatile.

Sulla schermata vide che si erano accumulate un paio di richieste di amicizia su Instagram: Amanda, Helen, Cindy, una certa Diana che probilmente era l'altra ragazza che non conosceva e McFly, che alla fine si scoprì essere un tale Jared Finnstock.

Si trattenne a sui social per un'oretta e poi, quando decise che era ora di un pisolino, quel catorcio del telefono fisso che aveva sul comodino pensò bene di cominciare a squillare.

In realtà non era messo male, era solo vintage, ma chiamarlo così ad Ashley dava soddisfazione.

-Pronto?- disse pigramente alzando il ricevitore.

-Hey novellina- esclamò una voce fin troppo familiare dall'altra parte del telefono.

-Brutto stalker! Come hai avuto il mio numero di casa?-

-Ti dice niente la parola "elenchi telefonici"?-

-No, non direi- rispose soffocando un risata -Comunque il motivo della telefonata?- aggiunse curiosa.

-Hai da fare?-

-Non esattamente- rispose intenta a esaminarsi un'unghia che era sul punto di spezzarsi -Volevo andare a fare un giro al museo della Guerra Civile-

-No, ma ti prego! Quel posto fa schifo... l'avrò visto un migliaio di volte- esclamò disperato Matt.

-Beh io sono curiosa okay?- ribattè Ashley seccata.

-E io che ti avrei proposto di venire con me e JP in gelateria... è che non abbiamo molto da fare e tormentarti sarebbe stato divertente-

-Beh potete venire a tormentarmi al museo-

-Sia chiaro, io non mi farò trascinare in quel museo oggi- sentenziò Matt serio.

-Come ti pare- rispose Ashley con un'alzata di spalle.

A riprova della pateticità del discorso di Matt, mezz'ora più tardi i tre ragazzi si ritrovarono fermi davanti ad un'installazione recante un'appostazione di soldati del nord durante la guerra civile, mentre la guida più noiosa e orripilante al mondo stava spiegando loro la sua storia.

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