L'ice man

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L'uomo, avvolto nel Crombie nero, camminava con incedere elegante lungo il corridoio rischiarato dalle deboli luci artificiali. 

Il ticchettio dell'ombrello ne segnava il passo, alcune rughe gli solcavano il volto maturo ma ben curato.

Arrivò alla stanza al quarto piano dell'ospedale San Bart di Londra e si fermò, la mano indugiò tremante sulla maniglia della porta. Si schiarì la voce, si preparò con un sorriso controllato ed entrò.

Virginia giaceva appoggiata ai cuscini, la testa di lato, gli occhi socchiusi. L'odore del disinfettante raggiunse le narici di Mycroft,  strinse le labbra, appoggiò l'ombrello con gesto affettato, si tolse il cappotto e si sedette sulla sedia.

"L'hai trovato Myc?" Mormorò con un filo di voce la donna pallida. Allungò la mano per prendere quella dell'uomo. Lui la afferrò saldamente e scosse la testa. "No, Virginia non ancora."

Si sentiva in colpa per non essere riuscito a rintracciare il figlio, smorzò la frase trattenendo il respiro. "Mi dispiace, Sherrinford sembra sparito, ma sicuramente è a Londra ed è vivo, ne sono sicuro."

Lei tossì, Mycroft le versò poca acqua nel bicchiere e la aiutò a bere. La flebo era quasi terminata, una delle tante della sua giornata di dolore. La malattia avanzava troppo velocemente.

"Ho fatto troppo male a nostro figlio perché Dio mi permetta di rivederlo." Singhiozzò mentre le lacrime le scendevano copiose sulle guance pallide.

"Non dire così Virginia, non sentirti in colpa per averlo dato in adozione. Eravamo giovani entrambi, non avrei dovuto credere alle bugie dei tuoi genitori, avrei dovuto cercarti." 

Sentì un dolore sordo al centro del petto mentre le stringeva la mano fredda, lei era la donna bellissima e delicata che avrebbe voluto sposare per crescere quel figlio di cui era venuto a conoscenza pochi giorni prima. Una serie di malintesi e incomprensioni li avevano allontanati separandoli per sempre. E ora era troppo tardi.

"Promettimi che lo troverai, che ti prenderai cura di lui, parlagli di me. Digli che non l'ho mai dimenticato."

I singhiozzi si fecero più rapidi.

"Lo farò Virginia, te lo prometto e lo cercherò ancora."

Si tranquillizzò, Mycroft le baciò la fronte e tremando le accarezzò i pochi capelli rimasti dopo le cure. 

Avevano il colore dell'oro quando, poco più che maggiorenni, si incontravano nella tenuta di Musgrave vicino al fiume, desiderosi di crearsi un futuro, felici e innamorati.

Virginia chiuse gli occhi e si abbandonò spossata, lui si chinò e le baciò le labbra screpolate, riaprì gli occhi febbricitanti.

"Ti amo Myc e ho amato anche Sherrinford per quel poco che mi è stato concesso di tenerlo."

Cercò aria e socchiuse gli occhi. "Avresti dovuto vedere la sua faccina buffa e le sue manine paffute, era dolcissimo, il dono più bello che potessimo ricevere." Le mancò il respiro. 

 "Diventa un buon padre.... amore mio." 

Le ultime parole si erano fatte fievoli, si assopì senza dolore con un sorriso delicato su quel volto di ragazza che aveva tanto amato. 

Mycroft Holmes, l'uomo più potente della Governance, le accarezzò la fronte che si fece sempre più fredda.

Virginia, il suo amore giovanile, la madre del suo unico figlio lo aveva lasciato per sempre.

Un piccolo posto dentro al cuore :  Sherrinford Haycok HolmesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora