Verità sepolte

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Caleb: Adesso farò un discorso molto lungo, almeno per provare a rimediare alla cazzata che ho detto, perchè so che non ci sono scuse, così mi conoscerai per davvero. Alla fine era quello che volevi, no?
Jude: s-si ma...
Caleb: Sai Jude, tanti non nascono in famiglie agiate come la tua, per alcuni anche semplicemente crescere come un ragazzo qualunque è impossibile.
Jude: C-Caleb se non vuoi...
Caleb: Alcuni hanno delle famiglie che gli vogliono un bene immenso mentre altri hanno genitori che si odiano. Padri che tornano a casa ubriachi tutte le sere e che picchiano le madri, che sono costrette ad abbandonare il proprio figlio per scappare. Lo stesso figlio cresciuto senza madre, che a soli nove anni si vedrá portare via da sotto gli occhi il padre in manette, completamente drogato.

Mia madre non l'ho piú rivista.
Ci sono molte cose che avrei voluto dirle ma non me ne ha mai dato modo.
Vorrei aver potuto raccontarle le mie giornate, i miei umori, le mie gioie e i miei litigi, ma non è mai riuscita a vedere al di là del suo naso. Era cosi presa a pensare al suo futuro che si è scordata di vivermi nel presente. Quel presente tormentato dal quale è scappata, lasciandomi solo... abbandonandomi.

Avevo solamente 6 anni e ancora non sapevo cosa farne della mia vita.  Tutte quelle urla continuavano ad opprimermi e loro non se ne rendevano conto.
Non si sono mai chiesti quello che volevo io... dell'affetto?

Il vero problema, però, è quando se n'è andata lasciandomi solo con quel mostro. Non accettava errori o imprecisioni e, se questo accadeva, ricorreva alle maniere forti, picchiandomi fino a farmi sanguinare ed infine perdere i sensi.
Non importavano le mie suppliche o le mie lacrime, la mia mente era completamente offuscata dallo spettro di mia madre e forse, mentre mi picchiava, pensava proprio a lei. La donna che l'ha lasciato solo, con debiti, una dipendenza da alcol e un figlio da tirar su.

Sai Jude, con il tempo ho imparato a domare, quanto più possibile, il dolore e a farlo mio amico.
Perché non sono mai riusciti a mettersi nei miei panni?

Dopo che mio padre sparí dalla circolazione, le cose non diventarono comunque più facili dentro le mura domestiche dove ero solo, e a scuola non avevo amici.

O almeno, non ne avevo di veri se non Shawn, che aveva altrettanti problemi a cui dover pensare.

Ci supportavamo a vicenda e sapevamo tutto l'uno dell'altro... era facile capirci. È stato davvero un amico fantastico, nonostante avesse anche lui dei brutti traumi... comunque mi rimaneva affianco. Ma dopo un po' fu costretto a cambiare scuola, si era trasferito.

Se n'era andato anche lui.

Così ho rindossato una maschera, che mi proteggeva e che mi rendeva invulerabile. L'atteggiamento da stronzo e il ghigno non sono altro che uno scudo, che uso da fin troppo tempo.

A scuola mi piaceva essere il ragazzo popolare, forse per sentirmi meno solo perchè ero sempre circondato da tanta gente, che alla fine non mi voleva neanche bene. In realtà vivevo in un "mondo grigio", come se fossi coperto da un velo di depressione che lentamente mi uccideva.
Loro non potevano sapere e capire e io continuavo a nascondermi.
Ho preferito rimanere nel mio silenzio perché, anche raccontando, loro non mi avrebbero creduto.
Una volta tornati a casa, loro avrebbero avuto l'amore della loro famiglia, ciò che a me mancava.
Era un carico troppo pesante da sopportare da solo, ma io continuavo a non voler parlarne con nessuno.

Jude, io mi tagliavo.

Mi sono tagliato per molto tempo, trovavo conforto nel farlo... ma una mattina, una di quelle stesse cicatrici mi ha fatto, stranamente, paura. Mi sono spaventato!
Ricordo di aver rotto il vetro in preda alla rabbia, di essermi alzato le maniche e di aver fatto un lungo e profondo taglio davanti allo specchio, ormai a pezzi.
Volevo vedere il mio sangue.
Stupidamente, pensavo che avrebbe lavato via tutto.
Tanto non c'era nessuno che avrebbe potuto fermarmi.

Ripensandoci adesso, usare il termine "vivo" in quelle circostanze mi sembra abbastanza stupido.
Io non vivevo, ma sopravvivevo.
Così riposi il vetro nel mio nascondiglio segreto e promisi a me stesso che non avrei mai più fatto una cosa simile.
Io non volevo morire.
Mi sono lavato, eliminando qualsiasi traccia di sangue sul mio corpo e nella camera, per poi medicarmi e uscire di casa.
Non volevo sopravvivere.
Io volevo vivere.
E volevo amare, cosa che non sono mai riuscito a fare... almeno fino ad ora.

Jude:   ...

Caleb: L'ho chiesto a molti cosa fosse l'amore... mi è stato detto che l'amore è il sentimento più forte del mondo, il sentimento che lo fa muovere, che lo fa girare.
Mi è stato detto che l'amore è un qualcosa di appiccicoso, qualcosa che attacca due persone, e può essere un bene nel senso che quei due resteranno sempre insieme, così come può essere un male perché nello stare sempre attaccati uno dei due, prima o poi, potrà anche scocciarsi e cercare una scusa per scappare via, lontano.
Mi sono state dette un sacco di altre cose, molte anche stupide, comunque così tante che ora non le posso ricordare tutte. Però era difficile crederci. Ognuno ha una propria idea di amore.
Credo che ognuno debba provarlo sulla propria pelle per poter dire cos'è.
Credo che ognuno debba soffire per amore e credo anche che ognuno, dopo aver sofferto, debba guardare le proprie ferite ed raccontarle a qualcun altro.

Sono sempre stato spaventato dall'amare o dal volere bene e mi sono sempre rifugiato dietro una maschera strafottente, forse perché non ho avuto modelli o esempi di queste emozioni da piccolo, ma ora basta. Non voglio più nascondermi, voglio essere sincero almeno per una volta nella mia vita, con te. Te lo meriti.

Jude: C-Caleb...

Caleb: Jude, ormai credo di poter dare una definizione alla parola amore, cosa che non sono mai riuscito a fare in tutta la mia vita... quindi proverò a spiegarlo secondo quello che sento, anche se è abbastanza difficile.
L'amore è quando ti svegli la mattina con pensiero fisso; quando guardi quella sveglia e ti torna in mente quella persona; quando indossi quella maglietta e quei pantaloni con cui l'hai conosciuto che ti ricordano sempre la stessa persona; quando ti metti le scarpe e pensi a quella persona; quando esci di casa e conti i minuti che mancano per incontrare quella persona... sì mi è successo, strano vero? Quando ogni canzone che ascolti è in qualche modo collegata a quella persona; quando mangi, giochi a pallone, corri, siedi, parli, dormi, sogni, e soprattutto litighi hai sempre la stessa persona davanti agli occhi; quando non fai altro che pensare a quella persona; quando le parole di "quella persona" ti rimbombano talmente tanto nella testa da non riuscire a pensare ad altro.

Ma l'amore è anche quando quando non fai altro che pensare a quella persona piangendoti addosso, perchè sai che non ti vorrà mai bene quanto gliene vuoi tu, e quando le parole di "quella persona" ti rimbombano talmente tanto nella testa da iniziare ad odiarle e allo stesso tempo a temere che smettano di rimbombare per timore di perderle per sempre. Quando sai di aver detto delle cazzate e di averla ferita, non riuscendo più a mangiare nè dormire per il senso di colpa.

Jude, so di aver sbagliato, ma ti prego perdonami.
È da quando ci siamo visti la prima volta che non faccio che pensare a te, e anche se non sembra perchè faccio lo stronzo, i-io ti... io ti amo.
In queste settimane, che ci siamo conosciuti meglio, ho realizzato. È giá da quella sera che mi sono innamorato.
Se non mi vorrai, lo accetto.
Sono stato un bastardo, ma ti prego non tagliarmi fuori dalla tua vita, non lo sopporterei.

























Angolo autrice:
Ecco qui il nuovo capitoloooo
Non posso farci nienteee, se uno dei protagonisti non ha un passato con i *controcoglioni* per me non è una storia hahahhahh (strano, no?)
E va beh,  a me piace così :)

Che ve ne pare?
Tra poco arriverá il prossimo, cosa succederà? Jude lo perdona o no?
Chissà... (io lo so, idiota)

Comunque, alla prossimaaaa <3

(E se vi va di lasciare una stellina non mi lamento hahahah)











Ciauuu






❤️

Cremisi e smeraldo || FudouKidou Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora