12: sogniamo in una stanza

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la guardo dormire, è così bella con i capelli oro, che accarezzano il suo viso in maniera disordinata, con gli occhi chiusi e quelle labbra che ormai desidero da mesi.
Guardo l'orologio sul comodino sono le quattro di mattina, sono rimasta tutta la notte a guardarla, godendomi ogni suo dettaglio e cercando conforto nel suo calore. Ho sempre vissuto da sola, amo con tutta me stessa mia sorella e il mio branco, ma nel profondo sento una solitudine immensa che mi pesa sul cuore. Un peso che ora non sento, che il suo respiro calmo e sereno colma. So che è sbagliato, so che l'amore è una debolezza, ma ogni volta che la vedo io mi sento viva, sento il bisogno di proteggerla, di amarla. Quando l'ho vista alla porta, il mio cuore si è spezzato, non pensavo fosse lei, speravo si fosse adattata e che si fosse dimenticata di me. In fondo lei non sente quello che sento io, giusto? cosa intendeva stasera? cosa voleva dire con "io non ti vedo più"? che hai passato mia piccola luna per riuscirmi a vedere?  le domande mi perseguitano e gli occhi non si decidono a chiudersi. Ormai l'alba inizia a colorare la stanza, sono già le sette, tra meno di mezz'ora dovrò scendere da questo letto e affrontare la realtà. Una realtà che senza di te mi fa sempre più terrore. Come farò a vivere senza la capacità di trasmetterti tutto l'amore che sento in questo momento, ma soprattutto come farò a guardarti con freddezza, come se tu fossi una dei tanti umani che circolano per la casa, senza poter intrecciare lo sguardo con quei magnetici occhi blu.
Il letto si muove e mi fa risvegliare dai miei pensieri.
pov's clarke
Un raggio di sole mi sveglia cerco di aprire gli occhi, ma la troppa luce me lo impedisce.
Una mano calda mi accarezza i capelli e una sensazione di pura pace mi invade, vorrei che questo momento non finisse mai.
Riesco finalmente ad aprire gli occhi e due iridi a me tanto famigliari mi accolgono.
"buongiorno" dice Lexa in un sussurro, quasi per farmi adattare alla realtà e non più a quel nero che fino a pochi attimi fa mi inghiottiva.
"giorno" dico con la voce impastata dal sonno. Rimaniamo a fissarci e mi perdo nei suoi occhi come sempre.
"Scusa per ieri, io davvero non so cosa mi sia preso" cerco di spezzare il silenzio che stava diventando quasi imbarazzante.
"non fa niente, ma mi piacerebbe sapere cosa è successo" la voce diventa più fredda, più decisa come se volesse mettere un muro fra noi due.
"io non so se me la sento, non ora" cerco di spiegare
"va bene" la sento sbuffare frustrata. Poi la sua faccia cambia non è più serena, è come se improvvisamente avesse realizzato qualcosa, che a me è ancora ignoto.
"Clarke non puoi fare così, non puoi venire nelle mie stanze se hai un incubo" distoglie lo sguardo e cerca di alzarsi dal letto
"io.. lo so è che, avevo paura e non so il perché, mi è venuto l'istinto di venirti a cercare" le stringo il polso voglio che mi guardi di nuovo, voglio che mi accarezzi ancora come faceva poco prima che mi svegliassi.
Finalmente si gira, i nostri sguardi si scontrano di nuovo e finalmente cede.
"mi spieghi almeno cosa significa che non mi vedevi?" si ristende sul grande letto a pancia in giù, reggendosi sui gomiti per non distogliere i nostri sguardi e come se mi avesse letto nella mente inizia a giocare con le punte bionde dei miei capelli, non gli accarezza dolcemente come prima, ma mi accontento.
"in realtà non so bene nemmeno io come spiegartelo" dico, ora tutta la sua attenzione è su quella singola ciocca dei miei capelli che si arrotola tra le dita come se fosse un anti-stress.
"so dirti però che ogni volta che faccio un brutto sogno, mi sento sola o in pericolo vedo i tuoi occhi e non so il motivo, ma grazie a te io mi sento al sicuro"
il verde mi assale, ritorna a fissarmi come se avesse appena realizzato qualcosa, io mi perdo solo in quel colore intenso.
"io lo so il perché" la osservo stupita, muoio dalla voglia di capire e credo che lei se ne sia accorta.
"sei la mia mate" il freddo mi assale di nuovo, lei svia lo sguardo sulla tappezzeria della stanza.
"sai chi è il mate?" decisa mi chiede.
" ne ho sentito parlare, dovrebbe essere, tipo.. insomma l'anima gemella" sono imbarazzata a morte, non voglio insinuare di essere la sua anima gemella, poi perché non credo sia molto possibile dal modo in cui mi tratta.
"si e no, il mate è il tuo compagno, è molto più profondo dell'anima gemella, la luna ha legato le anime dei due compagni e essi sono destinati ad amarsi" la sento appena, sta sussurrando forse per la vergogna.
"tu.. insomma.. sei sicura sia io..??"
Sento il cuore accelerare, non me ne accorgo nemmeno e in un secondo é sopra a me, a un centimetro dal mio viso.
Il suo respiro mi accarezza le labbra e i nostri nasi si sfiorano, non riesco a vedere altro che le sue labbra, lievemente screpolate e di un colore rosa acceso. Si avvicina ancora, ora a separarci c'è meno di un millimetro basterebbe anche solo un mio piccolo movimento e finalmente assaggerei il sapore di quelle labbra.
"si, sono certa che tu sia la mia mate" sussurra roca, chiude gli occhi come a cercare la forza per far qualcosa e poi si solleva da me, scendendo dal letto quasi ustionata dal nostro contatto.
Il ricordo delle parole di Alex mi risveglia come una secchiata gelida. "ti ha rifiutato".
Sento gli occhi inumidirsi, ma prendo coraggio.
"mi hai rifiutato?" mentre pronuncio queste parole, un peso mi cade sul petto e il respiro accelera.
il suo sguardo stupito mi colpisce.
"no.. non ancora" quasi trema a dire queste parole, sento che non lo vuole, ma perché allora non mi accetta? le faccio così schifo perché sono umana?
"hai intenzione di farlo vero?" una lacrima mi bagna la guancia, ma l'asciugo subito prima che lei se ne accorga.
"non ho scelta diventando la mia mate, non saresti solo la mia compagna, ma anche la luna del mio branco e io questo non lo posso permettere" le sue parole arrivano decise anche se il suo sguardo non mi incrocia mai.
Allora do voce ai miei pensieri, ho bisogno di risposte.
"Ti faccio così schifo?" sussurro non mi sono mai sentita così inutile in vita mia. Ho sempre avuto una buona autostima, di solito ero io quella che rifiutava i ragazzini che mi facevano la corte e in generale anche se un ragazzo mi piaceva e lui non ricambiava i miei sentimenti, non ne facevo una tragedia. Perché con lei invece tutto questo mi distrugge, sono ferita dalle sue parole come se mi avesse appena preso a pugni.
"tu non mi fai schifo Clarke, mi fai tutt'altro che schifo, doverti rifiutare sarà la cosa più dolorosa che farò in vita mia, ma devo" si inginocchia davanti a me che ormai ero seduta sul bordo a testa china con i capelli che coprivano il mio volto, ormai rigato dalle lacrime che non volevano ascoltarmi e cessare.
Mi sentivo profondamente umiliata, non volevo apparire così fragile, soprattutto non davanti a lei che mi stava praticamente lasciando.
"ti prego non piangere, mi uccidi così" mi toglie le lacrime dalle guance, prendendomi poi le mani nelle sue.
"io non ti saprei amare, mi hanno sempre insegnato che l'amore è una debolezza".
pov's Lexa
Sono in ginocchio davanti a lei e tutte le mie convinzioni si sgretolano e una sola domanda mi invade la mente.
La voglio rifiutare perché l'amore è una debolezza o perché ho paura che lei rifiuti me dopo aver visto il mostro che sono e che mi porto nel anima da tutta la vita?
Non faccio in tempo a darmi una risposta che sento due mani intrecciarsi dietro il mio collo esattamente come il nostro primo incontro, ma questa volta non mi stringe a lei, ma le sue labbra catturano disperate le mie.
i miei pensieri vanno a puttane, come tutti miei discorsi e il mio autocontrollo. Ora sento solo le sue labbra morbide sulle mie, sono umide per via delle lacrime appena versate, ma sanno comunque di ciliegia. Le sue mani passano dal mio collo ad accarezzare il mio viso, le afferro la vita cercando più contatto, ma non contenta mi faccio largo tra le sue labbra cercando l'accesso per approfondire il bacio. Lei appena sente la mia lingua sulle sue labbra le dischiude lasciandomi via libera.
Il bacio diventa sempre più passionale, più bollente fin che non ci stacchiamo senza fiato.
Il suo respiro caldo mi accarezza, le nostre fronti sono ancora attaccate.
Le accarezzo il viso, le tocco le labbra come se ormai fossero una droga per me.
Dopo minuti o ore, non riesco a capire esattamente il tempo che ci ho messo per staccarmi da quella posizione, le diedi un bacio sulla fronte.
"vediamo come vanno le cose che ne dici?" le chiedo sperando che comprenda che ho bisogno di tempo per capire cos'è la cosa migliore da fare.
" va bene, ma solo ad una condizione" mi dice seria
"quale?" chiedo ormai ansiosa, sperando che non sia una pretesa assurda.
"posso venire da te se faccio ancora un incubo?" mi chiede imbarazzata.
Mi siedo di fianco a lei che era appoggiata al letto, facendo finta di pensarci.
"no, Clarke non puoi, devi. Sei la mia mate e fin quando lo sarai é mio compito proteggerti, anche solo dagli incubi" lei si avvicina a me e si accoccola sulla mia spalla, le accarezzo lievemente la schiena arrivando fino ai capelli morbidi. Poi però la sento irrigidirsi contro di me.
"vuol dire che quando mi rifiuterai non mi proteggerai più?" questa sua domanda mi pugnala il cuore, sarò davvero in grado di non proteggerla più? mi rifiuto di darmi una risposta ora, forse perché sarebbe troppo dolorosa.
"ti prego non pensiamoci ora, prendiamoci il nostri tempo, poi magari sarai proprio tu a volermi rifiutare"
ritorna a rilassarsi contro il mio petto.
"non credo sai" la sento sussurrare. le do un ultimo bacio sulla fronte e poi mi alzo
"è ora di affrontare la realtà, mi sa che è meglio se tu torni nella tua stanza per prepararti" lei fa un sorriso accennato, poi si alza e con un aria quasi teiste si avvia alla porta, sa bene quanto me che aprendola il sogno che vivevamo qui dentro svanirà.
"va bene..quindi ciao" mi saluta a disagio. Apre la porta, ma d'istinto la blocco prima che esca, le afferro il polso e mi fiondo sulle sue labbra che di nuovo si incontrano con le mie e danzano insieme. Ci stacchiamo ancora con il fiato corto.
"mi è venuta un improvvisa voglia di andare a cavallo, riesci a preparare wanheda per il pomeriggio??" le chiedo speranzosa. lei sorride capendo che la mia era solo una scusa per rivederla e annuisce.
"a oggi pomeriggio" mi dice prima di lasciarmi un ultimo bacio a stampo e scomparire dietro la porta.
Non so cosa accadrà da oggi in poi, so solo che in me una nuova emozione è nata e spegnerla sarà l'impresa più dolorosa che affronterò nella mia vita.
autrice💚
So che non pubblico da tanto e mi spiace per questo, non riesco più a scrivere e per questa storia non ho più idee. Vi prego di consigliarmi anche in privato se avete dei consigli. Grazie mille
xoxo vicky💚

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 03, 2023 ⏰

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