CAPITOLO 12

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rappresentazione di violenza. non adatto a soggetti sensibili o suscettibili. 


per il bene di chi: 

Ogni volta è un paradosso: Perché vorrei allontanarmi da lui il più possibile, ma sentendo le sue mani intrude su di me, ho dentro una strano insieme di paura, rabbia e dolore. Così forte da farmi tremare, così forte che per trovare stabilità devo aggrapparmi a qual cosa, e la cosa più vicina che ho è lui. Così, mentre mi palpeggia e mi tocca, ed io gli dico di smetterla, involontariamente mi stringo a lui con una rabbia che mi soffoca. Non so se lo sappia, o se lo faccia apposta. Non so se si ricordi che una volta non era proprio così; non so se conti.

Una volta non avrei voluto altro che stargli vicino, sentirlo vicino. Sentire la sua protezione, la sua mano asciugarmi le lacrime, il suo profumo, la pelliccia morbida del vestito sul mio viso. Le sue calde braccia intorno. Sentirmi riempire completamente da quelle parole dolci, che suonavano con così tanta tenerezza.... Avrei accettato che le sue mani diventassero indiscrete, avrei fatto tacere il senso di inopportunità che mi avrebbe riempito la testa e i polmoni, che mi avrebbe fatto chiudere la bocca dello stomaco. Lo avrei zittito con tutta la mia volontà, lo avrei sotterrato il più in fondo possibile. Lo avrei ignorato il più possibile. Non so se più per il mio o per il suo bene.

Se era quello che voleva, se era quello il prezzo del suo amore, ero più che disposto ad acconsentire. ero pronto ad ignorare che quelle dolci parole nascondevano un retrogusto amaro. Non posso negarlo: era bello, davvero molto bello. Mi sentivo apprezzato per come sono senza dovermi giustificare o spiegare. Mi sentivo amato. Capisco perché alcuni decidano di restare per sempre nel sogno. Ma è proprio quello il problema; è solo un sogno, un illusione. E anche se la verità fa male; tanto, tanto male, sai di non starti più prendendo in giro. Mi avrebbe abbracciato, avrebbe iniziato a passarmi la mano sotto la giacca; avrei sussultato, mi avrebbe sussurrato dolcemente che andava tutto bene, con quel nomignolo che ora mi fa venire la pelle d'oca. * Se lo dice lui che va tutto bene.... Deve essere così. * quando camminiamo non mi stringe la mano, ma il polso, o il braccio. Potrà sembrare una cosa da niente, ma invece dice molto.

A volte sono così esausto, che non mi sforzo di ricordarmi che sono una persona, che ho dei sentimenti, che non sono un suo giocattolo. Così lascio che le cose succedano, e basta; senza dire nulla, così magari finirà prima. ( anche se non è mai così.) È come sciogliersi, ma non è piacevole. non sento più i miei contorni, la mia stabilità, sento che il mio corpo appartiene a lui, non a me.

Lo sentii entrare con un lento cigolio dei cardini. Mi si avvicinò lentamente. Cercai di non far trasparire in nessun modo la mia stanchezza dopo il palco e quanto volessi restare da solo. Quando la sua giacca mi solletica il retro delle cosce, cerco di dire: " ho finito. Vado a casa. "

Non dice nulla. Questo silenzio mi sta esasperando; non ho mai sopportato il silenzio.

Succede tutto in una frazione di secondo: Mi alza la mini gonna; non ho il tempo di girare la testa che prendendomi da dietro il collo mi sbatte sul tavolo. Lo sento spostarmi gli slip, e venirmi dentro con una forza decisamente eccessiva. Chiudendo forte gli occhi non riesco a trattenere un gemito di dolore. Non vorrei riaprirli mai più, ma prima o poi dovrò farlo. Stringendomi due braccia, mi strattona, ed io con le altre mi appoggio per non perdere l' equilibrio. so fino in fondo che non ho più un anima. sono una bambola di plastica con qui giocare, probabilmente non gli importa nemmeno più di tanto guardarmi in faccia. Non conta che non voglia, non conta che mi stia facendo male. Non so perché, ma riapro gli occhi e alzo lo sguardo, e una volta fatto non riesco più guardare altrove. Mi spavento della mia espressione. Non avevo mai guardato, mentre succedeva. Ed ora, ho davanti tutto: Il suo sorriso maligno, la mia totale impotenza, i miei occhi. Non mi ero mai guardato veramente allo specchio, per vedere che cosa si nascondesse dentro di me. Ma ora non ho scelta. Per la prima volta non vedo solo dei bellissimi occhi nonostante la stanchezza. Vedo la rabbia, il risentimento, l' odio. ma anche la vergogna, la paura, l' angoscia. La consapevolezza di stare resistendo, ma che quando sarò solo, crollerò. In mille pezzi. Tutto quello che cerco sempre di nascondere.

ho un cuore elastico. ( ma se tiri troppo si spezzerà )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora