3 - Never going back

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Il solito grigiore di Boston incombeva anche in quel nuovo giorno sopra la città. La giornata era fredda, sembrava quasi che stesse sul punto di piovere, le foglie volavano per le strade e i rimasugli di neve dei giorni precedenti si potevano scorgere lungo i marciapiedi. Ma ciò nonostante, le strade erano sempre piene di persone che correvano da una parte all'altra della città. Soprattutto, in federazione c'era chi durante quelle fredde giornate non si staccava dal proprio lavoro: quattro uomini si ritrovarono sempre nello stesso luogo, lontano dagli altri colleghi, troppo uniti tra di loro per poter ammettere a quella cerchia altre persone.

Però, uno di loro, aveva la testa altrove: sentiva gli amici parlare, ma non capiva il discorso. Era appoggiato al muro mentre osservava fuori dalla finestra con i suoi occhi di colore così simili alle nuvole di quella giornata.
Austin si trovava lì solamente perchè non aveva avuto voglia di sentir pregare i suoi amici di raggiungerli in palestra, non era dell'umore di farsi vedere in giro dopo gli avvenimenti di pochi giorni prima. Si sentiva molti sguardi addosso che, senza pensarci due volte, ricambiava fulminando; era stata un umiliazione per lui essere portato via da quella rissa, lui che era sempre abituato a vincere e ottenere quello che voleva, era stato battuto come un perdente qualsiasi e la cosa peggiore era che ogni mattina, davanti allo specchio, era obbligato a vedere quel brutto livido proprio sotto l'occhio che glielo ricordava.

«Allora, hai intenzione di unirti a noi o interpreterai la parte dell'uomo ferito nell'orgoglio ancora per tanto?» tra i suoi migliori amici, fu Christopher a parlare per primo: si appoggiò alle corde del ring su cui si trovava mentre un sorriso derisorio comparve sul suo volto. Ovviamente, gli piaceva stuzzicare uno dei suoi migliori amici, ed era ancora più divertente quando gli altri gli davano manforte.
Christopher era l'ultimo che si era unito a quel trio: come la maggior parte delle persone nello spogliatoio, aveva sentito le voci che correvano su Austin e non appena scoprì che avrebbe dovuto lavorare con lui non ne fu affatto felice. Fortunatamente, nonostante le voci lo avessero influenzato parecchio, aveva scoperto che dietro quell'orgoglio si trovava semplicemente una persona che amava il suo lavoro e che voleva dimostrarlo, a ogni costo. In fondo, il mondo del wrestling era uno degli ambiti più competitivi che ci fossero al mondo e solamente i migliori venivano ricordati. Inoltre, per sconfiggere il suo carattere burbero, bastava semplicemente allearsi con gli altri due.

«Andiamo, Chris! Ha perso questa faida, fagli fare la vedova ancora per un po'!» lo seguì Robert, che si avvicinò all'amico per dargli una pacca sulla spalla e entrambi se la risero, anche se finalmente riuscirono a catturare l'attenzione del diretto interessato.
Robert, il più grande tra i quattro, era senza ombra di dubbio il pacere del gruppo: non appena sentiva gli animi scaldarsi si metteva in mezzo e, con un'invidiata calma riusciva a rimettere ognuno al proprio posto ed evitare che si sfociasse in brutti litigi. Si poteva dire che era la colla che li teneva insieme.

«Avete finito?» non era in vena di scherzi e la sua voce seria lo dimostrava. «Vi ricordo che ho una caviglia slogata, non posso ancora venire lassù e farvi il culo. Per vostra fortuna, altrimenti sarei io lá sopra a ridermela di gusto, per qualcosa di veramente divertente!»

«Cavoli, è questo l'effetto che ti fa una donna che ti rifiuta?» l'ultimo dei quattro, Kyle, si unì agli altri due compagni per prendere in giro Austin. «Vai in un pub, scopa e risolvi quel muso lungo che hai. Il mondo è pieno di ragazze.»
Kyle era il più calmo tra i quattro: quando riusciva, si estraniava dalle battutine e dalle prese in giro, lasciandosi però scappare qualche risata silenziosa. Era stato il primo ad avvicinarsi ad Austin nel backstage, nonostante avessero due caratteri completamente diversi, legarono sin dal primo momento.

«Sono d'accordo! Ed ehy, ci guadagniamo tutti!» Christopher sostenne l'idea di Kyle, mentre il diretto interessato fulminava tutti non appena aprivano bocca per emettere quelle scemenze. «Tu vai a letto con qualcuna e riabiliti il tuo ego da maschio alpha e noi tre non ti avremo mai più nella versione cagnolino ferito. È una vittoria per tutti!»

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