𝑰𝒏 𝒖𝒏 𝑨𝑼 𝒅𝒊 𝒅𝒂𝒏𝒈𝒂𝒏𝒓𝒐𝒏𝒑𝒂 𝒐𝒗𝒆 𝒊 𝒑𝒆𝒓𝒔𝒐𝒏𝒂𝒈𝒈𝒊 𝒅𝒆𝒊 𝒗𝒂𝒓𝒊 𝒈𝒂𝒎𝒆𝒑𝒍𝒂𝒚 𝒔𝒐𝒏𝒐 𝒕𝒖𝒕𝒕𝒊 𝒓𝒊𝒖𝒏𝒊𝒕𝒊, 𝒔𝒇𝒐𝒓𝒕𝒖𝒏𝒂𝒕𝒂𝒎𝒆𝒏𝒕𝒆 𝑩𝒚𝒂𝒌𝒖𝒚𝒂 𝒎𝒖𝒐𝒓𝒆 𝒅𝒖𝒓𝒂𝒏𝒕𝒆 𝒊𝒍 𝒌𝒊𝒍𝒍𝒊𝒏𝒈 𝒈𝒂𝒎𝒆, 𝒆 𝑴𝒂𝒌𝒐𝒕𝒐 𝒏𝒆 𝒔𝒐𝒇𝒇𝒓𝒆 𝒎𝒐𝒍𝒕𝒐.
𝑺𝒐𝒑𝒓𝒂𝒗𝒗𝒊𝒔𝒔𝒖𝒕𝒐 𝒂𝒍 𝒈𝒊𝒐𝒄𝒐, 𝒅𝒆𝒄𝒊𝒅𝒆 𝒒𝒖𝒊𝒏𝒅𝒊 𝒅𝒊 𝒆𝒏𝒕𝒓𝒂𝒓𝒆 𝒂 𝒇𝒂𝒓 𝒑𝒂𝒓𝒕𝒆 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒂 𝒇𝒐𝒏𝒅𝒂𝒛𝒊𝒐𝒏𝒆 𝒅𝒆𝒍 𝒇𝒖𝒕𝒖𝒓𝒐 𝒎𝒂, 𝒕𝒓𝒐𝒗𝒂𝒕𝒐𝒔𝒊 𝒓𝒊𝒏𝒄𝒉𝒊𝒖𝒔𝒐 𝒊𝒏 𝒖𝒏 𝒂𝒍𝒕𝒓𝒐 𝒔𝒂𝒅𝒊𝒄𝒐 𝒈𝒊𝒐𝒄𝒐, 𝒑𝒓𝒆𝒇𝒆𝒓𝒊𝒔𝒄𝒆 𝒕𝒐𝒈𝒍𝒊𝒆𝒓𝒔𝒊 𝒍𝒂 𝒗𝒊𝒕𝒂 𝒑𝒊𝒖𝒕𝒕𝒐𝒔𝒕𝒐 𝒄𝒉𝒆 𝒗𝒊𝒗𝒆𝒓𝒆 𝒂𝒏𝒄𝒐𝒓𝒂 𝒎𝒐𝒍𝒕𝒐 𝒒𝒖𝒆𝒍𝒍'𝒊𝒏𝒇𝒆𝒓𝒏𝒐. 𝑪𝒉𝒆 𝒔𝒊𝒂 𝒑𝒆𝒓 𝒂𝒎𝒐𝒓𝒆? 𝑶𝒑𝒑𝒖𝒓𝒆 𝒑𝒆𝒓 𝒑𝒐𝒓𝒓𝒆 𝒇𝒊𝒏𝒆 𝒂𝒍𝒍𝒂 𝒅𝒊𝒔𝒑𝒆𝒓𝒂𝒛𝒊𝒐𝒏𝒆?Nel silenzio assoluto del tempo limite, una luce rossa lampeggiò nei corridoi donando ad essi un'atmosfera ancora più inquietante del solito mentre la robotica voce di monokuma, svegliava il prossimo assassino. Makoto Naegi se ne stava a terra, legato e addormentato ma in quel momento si svegliò. Aprendo gli occhi li puntò direttamente allo schermo ma mai lo avesse fatto. Si trovò catapultato nei suoi ricordi, ricordi che non avrebbe mai voluto rivedere. La morte di Togami.
Stavolta però, Makoto si trovò nei panni del biondo, del suo amato... poteva sapere cosa avesse provato poco prima di lasciarlo...
Un senso di oppressione premeva sul suo petto, sentiva che qualcosa non andava. Camminava per i corridoi della scuola, lasciandosi alle spalle la caotica mensa e i suoi, forse, amici. Un presagio di morte gli camminava alle spalle, lo stesso senso di angoscia che provano tutte le persone vicine alla morte. Non si sentiva particolarmente minacciato da nessuno dei ragazzi che aveva accanto ma, nonostante tutto, aveva paura. L'ultimo trial lo aveva completamente stordito, reso incapace di fare qualcosa ai fini della risoluzione del caso. Entrò sovrappensiero nella sua stanza o meglio, nella stanza di Togami, senza nemmeno chiudere la porta e andò in bagno, posò gli occhiali sul lavandino, si spogliò sistemando i vestiti sul porta asciugamani e si mise nella doccia per provare a rilassarsi, inutile. Per tutto il tempo si controllò le spalle,banche mentre si sciacquata i capelli non faceva altro che sussultare e muovere la testa di scatto ad ogni minimo rumore.
Continuava a ripetere a se stesso che forse era solo paranoico sperando così di farsi passare le angosce, inutile. Il presagio di morte aleggiava sempre più vicino a lui e, per quanto Byakuya cercasse di allontanarsene, finiva solo per esserne coinvolto e avvicinarsi di più. Si rivestì, riprese gli occhiali e si mise sdraiato sul letto fissando il soffitto. Dopo un tempo che gli parve infinito, le palpebre gli crollarono e si chiusero. Forse per sempre? Possibile.
Mezzanotte.
La morte bussò alla porta di Togami, o meglio, entrò direttamente nella sua stanza. Il biondo aprì gli occhi di scatto sentendosi osservato ma non fece in tempo a riconoscere la figura accanto a lui che questa gli prese delicatamente il viso e gli fece ingerire qualcosa. Troppo tardi per capire cosa fosse. In quell'istante la vista di Byakuya si offuscò, lasciandolo nel buio più completo, mentre il cuore si arrestò, smettendo di pompare il sangue al cervello. Il buio. Non ebbe nemmeno il tempo di chiedere perdono a coloro che aveva trattato male... se ne dispiacque, in fondo aveva trovato in Kokichi, Rantaro e Kaito degli amici... I suoi primi veri amici.
Makoto si intristì, rendendosi conto che forse lui per il biondo non era così importante, tutte quelle belle parole che gli aveva detto, tutto il tempo che avevano passato assieme, non significavano niente? Nemmeno in punto di morte lo aveva pensato...
𝑺𝒊 𝒅𝒊𝒄𝒆 𝒄𝒉𝒆 𝒍'𝒖𝒍𝒕𝒊𝒎𝒐 𝒔𝒆𝒏𝒔𝒐 𝒂 𝒔𝒑𝒆𝒈𝒏𝒆𝒓𝒔𝒊 𝒔𝒊𝒂 𝒍'𝒖𝒅𝒊𝒕𝒐, 𝒅𝒐𝒑𝒐 𝒄𝒊𝒓𝒄a 7 𝒎𝒊𝒏𝒖𝒕𝒊
sette minuti, il tempo che rimase a Togami per sentire quello che gli sarebbe successo. Rumore di qualcosa che lacerava la sua carne... solo questo gli rimase in testa prima che anche il suo udito si spegnesse, facendolo cadere nel freddo buio senza ritorno della morte. Al biondo, ormai spirato, non rimaneva altro da fare nella sua eternità, che proteggere e supportare i suoi amici. Il suo ultimo pensiero però andò a lui, a quel ragazzo minuto e sorridente, quel faro di speranza che aveva illuminato all'ultimate affluent progeny il suo soggiorno alla'accademia.
Una lacrima scese al ragazzo dai capelli nocciola mentre, come un fantasma, si sollevò dal corpo di Byakuya per entrare in quello di qualcun'altro, per la precisione nel suo. Non voleva davvero riprovare quella sensazione di disperazione che aveva provato nello scoprire il cadavere...
Il Makoto dei ricordi voleva andare da Togami, avevano finalmente preso confidenza, e lo stava davvero considerando un suo amico, o forse di più? Voleva sentirlo parlare del suo ultimate, e voleva ancora parlargli del proprio, anche se non aveva molto da dire a riguardo... Voleva anche esplorare con lui durante la giornata, ma.. a quanto pare, il destino no, non voleva dare al giovane Naegi questa soddisfazione.
Era arrivato alla camera di Togami, e la cosa che lo fece preoccupare era la porta, mezza aperta.
Non aveva intenzione di preoccuparsi, Byakuya sapeva cavarsela da solo, vero?
Era quello che voleva credere, fece un grande respiro e aprì di colpo la porta.
Non ci poteva credere, non voleva crederci, si ritrovò Togami morto davanti, e molto presto le lacrime iniziarono a scendere dai suoi occhi ormai lucidi e gonfi per il pianto imminente. Istintivamente, il ragazzino tirò un grande urlo, avvicinandosi ormai al corpo morto del suo... amico.
"NONONO.
BYAKUYA— APRI GLI OCCHI!"
Lo urlò, impanicato. Cos'altro poteva fare d'altronde?
Si staccò così un'ultima volta dal suo vecchio corpo, riguardando la scena dall'alto quando un tintinnio metallico lo riportò alla realtà. Un pugnale era caduto poco distante da lui.
Strisciando lo afferrò e se lo portò al petto.
Quei ricordi, quei ricordi lo avevano distrutto... avevano distrutto quel poco di speranza che ancora aleggiava nel suo cuore. Non ce la faceva. Naegi voleva assolutamente raggiungere il suo amato Togami-kun, anche se questo avrebbe significato togliersi la vita a sua volta. Non gli interessava assolutamente niente del gioco in cui era, non gli importava assolutamente niente dei pochi amici ancora in vita... non gli importava degli altri. Voleva essere egoista, almeno una volta nella sua vita.
Appoggiò la punta del pugnale al suo corpo, il volto bagnato di lacrime, la mente offuscata dalla tristezza. Lo spinse.
L'oggetto metallico penetrò a fondo nel corpo del ragazzo che si accasciò al suolo mentre una pozza di sangue si allargava sotto di lui. Morire in questo modo era molto più lungo che essere avvelenati, ma almeno Naegi poté prendersi del tempo per chiedere scusa a Komaru... scusarsi con lei per non essere riuscito a resistere abbastanza per salvarla.
Mancavano veramente pochi secondi all'esaurimento dell'energia rimasta a Makoto quando, davanti a lui, apparve una mano pallida, che gli si posò tra i capelli, accarezzandoli. A quel gesto il castano aprì leggermente gli occhi trovandosi davanti il volto severo ma sorridente di Byakuya.
"Uh, Naegi-kun, finalmente hai deciso di tornare da me, vedo... ti stavo aspettando, piccolo mio" la voce del biondo giunse alle orecchie del ragazzino come un canto angelico che, parve curare ogni suo male poiché, improvvisamente, il dolore della morte abbandonò del tutto Makoto, permettendogli di alzarsi e seguire il suo amato compagno il quale, per sostenerlo, gli mise un braccio attorno alle spalle. Si avviarono camminando insieme per un corridoio, sparendo così alla vista e lasciando il corpo di Naegi ormai senza vita lì, davanti a quello schermo.Un altro tempo limite era passato, Aoi e Kyoko si svegliarono e si alzarono sistemandosi i vestiti per poi rimanere in attesa di Naegi, il quale aveva deciso di passare la "notte" da solo, per scoprire se la sua teoria sugli omicidi fosse esatta. Dal risveglio delle due ragazze passò quello che sembrò un lasso di tempo enorme e, giustamente, esse iniziarono a preoccuparsi. Aoi non la smetteva di camminare avanti e indietro per la stanza, mordicchiandosi le unghie dall'ansia finché, ad un certo punto, decise di rompere quel silenzio teso che si era creato. "Aveva detto che sarebbe andato solo a controllare una cosa, e che appena svegli ci avrebbe raggiunte..." Kyoko guardò il braccialetto che portava al polso. Con una luce rossa intermittente vi scorreva la sua azione proibita. Passare il quarto tempo limite con Naegi Makoto vivo... fece un rapido riassunto degli eventi. Quello passato ERA il quarto tempo limite e se lei era ancora lì, voleva dire che qualcun'altro, per la precisione Naegi, non c'era più.
"Asahina-san..." la voce della detective si incrinò mentre portava il braccio sotto gli occhi della compagna che, leggendo l'azione proibita, sgranò gli occhi. Lo stupore durò poco, sostituito immediatamente dalla tristezza e dalla disperazione. La loro più grande fonte di speranza si era spenta, e nemmeno l'imminente arrivo dei soccorsi avrebbe potuto sollevare il morale alle due ragazze.
Avevano riposto tutte le loro speranze su di lui, sul loro amico più caro e quel carico lo aveva portato alla morte, non se lo sarebbero mai perdonato... ora rimaneva ancora un grande ostacolo, come dirlo agli amici ignari e soprattutto a Komaru... la ragazzina, solo poco tempo prima, aveva guadagnato la sicurezza di poter rivedere suo fratello una volta che fosse uscito da quel posto, ma forse lei sperava di rivederlo vivo...
Le due Ultimate corsero a perdifiato per i corridoi, scansando detriti e corpi, vagando con lo sguardo per cercare l'unica persona che volevano vedere in quel momento. Ogni passo, ogni respiro, ogni angolo svoltato, aumentava l'ansia nelle due ragazze. Improvvisamente la castana si fermò e crollò a terra, in ginocchio a piangere. Lo aveva trovato.
Davanti a lei, giaceva il giovane dai capelli corti, morto. La ferita corrispondeva a quella di tutti gli altri omicidi, una singola ferita mortale.
La detective, vedendo l'amica a terra piangente, si era fermata qualche passo indietro incapace di reggere a quella vista. "C-come lo diremo agli altri?" Asahina si tirò in piedi, asciugandosi le lacrime con la manica della giacca e guardò la sua amica, l'ultimo raggio di speranza che aveva in quel momento, l'ultima possibilità per non cadere nella imminente disperazione.
"Non lo so... per ora spostiamolo da qui... non vorrei che qualcuno lo calpestasse" Kyoko, con l'aiuto dell'amica si caricò sulle sue spalle il corpo del ragazzo, camminando lentamente e tornando nella stanza dove avevano passato quel fatidico tempo limite.
"Lasciamolo qui... sarà più protetto..." con un'unico movimento adagiano il corpo appoggiato ad un muro, come stesse riposando e, in effetti, lo stava facendo... solo che il suo sarebbe stato un sonno eterno. "Quindi... la teoria del suicidio era corretta... ma perché ha voluto farlo?" Aoi stava cercando di non piangere appoggiandosi alla spalla della compagna."Probabilmente per ricongiungersi a lui." La detective invece stava ferma, impassibile. Cercava di collegare i vari punti. Possibile che il suo amico fosse così tanto disperato?
"Dici? Sapevo che gli mancava... ma non pensavo talmente tanto da fargli desiderare la morte..." La nuotatrice si sedette accanto al ragazzo, poggiandogli la mano sui capelli."
"Asahina-san... Makoto teneva a lui più che alla sua stessa vita. Se Monokuma avesse portato qui entrambi, Makoto si sarebbe sacrificato per lui."
"In effetti hai ragione, Kirigiri-san... spero che adesso siano nuovamente felici" dolcemente, la ragazza scompigliò i capelli del compagno, con sguardo dolce sul viso.
"Lo spero anche io..."
Dopo questa frase, anche Kyoko come Aoi, si sedette a terra accanto al cadavere, prendendogli la mano ormai fredda e portandosela sul petto, lasciando cadere qualche lacrima.
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𝕆𝕟𝕖 𝕊𝕙𝕠𝕥 𝕄𝕦𝕝𝕥𝕚𝕗𝕒𝕟𝕕𝕠𝕞
Humor𝑭𝒂𝒏𝒅𝒐𝒎 𝒑𝒓𝒆𝒔𝒆𝒏𝒕𝒊 𝒂𝒕𝒕𝒖𝒂𝒍𝒎𝒆𝒏𝒕𝒆 ༆𝐷𝑎𝑛𝑔𝑎𝑛𝑟𝑜𝑛𝑝𝑎 ༆𝑊𝑔𝑓 ༆𝐷𝑟𝑒𝑎𝑚 𝑠𝑚𝑝 ☾︎ 𝑪𝒉𝒊𝒆𝒅𝒐 𝒔𝒄𝒖𝒔𝒂 𝒊𝒏 𝒑𝒓𝒆𝒄𝒆𝒅𝒆𝒏𝒛𝒂 𝒄𝒊 𝒔𝒂𝒓𝒂𝒏𝒏𝒐 𝒑𝒐𝒄𝒉𝒆 𝒍𝒆𝒎𝒐𝒏 ☽︎