Data di pubblicazione:
14 febbraio 2021
Parole:
2542Il preside ci presenta la nostra quinta settimana in collegio e, sapere che ho retto fino a questo punto, mi rende più fiera dell'avere la giacca rossa.
Cinque settimane lontano dai miei genitori, che ho sentito solo una volta per pochi minuti, con la mia forza mentale, a resistere in un posto sconosciuto con persone – quasi – mai viste.
Complimenti a me stessa:
"Parliamo di questa settimana carica di novità, di attività nuove e interessanti." Riprende parole il preside, facendomi distrarre dall'elogio a me stessa: "Prima di tutto il nostro stimatissimo professor Raina è stato chiamato per una docenza all'estero e sarà quindi sostituito da un altro professore."
Tra noi ragazze si innescano subito sguardi complici, tutte collegate da un solo pensiero, a cui viene dato voce grazie a Luna:
"Speriamo sia un supplente maschio e bello, soprattutto alto."
Sottolinea le sue priorità e io non posso che annuire, così come tutte, anche se, dalla nostra parte, abbiamo già professori belli e interessanti come Carnevale e Maggi:
"No, ma che uomo!" Prende parola Andrea Prezioso: "Una bella donna, una supplente interessante, altro che uomo, basta maschi."
Insiste, trovando l'appoggio di vari maschi, felice di aver detto la sua e di aver ricevuto consensi.
Quella discussione sulle nostre importantissime priorità, viene interrotta dal preside che richiama l'attenzione:
"Poi, per la prima volta, farete una gita lunga, quindi dormirete fuori dal collegio."
Bastano queste parole a rendermi di colpo felice.
Una notte in tenda, sotto le stelle estive, lontano da questo posto.
E, soprattutto, se ci lasciano la libertà di scegliere i compagni per quella notte, potrei anche sperare in una certa richiesta, che già ho sperimentato tra queste mura, ma, almeno, eviteremo la punizione.
Pensiero che condivide proprio Davide che, dalla prima fila, si gira a guardarmi con un grande sorriso che è tutto un dire, ricambiato con la stessa serenità:
"Per concludere..." Parla ancora l'uomo: "Una nota dolce: sono arrivate in collegio le lettere dei vostri genitori. I signori sorveglianti distribuiranno le lettere a tutti, tranne che, naturalmente, alla signorina Scarano."
Mi dispiace per lei, sul serio, ma non sono mai stata così felice di una notizia del genere.
I miei genitori che mi scrivono una lettera, a mano, per me, dopo un mese che non li vedo.
Un sogno.
Appena il sorvegliante mi lascia la lettera, mi avvicino ad una finestra in un'area solitaria, per leggere in pace quelle righe.
Non sono una persona che si commuove, anche perché di solito provo a farlo io con la scrittura, non altri, ma leggere quelle parole, scritte a mano e con il cuore, da persone che mi amano e mi aspettano a casa, mi smuove un po'.
I miei genitori mi dicono che sono fieri di me, che la casa è tanto vuota, essendo anche figlia unica, e che c'è troppo silenzio e troppo ordine per loro.
Gli manca avermi a tavola a parlare di qualunque cosa mi passi per la testa o di vedermi sveglia fino a tardi a fare essenzialmente nulla, parlando al telefono o inveendoci contro quando gioco con qualche applicazione.
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A cuore aperto | Davide Vavalà
Fanfic- Tu lo conosci Fitzgerald? - Davide abbassa lo sguardo dal soffitto che stiamo contemplando entrambi, immaginandoci le stelle, per poi guardarmi: - No. - - Era uno scrittore. - - E che scriveva di interessante? - Mi domanda curioso, appoggiandosi m...