6 - Remember who you are

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Una nuova giornata era iniziata a Boston: la primavera era sempre più vicina e il gelido inverno stava facendo uscire lentamente la profumata aria di mezza stagione. Le nuvole che annebbiavano il cielo erano sempre meno e stavano lasciando spazio al sole. Erano le dieci del mattino, molte persone erano già ad occupare le sedie degli uffici e girare per la città, mentre altre erano ancora appisolate nel letto, dopo una notte passata un po' troppo a lungo in un pub. Austin si era coperto la testa con il cuscino, per evitare che i fiochi raggi del sole che riuscivano a fuoriuscire dalla finestra lo colpissero in faccia. Il letto era completamente disfatto ed era quasi tutto finito per terra, insieme ai suoi vestiti. Era sveglio e la testa gli scoppiava; non aveva la voglia o la forza di lasciare quel piccolo angolo di paradiso, specialmente in uno dei suoi pochi giorni liberi dal ring.

Ma, quella giornata stava iniziando nel modo sbagliato: i rumorosi pugni sulla porta lo costrinsero ad aprire gli occhi e maledire mentalmente chiunque fosse il povero disgraziato che bussava, facendogli martellare la testa ancora di più. Mormorò parole a caso, senza che qualcuno potesse sentirlo o che semplicemente avessero un senso, ma finalmente, dopo vari minuti, si mise seduto sul letto. Lanciò uno sguardo al telefono sul comodino, ma era morto, molto probabilmente era crollato prima di riuscire a metterlo in carica. Molto lentamente si mise in piedi, perse l'equilibrio per qualche secondo: non si ricordava di aver bevuto così tanto da ridurlo a un post-sbronza cosí forte. L'ultima cosa di cui aveva memoria era che i ragazzi se n'erano andati prima e lui era rimasto solo, non aveva neanche idea di come fosse arrivato a casa tutto intero.
Indossò dei vestiti trovati sulla poltrona in camera e, nel mentre, si diresse alla porta dove i colpi non avevano smesso neanche per un secondo. Se solo fosse stato nelle forze, avrebbe rotto il naso a chiunque ci fosse dietro quella porta.

«Che diamine, amico!» fu Christopher a parlare, mentre gli altri due amici si erano arresi ed erano seduti per terra, in attesa che l'amico desse segni di vita. «Ti stiamo cercando da un'ora! Ma dove ce l'hai il telefono?»

«Prima cosa: abbassa la voce.» Austin fu costretto a toccarsi le tempie per provare a far smettere quelle martellate che sembravano non avere fine, e gli striduli dell'amico non aiutavano. «Seconda cosa: mi è morto il telefono e ultima cosa... Prova ancora a fare una cosa del genere e la prossima cosa che sbatterai su questa porta sarà la tua testa.» mentre lo guardava con uno sguardo assassino indicò la porta, riferendosi alla sua rumorosa sveglia personalizzata.

«Io penso che stia bene, Chris.» Robert si mise in piedi, dando una pacca sulla spalla all'amico e spinse gentilmente via il padrone di casa per entrare dentro.

«Si può sapere che cosa volete?» dopo che anche gli altri due amici entrarono nel suo appartamento, fece sbattere la porta e li seguí in salotto dove si erano già tutti buttati sul divano o sulla poltrona.

«Non pensavamo che avessi fatto baldoria dopo che ce ne siamo andati ieri sera.» facendo riferimento alle sue condizioni, Kyle, poggiò i piedi sul tavolino di fronte al divano, mentre incrociava le braccia e non riuscí a trattenere una risata mentre il diretto interessato fulminava tutti e tre i suoi amici. I tre uomini si erano, ancora una volta, alleati contro Austin.

«Dobbiamo aspettarci qualcuno che esca da quella porta?» con un cenno del capo indicò la camera dell'amico.

«Sono tante cose, ma non dormo con una sconosciuta ogni sera. Dovreste saperlo.» Austin incrociò le braccia mentre portava lo sguardo sui suoi amici, che sentirono il dovere di alzare le mani come per dare ragione al diretto interessato. Ed era vero, non era solito dormire con una ragazza conosciuta da poche ore; qualche volta gli era capitato, ma non era mai stata una sua abitudine.

«Dovresti... Sai, per allen-...» dopo un finto colpo di tosse, Christopher gli mandò una frecciatina o almeno ci provò, perchè venne interrotto immediatamente dall'amico.

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