vergogna

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Dopo aver strisciato di bar in bar, da una gara illegale di sgusci all'altra, Anakin inciampa nell'appartamento di Padmé la vigilia del terzo giorno del suo esilio autoimposto, ubriaco marcio e stanco fino all'osso. La implora di lasciarlo entrare, di tornare nelle sue stanze, nella sua vita, nel suo letto.

Come posso fidarmi di nuovo di te? chiede lei, triste e amareggiata.

Non ha significato niente. Lui per me non significa niente in confronto a te asserisce Anakin. La bugia sa di bile, gli brucia la gola quando sputa quelle parole. Prova più vergogna per se stesso adesso di quanto ne abbia avuta quando si è visto insieme al resto della galassia, in ginocchio in un vicolo sporco, succhiando il sesso del suo ex Maestro.

 Ritenta nuovamente, un'ultima spinta disperata contro la volontà di ferro di Padmé, contro il suo cuore tenero. Ho bisogno di te. Ti amo da impazzire. La galassia si è inclinata da un lato, ogni certezza è adesso incerta. Lui vorrebbe che le cose, che le persone, restassero come sono sempre state.

No, non è vero replica Padmé, scuotendo la testa. Credi solo di amarmi. La cosa peggiore è che la voce di Padmé è comprensiva, rassegnata. Il dolore le oscura gli occhi, ma lei ha già deciso come andranno le cose, ha già ripreso il controllo della situazione con una determinazione inattaccabile.

 È semplice per lei, pensa Anakin con rancore. Non è lei lo zimbello della Repubblica e della Confederazione, nessuno la guarda come se fosse inferiore alla sozzura sotto le scarpe. Mormora: Immagino che la segretezza di questo matrimonio ora faccia davvero comodo, eh? È facile fingere che non stessimo insieme.

 Dopodiché non c'è più nulla da dire. Con magnanimità, lei gli permette di dormire sul divano. Nelle prime ore del mattino, Anakin esce di soppiatto dall'appartamento prima che si svegli chiunque altro, conscio che non tornerà per diverso tempo, o se mai tornerà.

[🇮🇹] my love laid bare for all to seeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora