Prove di rapimento.

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Ho passato la prima notte serena da quando sono a Baker street, il chiarimento con papà è stato in parte risolutivo. 

 Ho appena il tempo di fare una colazione veloce che Anthea mi avvisa al cellulare che mi aspetta in strada. La raggiungo e salgo nell'auto con alla guida Albert. Non sono troppo contento di tornare da Greg, ma l'ho promesso a papà per tranquillizzarlo.

Anthea indossa un tailleur grigio, con una camicetta bianca ricamata, forse indugio troppo nell'osservarla perché sorride sorpresa per tanta attenzione.

"Tranquillo Sherrinford avrai qualche esame da fare, forse qualche iniezione in più, ma dolorosa." La guardo sconcertato, balbetto come uno stupido.

"Ma papà aveva detto che Greg aggiustava solo la terapia!" Lei ride agitando i folti capelli, ha un profumo delicato che invade l'auto. "E' uno scherzo, stupido."

Sorrido e le allungo una spinta benevola. "Lo sai che odio gli ospedali! Non farlo più."

Solleva le sopracciglia e vedo che ha una domanda stretta fra le labbra.

"Mycroft in ufficio mi è sembrato più sereno. Vi siate chiariti?"

"Immagino che tu lo abbia sgridato e non credo di sbagliarmi visto che ieri ci siamo lasciati malissimo."

Mi guarda con l'innocenza stampata in volto. "Credi? Però più che sgridato direi...consigliato." Ride. "Però ha recepito a quanto vedo. Sei raggiante stamattina e lo era anche lui."

"Sì, ci siamo chiariti e ha promesso che mi racconterà di mamma. Ha ammesso di non essere riuscito a superare la sua morte."

Lei scuote la testa, parla con dolcezza. Ha una grande stima di Mycroft, ma soprattutto sa che ha sofferto.

"Dagli tempo, Hayc, i sentimenti e le emozioni non sono il suo pane." Mi batte la mano sul ginocchio.

"Lo farò, aspetterò che sia pronto." La vedo serena, torna a guardare il paesaggio che scorre dal finestrino.

"Sai Anthea, nessuno dei due era pronto a creare un legame così inaspettato e da parte mia non riesco ancora a perdonare."

Mi accarezza la mano. "Vedrai che tutto si sistemerà, tu rimani il bravo ragazzo che sei."

Rimango silenzioso, ma mi piace quello che mi ha detto, l'auto vola veloce verso la clinica. La giornata è luminosa e piacevole.

Sento ronzare il suo cellulare, risponde preoccupata. È Mycroft da quello che intuisco e vedo il volto di Anthea contrarsi.

Qualcosa sta andando storto, perché sento il suo respiro aumentare il ritmo.

Chiude velocemente la chiamata e mi urla. "Svelto, Sherrinford, apri lo sportello sullo schienale davanti a te, c'è un giubbotto antiproiettile, indossalo velocemente."

La guardo preoccupato, ma è così risoluta che percepisco il pericolo.

"Codice 77." Lo urla ad Albert, sento l'auto aumentare l'andatura, apro il vano davanti a me e indosso il giubbotto come fossi un contorsionista.

"Cosa sta succedendo?" Balbetto, ma lei troppo presa dagli eventi non risponde, mi sollecita a gesti a rimettermi in ordine, poi mi spinge giù sotto il sedile.

"Rimani lì, fino a quando non te lo dico." Siamo in pericolo ma non capisco il perché.

"Anthea, ma cosa succede? Rispondimi ti prego." Torna a fissarmi autorevole. "Sei il "pressure point" di Mycroft e certi nemici che aveva, si sono mossi subito. Lui lo ha percepito è per questo che sei con me."

Un piccolo posto dentro al cuore :  Sherrinford Haycok HolmesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora