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Data di pubblicazione:
20 febbraio 2021
Parole:
2965



Mi siedo alla scrivania della camera di Sofia, che mi ha gentilmente lasciato, volendo fare il tema insieme agli altri e non da sola come sono abituata io.

Appoggio la bottiglia d'acqua e il bicchiere di fronte a me, accendo la lampada e la sistemo, per poi coprimi meglio con la coperta che ho sulle spalle.

Faccio saltare via il tappo dalla penna con un colpo secco e, incrociate le gambe, intesto il foglio protocollo, pronta a iniziare quel tema.

Sottolineo le parti più importanti della traccia e faccio la scaletta sul foglio di brutta, che userò unicamente per quello, non facendo mai una prova dei miei temi, ma andando diretta quando ho le idee chiare:

"Scrivere un tema sulla solitudine, rimanendo da sola in una camera silenziosa, è quasi poetico, ti sei ispirata ad un autore che ti piace?"

Sorrido, girando il viso e trovando Davide appoggiato alla porta della camera, con un foglio in una mano e la penna nell'altro:

"Più o meno. A che punto sei?"

Chiedo, consapevole di aver iniziato tardivamente rispetto agli altri:

"Ho finito."

Si avvicina e nota come io non abbia scritto ancora nulla:

"Vuoi che esca e ritorni dopo? Magari vuoi il tuo spazio per scrivere."

"No." Lo fermo: "Puoi rimanere..."

Gli indico il letto dietro di me, anche se non sono troppo convinta, facendogli segno di sedersi e rimanere lì, se vuole. Lui ubbidisce, rimanendo in silenzio per la buona mezz'ora che gli richiedo, occupando il tempo disegnando sui fogli di brutta che ha lasciato vuoti, facendo il minimo rumore possibile per non disturbarmi.

Grazie a questo suo rispetto, riesco a concludere la traccia in poco tempo, promettendomi poi che la rileggerò velocemente mentre saremo sul pullman per andare in gita:

"Ho finito."

Dico soddisfatta, chiudendo la penna e sedendomi in una posizione più umana e comoda anche per il mio corpo:

"Sì?"

Chiede felice lui, alzandosi dal suo posto e venendomi vicino, abbracciandomi teneramente:

"Possiamo stare un po' insieme allora? Alla fine ieri sera tra la situazione di Giordano e quella tra voi ragazze non ne abbiamo avuto il tempo. Recuperiamo stasera?"

Gli faccio segno affermativo con la testa e lui mi lascia la possibilità di alzarmi, per poi seguirmi nella camerata principale, non volendo abusare ulteriormente della stanza di Sofia.

Sistemo il tema che ho scritto nel mio quaderno e lo chiudo nel cassetto, prendendo poi posto sul letto, dove si siede anche Davide:

"È da ieri che devo parlarti di una cosa."

Gli sorrido, già ipotizzando questa conversazione dopo la lezione di ieri di Maggi:

"Penso di immaginare su cosa."

"Su quello che ha detto Maggi a lezione parlando del libro di Pavesi."

Centro, colpita e affondata:

A cuore aperto | Davide VavalàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora