Parte 20 - Il matrimonio

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In quei due giorni che precludevano l'arrivo di Luka a Shizuoka, Kagami come promesso si diede da fare per cercare un appartamento che aggradasse lei e il marito. Avevano deciso di restare nella città di Shizuoka per il momento e nella provincia di Suruga, lì dove viveva il nonno. Per questo dopo essere stata in banca e chiesto informazioni per un conto in comune per due giovani, si era data da fare alla ricerca della casa. Purtroppo fin quando non apriva un conto non poteva prendere nulla in affitto. Ma poteva già scegliere e dare al limite un acconto per fermare un appartamento che le fosse piaciuto.
Quando aveva trovato un appartamento in un palazzo a cinque piani di Suruga infatti non si era fatta attendere. L'appartamento sembrava perfetto! Era al terzo piano, luminoso e delle dimensioni giuste.
Appena entrata la giovane fu accolta da un ampio spazio, separato da un angolo cucina già arredato da un muretto alto. Su un lato c'erano il bagno e la porta che portava ad una camera grande, sull'altro si entrava nella seconda stanza più piccola ma comunque comoda. In entrambe le stanze c'erano tende, suo padre che era con lei si era assicurato che i pavimenti erano in perfette condizioni, come anche gli armadi a muro che si trovavano nella camera grande e gli elettrodomestici della cucina.
Infine l'affitto rientrava nel budget di settecento euro che si erano prefissi lei e Luka.
"Sono incluse le spese del gas e dell'acqua nell'affitto. Quindi potrebbe esserci un aumento in base al vostro consumo." La ragazza si voltò verso l'agente immobiliare.
"Abbiamo un margine sia per l'affitto che per le spese. La linea internet dobbiamo allacciarla noi?" Chiese osservando di sottecchi il padre.
La stava accompagnando ovunque senza fare domande e la cosa la insospettiva. Sapeva che stava seguendo ogni suo gesto e discorso, si aspettava che da un momento all'altro dicesse qualcosa.
"Sia la rete telefonica che la corrente elettrica." Rispose l'agente. "Mi servirebbe un contratto di lavoro per procedere poi alla locazione."
Kagami annuì, quella era una cosa che non avevano richiesto a Londra. "Mio marito è compositore musicale. Va bene il contratto con la casa discografica?" Chiese
Al che l'uomo assentì stupito. Kagami si voltò in giro per la stanza. Immaginava già dove avrebbe messo il divano e un kotatsu al centro dove potevano mangiare, così per il momento potevano non comprare tavolo e sedie. La stanza piccola avrebbe fatto da sala degli strumenti, Luka ne aveva un po', le due chitarre, il vìolino e ultimamente aveva la passione per gli strumenti a fiato. Già immaginava di portare lì anche il suo koto. Era urgente comprare un letto, anche se pensava all'inizio si sarebbero arrangiati con un futon. L'affitto veniva seicento cinquanta euro circa, se si aggiungevano le spese condominiali si poteva arrivare verso gli ottocento, in pratica mille euro erano da non considerare. Avrebbero dovuto fare le cose con molta calma ma ci sarebbero riusciti, soprattutto perché almeno la cucina era arredata e con elettrodomestici funzionanti.
"La prendo comunque. Mi piace!" Affermò all'impiegato. "Posso darle anche un acconto per bloccare la casa."
"Eh... prima però... ci vuole un contratto..."
"Ha detto che il contratto lo presenterà. Si fidi, lo pagheranno l'affitto." Intervenne Leonard in soccorso della figlia. "Se ci saranno problemi..."
"Che non ci saranno!" Affermò Kagami.
"Che non ci saranno! Saremo comunque garanti io e mia moglie." Concluse Leonard.
L'agente prese appunti e assentiva con la testa. "I vostri nomi?" Chiedeva facendo i conti su una calcolatrice.
"Io sono Kagami Tsurugi Couffaine." Si presentò ufficialmente la nipponica.
Leonard sollevò un sopracciglio, sua figlia aveva usato il doppio cognome? "I garanti siamo noi, Leonard e Tomoe Tsurigi e Mika Blue."
L'agente immobiliare sollevò il capo incredulo. "Tsurugi come ojisama Tsurugi Yuichiro?"
Kagami fissò il padre. "Spero questo non sia uno dei suoi appartamenti?"
"Che io sappia l'edilizia edile non rientra nei suoi affari." Rispose Leonard tra i denti. "Siamo noi!" Disse poi più sicuro all'agente che subito si inchinò.
