Aurora aveva passato gli ultimi due giorni a pensare a ciò che era successo: aveva iniziato a sentirsi molto in colpa per come aveva trattato Kyle, lui non era come Austin e di certo non era venuto fino a casa sua per accusarla di qualcosa, a differenza della sua vecchia conoscenza. Però, mentre Kyle le raccontava cosa il suo amico gli aveva detto, il sangue le era andato al cervello: aveva riposto tutte le sue speranze in Austin, pensando che fosse un uomo diverso dall'ultima volta che lo aveva visto al liceo, invece no, era rimasto uno stupido ragazzino a cui non importava di far soffrire le persone. Si era chiesta che cosa ne giovasse a lui nel raccontare quelle brutte cose sul suo conto: non era necessario che le persone sapessero del loro passato, quindi perché tirarlo in ballo? Ci pensava e ci ripensava, ma non riusciva a dargli una spiegazione logica, se non nel continuare a pensare che Austin fosse un bambino nel corpo di un adulto.
Era arrivata anche alla conclusione che la sua reazione fu esagerata: in quegli ultimi giorni aveva avuto così tante volte il telefono tra le mani, pronta a chiamare Kyle per scusarsi infinitamente con lui, anche se non sapeva come fare. L'aveva trattato male e mandato via senza un ragionevole motivo e non gli aveva dato neanche l'occasione di spiegarsi. Infine, aveva deciso che avrebbe preso due piccioni con una fava: era stanca che Austin avesse così tanta influenza sulla sua vita, era il momento di iniziare ad essere superiore ed esserlo sul serio, questa volta, e glielo avrebbe mostrato. Per quanto riguardava Kyle, era una delle poche persone con cui aveva legato lì dentro e distruggere tutto per colpa di un'idiota qualunque non aveva senso e non voleva neanche che accadesse; per cui, Aurora, non aveva ideato proprio un piano per farsi perdonare, avrebbe improvvisato, ma sarebbe stata sincera con lui al cento per cento.
Ancora una volta, si trovava a lavoro: era arrivata in anticipo di almeno mezz'ora proprio per fare la cosa più importante per quella giornata, ancora più del truccare quelle ragazze per lo show. Dopo aver appoggiato le sue cose nel suo spogliatoio, si diresse a passi decisi verso gli spogliatoi dei wrestler: solo una volta aveva fatto quel percorso, quindi procedeva a passi lenti, guardando ogni corridoio e leggendo il nome su ogni porta, finché non trovò quello che stava cercando. Si guardò in giro per poi avvicinarsi alla porta, poteva sentire le grandi risate maschili che provenivano dall'interno, quasi le venne la malsana idea di correre via da lì, ma la cacciò immediatamente dalla testa. Il cuore le batteva velocemente nel petto, sembrava che stesse per scoppiare, ma decise di non darci peso e dopo qualche secondo, battè il pugno sulla porta abbastanza forte da farsi sentire e funzionò, dato che le voci all'interno si abbassarono gradualmente fino a che potè sentire i passi di una persona avvicinarsi e aprire la porta. Sentì mancare un battito quando si ritrovò proprio l'uomo dei suoi incubi davanti a sé: non disse una parola, ma la sua faccia rilassata venne incorniciata dal ghigno su cui Aurora avrebbe volentieri tirato un pugno, se solo ne avesse avuto la forza. Austin si era appoggiato alla porta, non staccando mai lo sguardo dalla bionda davanti a sé, era stato colto di sorpresa, in quanto non si aspettava di trovarsela alla porta, o almeno, non se la ricordava così spigliata. Quello scambio di sguardi sembrò durare per infiniti minuti, ma in realtà era durato solamente per pochi secondi, fino a quando quella bolla non venne fatta scoppiare proprio dalla persona che la ragazza stava cercando.
«Aurora!» Kyle era sorpreso di vederla lì, era intenzionato di andarla a trovare dopo il lavoro per vedere se si fosse ripresa dopo gli ultimi avvenimenti, ma a quanto pare l'aveva battuto sul tempo. Si avvicinò immediatamente alla porta, dando una pacca sul petto di Austin, come a dirgli di allontanarsi per lasciarli da soli. Quest'ultimo portò lo sguardo dall'amico alla ragazza davanti a loro, lasciandosi scappare una smorfia divertita, per poi allontanarsi dalla porta.
«Posso parlarti?» Aurora si sfregava le mani, mentre cercava le parole giuste per dirgli quanto gli dispiacesse, ma sentiva che non esistevano. Non appena vide Kyle chiudere la porta dietro di sé, si appoggiò alla parete dietro di lei guardando le sue scarpe, pensando che sarebbe stato più facile, ma non lo era. «Mi dispiace...» le sembrò quasi banale dire quelle due parole, si meritava delle scuse migliori ma non le venne niente di meglio.
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Waves
Fanfiction"Quando mostri le tue debolezze, c'è chi se ne approfitta e chi se ne prende cura. È così che conosci il valore delle persone" Si dice che il periodo più bello nella vita di una persona sia il liceo: si conoscono nuove persone, probabilmente quelle...