CAPITOLO 1

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‼  avvertimenti  e note che non riscriverò in ogni capitolo, quindi fate attenzione prego: 

non adatto ai più piccoli o a chi è sensibile. 

si, il titolo è tratto da " Elastic Heart " Sia.  ( canzone stupenda, se non la conosci valla a sentire ) 

la copertina della storia l' ho disegnata io e le copertine dei capitoli saranno un misto di fan art prese qua e là. 

alcune cose presenti nella storia sono Canon. altre no, ho un pò modificato la sua storia.

nel caso di eventuali errori grammaticali, mi dispiace molto 😅.

ho aspettato molto per pubblicarla e FINALMENTE è qui 🥳 sono troppo felice e spero piaccia anche a voi. 

vabbè, vi ho scocciato abbastanza, buona lettura. fatemi sapere cosa ne pensate. 💋



Una doppia vita:

Ehhmmm, dunque, sono Angel. non ti saluterò sei solo un foglio di carta. a dire il vero non so come possa aiutarmi tutto questo, ma Charlie ha detto di provare a mettere per iscritto la mia storia, che mi aiuterebbe ad elaborarla. A quanto pare non ci sono ancora riuscito.

È assurdo. non sono nemmeno sicuro che funzionerà tutta questa cosa della redenzione, ma mi sono ripromesso di provarci sta volta, quindi mi affido a lei.

Allora ....... Non so da dove iniziare ...... ok, ci sono:

ho detto di chiamarmi Angel, ma non è sempre stato così.

Una volta mi chiamavo Anthony. Un bel nome dopotutto.

Sono cresciuto in una famiglia che non si può certo definire perfetta, con un padre che non si può certo definire padre.

Dell' Italia: il paese dove sono cresciuto, ho bei ricordi degli ulivi e del mare, che ogni tanto mia madre ci portava a vedere, ma che tanto venivano subito spazzati via dal grigio della monotonia e dei muri di una città straziata dalla guerra.

Ma perché non era una famiglia perfetta ti starai chiedendo; Credo di essere cresciuto con il peccato già nell' anima: mio padre era un mafioso, trafficava droga in tutto il paese e all' estero. Non so se sia sempre stato così o se la disperazione della guerra lo abbia cambiato, ma da quando ho memoria non mi ha mai prestato la minima attenzione. Non contavo nulla.

Però non era tutto così orribile: mia madre e la mia amata sorellina Molly erano l' unico raggio di sole in quel cielo nuvoloso che era la mia vita. Qualcuno che mi amava c' era, e non ci avrei rinunciato per nulla al mondo.

Mamma ha cercato di farmi avere un' infanzia il più normale possibile: ricordo ancora il suo profumo e la gioia di quando mi raccontava delle storie. Era una donna molto colorata e piena di vita. Molly probabilmente ha preso da lei ( grazie a dio )

Come ho detto papà non mi prestava la minima attenzione, anzi mi guardava sempre come se fossi la peggio feccia. Mi faceva male certo, però avevo mamma.

Vissi la mia infanzia in una specie di sogno: con mia madre che, mi rendo conto ora, voleva proteggermi da quello schifo di realtà. E così cercai di fare con la mia sorellina più piccola, quando le diagnosticarono il cancro.

Mi sembrò di morire. Tutto il mio mondo si capovolse.

La vidi spegnersi lentamente; ogni giorno cambiavo l' acqua nel vaso con i fiori sul comodino, provavo a farla sorridere, ed ogni giorno era sempre più debole e pallida. Continuai ad indossare un sorriso finto per non far preoccupare Molly, non venne mai a sapere che di notte piangevo in silenzio.

Ero abbastanza grande da capire la situazione e sapevo che non ce l' avrebbe fatta.

Vissi i miei 11 anni così; e provando un' odio profondo verso mio padre che non si curava di lei. Non gli importava. Né di lei, né di me, né di Molly. Contavano solo i suoi fottuti affari.

Arackniss seguì le sue orme da quando riesco a ricordarlo. Probabilmente perché aveva paura di contraddirlo. Non posso giudicarlo, avevo paura anche io. Non so nemmeno dove sia ora, non ci parliamo da anni, neanche quando ero vivo.

Ma se pensi che sia la parte peggiore aspetta e vedrai:

ho sempre saputo di essere di bell' aspetto; le occhiate per strada me lo confermavano. Iniziai a sentire di non sopportare più tutta la pressione e l' angoscia in quella casa, dovevo smaltire quelle sensazioni che ogni giorno mi soffocavano sempre di più.

Non sono veramente sicuro di come sia iniziata; mi ricordo un locale, poi il buio. Dopo un po' ripresi vagamente i sensi e mi resi conto di sentire freddo, di non avere più la camicia e una strana sensazione per tutto il corpo, come brividi. In fondo a tutto questo c' era dolore, ma non ci badai. Era tutto confuso e dopo un po' mi riaddormentai.

Mi svegliai ritrovandomi per terra in una stanza buia, la mia camicia era chissà dove ed i pantaloni sgualciti. avrei dovuto essere spaventato, ma ero tranquillo, così tranquillo come non lo ero ormai da anni, ed era bello.

Un po' di tempo dopo iniziai ad avere mal di testa e vertigini, mi sembrava di impazzire. Non sapevo cosa fere. come un' illuminazione divina vidi delle bustine di mio padre in un cassetto mezzo aperto. Poi .... quello che feci fu' guidato dall' istinto e dalla disperazione.

Mi faceva stare bene con me stesso e con i casini che dovevo combattere giorno, così continuai senza nemmeno rendermi conto per quanto tempo, e presto diventò un circolo senza fine. Avevo 12 anni.

La mamma continuava a peggiorare e papà continuava a fregarsene altamente di noi. Ero abbandonato da tutti, dal mondo. La solitudine è forse la peggiore delle torture. Non bastava più dimenticarmi del dolore; avevo bisogno di sentire attenzione, avevo bisogno di sentire amore.

Di nuovo, la risposta mi arrivò senza che mi sforzassi di cercarla. Così a 13 anni iniziai il mio lavoro di prostituzione.

Mi sentivo amato, mi sentivo forte, finalmente qualcuno che mi voleva davvero. Ricordo tutti i profitti che nascondevo in una scatola sotto il letto, l' eccitazione di quando di notte usavo i trucchi di mia madre (tanto non le sarebbero più serviti) e scappavo uscendo dalla finestra.

Una doppia vita.

Non mi passò minimamente per la testa che in realtà quella che credevo essere la mia salvezza, stesse diventando la mia rovina.

Con gli anni l' emozione del segreto svanì e anche se non lo dissi mai a nessuno, iniziai a sentirmi sempre più vuoto e infelice. Ma non riuscivo a smettere: quella sensazione di essere amato .... anche se per quanto cercassi di convincermene, non era affatto vero amore. era l' unica cosa che riusciva a farmi sentire vivo.

Avevo 16 anni e la mamma si spense definitivamente. prova a spiegare alla tua sorellina di soli 10 anni che non vedrà più sua madre. Già.

Da lì le cose andarono solo peggio: mio padre incominciò a bere più di quanto facesse prima, e prova a indovinare su chi voleva sfogarsi? Non potevo certo permettere che facesse del male a Molly, quindi .......

Il mondo mi crollò addosso di nuovo e ritornò a fere tutto schifo. 

#nota autore: per cominciare in bellezza......

ho un cuore elastico. ( ma se tiri troppo si spezzerà )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora