(Ho modificato il capitolo precedente, Clarke non conosce ancora il nome di Lexa spero non sia un problema🤍)
Pov's Clarke
Sono passati due giorni da quando siamo arrivati, avevamo progettato un piano di fuga, ma Emily ha spento le nostre speranze, raccontandoci storie di umani che ci avevano provato prima di noi e che non erano arrivati al giorno dopo.
Ci avevano diviso in base a cosa sapevamo fare, io lavoravo al maneggio, non chiedetemi a cosa servono dei cavalli a dei lupi mannari, perché non ne ho la più pallida idea, però sono contenta di quello che faccio.
I miei genitori mi portavano sempre in maneggio da piccola amavo cavalcare e ora che sono a stretto contatto con questi bellissimi esemplari, senza poter salirci sopra e sentire il vento tra i capelli mi uccide.
Un nitrito mi sveglia dai miei pensieri.
mi giro, sgranò gli occhi, un cavallo nero come la pece con una lunga criniera dello stesso colore, è stupendo.
Mi avvicino piano, ma si innervosisce così mi fermo,abbasso la testa e metto una mano avanti inizialmente sento che non fa nulla ma poi la mia mano entra a contatto con una superficie morbida e pelosa, alzo lo sguardo e mi ritrovo a pochi centimetri dal muso del cavallo.
"Ciao" sussurro appoggiando la mia fronte contro la sua.
"Anche tu sei chiuso qui dentro" dico al animale che ora mi sembra l'unico che può capire come mi sento.
Non è solo questa strana situazione è da tutta la vita che sono rinchiusa: in casa, a scuola o più semplicemente nella monotonia dei giorni.
Vi sembrerà assurdo, ma non mi dispiace stare qui, ogni giorno è un avventura, continuo a scoprire cose nuove di questo mondo e poi c'è quella sensazione, come un calore dentro di me, all'improvviso non sento più quel buco,quel vuoto che prima riempiva le giornate.
Devo ammettere però che ogni tanto ho anche un po' di paura, qui rischio la vita per ogni minima sciocchezza, ma ora non me ne frega più nulla.
sono davanti alla morte e la sto accarezzando, l'unica cosa che voglio in questo momento è essere un tutt'uno con lei.
Senza pensarci, monto sopra l'animale, mi dirigo all'uscita della stalla e volo via, sento l'aria che mi circonda, il vento, là velocità.
Mi aggrappo stretta alla sua criniera per non cadere, era da una vita che non mi sentivo così libera, faccio un giro,ma quando ritorno alla stalla qualcuno è appoggiato allo stipite del box.
L'ansia mi invade, chi è?...ho preso un cavallo senza chiedere, sono andata a cavalcare quando mi era stato detto che non potevo neppure toccarlo se non per la sua cura, sono morta.
Scendo tenendo lo sguardo basso e strizzando gli occhi per paura di un gesto violento.
"È bella vero" disse una voce dolce e gentile.
Alzo lo sguardo senza però incontrare i suoi due bellissimi smeraldi verdi, è lei lo avevo già intuito dalla voce ma il suo abbigliamento completamente nero e la fascia che scende dalla spalla me lo confermano: è l'alpha.
"Si è stupendo" gli accarezzo il muso
"StupendA" mi giro stupita
"Posso chiederle come si chiama alpha?" Chiedo curiosa.
"Come mi chiamo io o lei,umana?" Disse fredda, avrò detto qualcosa di sbagliato forse non vuole dirmi come si chiama, anche se io intendevo il cavallo, però sapere il suo nome mi piacerebbe molto, sento una sorta di legame con lei una scossa che mi pervade ogni volta che sento la sua voce o solo sono in sua presenza.
"Entrambe.." chiedo un po' incerta, so che non mi farà del male me lo sento.
"Lei si chiama wanheda"
"Wanheda" dico con una strana pronuncia, lei scoppia a ridere e per un secondo mi dimentico come si respira.
"Significa comandante della morte, è nella lingua che parlavano i miei avi" allora wanheda non solo a me davi l'impressione di sembrare la morte.
"Tu invece..." chiedo speranzosa,
"Cosa ci facevi sul cavallo" cambiò subito argomento...perché non me lo vuoi dire, fidati di me.
"Facevo un giro" faccio la vaga, non sono scema so che sto giocando con il fuoco, ma non capisco perché si comporti in questo modo, prima è dolce ride pure, un attimo dopo torna con il suo tono freddo, avrei una voglia matta di guardarla negli occhi, ma dopo "l'incidente" di due giorni fa mi hanno rimproverato e detto esplicitamente che se l'avessi rifatto non sarebbe finita bene. Inoltre Questa notte è successa una cosa strana...lei non c'era.
"Pensavo ti avessero elencato le regole della casa!?" Disse arrabbiata più che mai. perché, perché deve essere tutto così complicato, non posso solo abbracciarti e dimenticarmi di tutto, avrei voluto gridarglielo in faccia, ma non lo feci.
"Si l'hanno fatto" sussurro così piano che non credo nemmeno mi abbia sentito.
"E allora cosa ci facevi su quel cavallo" fa un passo avanti, indietreggio spaventata, 'non mi farà del male' mi ripeto nella testa cercando di convincermi.
"Scusi alpha n-non sono riuscita a resistere" dissi piano con il cuore che mi tremava, un altro passo in avanti, sempre più vicina a me.
Strinsi forte gli occhi non sapendo le sue intenzioni.
"Ti piace andare a cavallo..."
La sua voce tornò gentile, una mano mi accarezzò teneramente la guancia tirando dietro l'orecchio una ciocca bionda ribelle. Trattenni il fiato godendomi del contatto della sua mano calda sulla mia pelle, vorrei che questo momento non finisse mai. Annuisco distrattamente.
"Bene allora potrai cavalcare quando vorrai, ma prima di andare avvisami, voglio sapere dove sei e non provare a scappare, ti ritroverei anche in capo al mondo" Mille domande mi pervadono..era una minaccia? o una promessa?, non faccio in tempo a fiatare che già è troppo lontana. I capelli le svolazzano per colpa del vento, inconsciamente sorrido.
Cosa mi stai facendo alpha.
Autrice🤍
Scusate per il cambiamento ma così mi sembrava molto più Figo. Spero vi piaccia.
xoxo🤍

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Siamo leggenda
WerewolfClarke, ragazza di sedici anni dolce e sensibile il passato le ha portato via la persona più importante della sua vita: suo padre.. Lexa, alpha del più forte branco del Nord America. forte sicura di se e estremamente egocentrica. Due facce della ste...