Se c'era una cosa che Ashley adorava era la musica. Sua madre era un'esperta di musica e l'aveva cresciuta a suon di Rock N'Roll. O meglio, le aveva fatto sentire di tutto e in quel modo lei si era fatta una certa cultura musicale di cui andava veramente fiera.
Per la maggior parte ascoltava soft rock e blues, parliamo di gente come Billy Joel, i Fleetwood Mac, Ray Charles e Sam Cooke per intenderci. Le piacevano molto anche artisti più moderni come Bruno Mars e John Legend. Al contrario, detestava con tutta la sua anima il raegetton. Insomma, era proprio fissata con la musica.
Sosteneva che dietro a certe canzoni ci fossero scritte le più belle favole della buonanotte e le più belle storie d'amore del mondo. La musica era sempre stata quella cosa che l'aveva fatta rialzare nei momenti difficili e alleviato la noia delle giornate scolastiche.
Suo padre le diceva sempre che se avesse passato anche solo un minuto di più di quanto già non facesse ad ascoltare musica, le si sarebbero attaccate le cuffiette alle orecchie.
Non che a lui non piacesse la musica, anzi.
Era un fan sfegatato dei Beatles e sapeva tutte le loro canzoni a memoria. Anzi, sapeva SOLO le loro canzoni. Gli altri artisti gli erano completamente indifferenti.
Questa passione spasmodica nasceva dal fatto che, negli anni sessanta, il nonno aveva incontrato Paul Mccartney in un fast food durante un viaggio in Inghilterra. Questo gli aveva autografato la maglietta e, anni dopo, per il decimo compleanno del papà, era magicamente comparsa sotto l'albero a Natale. Ormai Ashley poteva dire di aver sentito almeno un centinaio di volte quella storia, e ogni volta che la setiva si ritrovava a pensare a quanto fosse starno fare gli anni a Natale.In ogni caso suo padre in macchina finiva sempre per ascoltare le loro canzoni e cantarle a squarciagola. Il problema è che non era esattamente un usignolo e i versi che faceva erano più assimilabili a quelli di un condor in calore.
Il viaggio per New Paradise non aveva fatto eccezione. Ancora una volta suo psdre attaccò canzoni dei Beatles, ma a differenza delle altre volte, e forse soprattutto grazie al fatto che non fosse in vena di cantare, Ashley gliene era grata. In quel modo almeno la tensione di poche ore prima si smorzava un po'.Arrivati al porto si fecero traghettare dall'altra parte della baia, non prima che suo padre sfinisse l'addetto di turno con la sua preoccupazione che le gomme non fossero ancorate bene alla piattaforma.
Ashley pensò che non avrebbe mai voluto essere nei panni di quel poveretto. Cavolo, gliele aveva fatte controllare una cosa come dieci volte.In ogni caso un'ora più tardi erano già partiti alla volta dell'Ovest. Per fortuna, quando finì la playlist di suo padre, Ashley lo convinse a lasciarle mettere quello che voleva lei. Non avrebbe mai potuto sopportare un viaggio così lungo in macchina ascoltando solo ed esclusivamente i Beatles.
In totale i viaggio doveva durare circa due giorni e mezzo, ma Ashley era stufa già dopo due ore. Passavano davanti a varie città, ma lei ne conosceva davvero poche. Avevano tutti nomi assurdi che, pensò, non si sarebbe mai ricordata nella vita.
Passarono le ore e, dopo aver letto due e-book, diede in cambio alla guida a suo padre. Verso sera si fermarono ad un motel che poteva benissimo entrare in classifica come uno dei più decadenti d'America.
Ashley aveva la netta sensazione che se non avesse fatto abbastanza attenzione nel sedersi sul letto si sarebbe ritrovata col sedere per terra.La sera suo padre si addormentò subito, tanto era stremato dal viaggio. Lei invece, non riuscendo ad addormentarsi in nessun modo, decise di chiamare i suoi amici. Dopotutto, doveva loro come minimo una spiegazione.
Le sarebbero mancati tantissimo, e a dire il vero non sapeva come avrebbe fatto senza di loro. Si sentiva estremamente in colpa per non averli nemmeno salutati.
Nella sua mente si insinuò il terribile presentimento che non li avrebbe più rivisti, ma fortunatamente questo fu scacciato via da Rick, che le promise di chiamarla ogni sabato sera.
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SIGHT
Dla nastolatkówCiao, il mio nome è Ashley Gray... Credetemi se vi dico che la mia storia non è convenzionale. Potrei dare la colpa di tutto questo a qualsiasi cosa: a quella stupida scogliera, al fato, al destino... ma probabilmente alla fine il merito è solo mio...