Kagami fece una smorfia, assurdo come tutti rispettassero e temessero il nonno. "Lasciate stare l'anticipo, dirò a Hino Sama chi voi siete e non ce ne sarà bisogno." Li informò riverente.
Kagami sbuffò non voleva un trattamento diverso da altri e soprattutto non voleva che per il suo nome le alzassero l'affitto.
"Perfetto, grazie mille Katsura San." Disse suo padre inchinandosi.
Al che presero gli ultimi accordi e andarono via. Per tutto il percorso verso casa padre e figlia restarono in silenzio fin quando il cellulare di lei non suonò. "Pronto?" Rispose distratta.
-Sei stanca signora Tsurugi Couffaine?- disse la voce del marito
Lei sorrise. "Scusami ero distratta. Sei pronto? Stai arrivando?" Chiese
-Sto per imbarcarmi, quindi direi dodici ore massimo tredici e ci rivedremo.-
"A che ora atterri?"
-Ore locali verso le nove, però non venire a prendermi.- Disse il ragazzo non ascondendo una risata.
"Mi raggiungi tu?"
-No! Ci vediamo al santuario Shizuoka sengen di Kanbe verso le dieci e trenta.-
"Al santuario?" Chiese lei divertita quanto lui
-Ovvio! Un buon augurio per un nuovo inizio, per un felice matrimonio e soprattutto per non essere sopraffatti da mia madre.- Rise Luka.
"Verrà anche tua madre?" Gli chiese
-No no! Lei viene a prenderla papà e la porta da ojisama. È un momento solo nostro Kagami, prima che inizi a litigare con quel vecchio burbero di ojisama.- Ammise il ragazzo.
"Io ci ho già litigato!" Ammise lei non riuscendo a tenersi tutto dentro.
-Con chi? Non stiamo parlando della stessa persona Kagami!- Le disse lui.
Lei sospirò. "In realtà ieri ho scoperto che sono proprio la stessa persona." Ammise.
Dall'altra parte del telefono non si udì nulla, segno che Luka stava pensando, rimuginando e mettendo tutto insieme.
-Ok! Ci penso io a lui, hai visto mio padre?- Chiese
"Ieri a pranzo."
-Cosa sa?-
"Tutto, sai chi è la sua compagna?" Chiese divertita la nipponica.
-Ancora non la conosco...-
"Ma Natalie la conosci giusto?" Disse lei sempre nello stesso tono.
-La segretaria di Gabriel?- Le chiese lui stupito.
"Sì! Quando mi ha visto è venuto tutto fuori."
-Adesso è tutto chiaro- disse il ragazzo intanto che un: deve spegnere il cellulare sopraggiunse. -Devo andare, hai scelto l'università?-
"Facciamolo insieme e spegni altrimenti non puoi partire." Gli ordinò lei risoluta.
Lui rise. - Ti amo! Ci vediamo domani.-
"A domani..." disse lei staccando e rilassandosi contro lo schienale. Suo padre la osservava sereno. "Cosa c'è?" Chiese sulla difensiva.
"Sei splendida Kagami, la felicità che provi ti rende radiosa e bellissima, te ne rendi conto?" Le chiese lui dolcemente. "Mentre parlavi con lui tanta luminosità è stata sempre più evidente."
Lei arrossì. Non si aspettava una tale dichiarazione.
"Scusami!" Continuò Leonard. "Scusami se sono stato ottuso, sapevo che lui ti rendeva più felice di quanto lo avessi fatto io e non l'ho accettato. Vederti solo parlare con lui a telefono ti ha giovato e sinceramente non so cosa accadrà quando sarete insieme. Dovrei non essere geloso, soprattutto perché parliamo di Luka, l'ho tenuto in braccio appena nato ed ho provato ad insegnargli il calcio."
"Lui non gioca a calcio." Affermò lei.
"No, però c'ho provato. Come il padre lui è tutto preso dalla musica." Ammise sfiorando la mano della figlia con la sua. "Sono contento che lui ti renda felice Kagami, solo questo. Scusami se alle volte sono irascibile." Concluse poi frenando di botto. "Un demone!" Affermò
Kagami sospirò e comprese. "Parcheggia, io vado ad affrontarlo."
"Hai bisogno di aiuto?" Le chiese il padre.
Lei lo guardò, era Luka il suo partner ma.. "Sei mio papà, potrai sempre aiutarmi." Gli disse trasformandosi in Ryuko. Lui contento spense l'auto e si trasformò quella era la loro occasione di stare insieme come padre e figlia.

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