Parte 1ª - La nuova classe

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I figli sono come gli aquiloni: insegnerai loro a volare ma non voleranno il tuo volo; insegnerai loro a sognare ma non sogneranno il tuo sogno; insegnerai loro a vivere ma non vivranno la tua vita. Ma in ogni volo, in ogni sogno e in ogni vita rimarrà per sempre l'impronta dell'insegnamento ricevuto"
(Madre Teresa di Calcutta - pensiero condiviso da Tomoe Tsurugi)

Rientrata in casa Kagami la prima cosa che aveva fatto dopo aver augurato buon anno a sua madre era stata vedere Luka andare via rubandogli un altro bacio, l'ultimo.
Sua madre aveva subito compreso che qualcosa non andava e lei non sapeva come dirle che sì, aveva avuto ragione: gli amici deludevano e quella di Luka Couffaine era una brutta delusione.
Non ottenendo risposte Tomoe era rimasta sulle sue in silenzio. Fino a quando a due giorni dal loro addio Kagami non si era messa a suonare il suo Koto.• estraniandosi da tutto e tutti. Al che Tomoe l'aveva raggiunta, in un primo momento era rimasta ad ascoltarla, poi quando uno dei brani giunse alla conclusione le diede a parlare.
"Posso capire cosa succede? Ti sei chiusa qui a suonare e sei stata sempre distratta negli allenamenti in questi giorni."
La ragazza accordò una delle note e scosse la testa. "Io e Luka abbiamo deciso di allontanarci, cioè è stato Luka." Ammise. "Avevi ragione madre, gli amici sono una delusione."
"Da quando tu e Luka kun siete amici?" Le aveva chiesto schietta Tomoe.
La ragazza aveva sussultato. "Beh quando venne a prendermi in albergo eravamo già 'amici'." Precisò lei. "Sono andata a vederlo suonare una volta, con Adrien Agreste e sempre con lui siamo andati a pattinare insieme, ricordi?" Aveva raccontato mettendo subito Adrien di mezzo, stupida che era stata a rivelare le volte che le aveva disobbedito.
"Lo stesso non mi sembra che siate amici." Asserì lei. "Ti ha lasciata." Aveva poi affermato.
Ecco anche sua madre la pensava come lei, ma poi..
"Madre io e Luka non siamo mai stati... non abbiamo mai avuto quel genere di rapporto. Cosa vai dicendo?" Disse allora mentre avvertiva il cuore che le palpitava.
"Kagami per quanto io sia cieca sicuramente vedo meglio di te. Puoi nascondermi agli occhi le tue delusioni ma al cuore di una madre non si può nascondere nulla." Disse allora Tomoe. "Credi che io non abbia percepito come l'aria palpitava intorno a te e Luka Kun quando eravate nella stessa stanza?"
La ragazza ingoiò un groppo mentre prendeva a suonare un altro brano. "Non capisco di cosa parli madre."
"Secondo te perché ti ho sempre lasciata andare con lui? E perché due mesi fa ti ho portato dal dottore? Realmente Kagami non comprendi?" Chiese Tomoe
"Comprendo che sia stato imbarazzante farmi visitare per la prima volta da un..." disse lei arrossendo. "... un ginecologo~. Ma non comprendo il nesso."
"Non credo di essermi sbagliata e non so se sentirmi offesa o meno dal fatto che Luka non abbia provato ad avere rapporti con te."
Il volto di Kagami si fece ancora più rosso, suoni grotteschi uscirono dal koto e allora ella si fermò dal suonare. Ricordò i baci di Luka e le sensazioni che le davano la sua bocca e la sua lingua che la torturavano sia sulle labbra che sul collo, poi la scena a casa Rossi, a come il musicista affrontava il discorso del sesso come  fosse un argomento normale di cui discutere.
"Lui mi ha lasciata!" Affermò allora la nipponica, non c'era stato nulla e anche se poteva esserci aveva rovinato tutto.
"Hai detto che non era così." La riprese la madre con fare saputo, perché sapeva che invece era così.
"Mi ha chiesto cosa era per me ed io non ho saputo rispondergli. Madre sono una nullità, ho lasciato andare via il ragazzo che mi piace perché non sapevo cosa dirgli." Ammise allora la ragazza abbassando lo sguardo.
"Kagami..." disse Tomoe con un sospiro. "Sai che non dovrei incitarti in questo tipo di relazioni e sai che tuo nonno ti ha promessa in sposa. Non potrei assolutamente permettermi di spronarti a stare con lui. Ma..."
"Madre... io non voglio sposarmi con Ru-chan." Disse allora lei con la voce incrinata. "Non lo vedo da più di dieci anni e non voglio."
"Sai che non posso ribellarmi a Sofu Ōji, ma ti dirò non sta a me lottare in questo caso." Disse Tomoe alzandosi e sostenendosi al suo bastone. "Anche se capisco benissimo quanto un vero amore sia importante e ci possa rendere tutti più felici."
Kagami si alzò e guardò sua madre. "In cosa ho sbagliato?" Le chiese comprendendo che sua madre la appoggiava.
"Hai detto a Luka che è il ragazzo che ti piace?" Chiese Tomoe fermandosi sulla porta.
Lei scosse la testa, poi lo disse a parole. "No, non ci ho pensato."
"Allora due sono le cose, o realmente hai sbagliato ad usare le parole oppure non ti piace." Le disse sua madre consapevole che era giusta la sua prima affermazione.
"Non è che non mi piace, anzi forse mi piace anche troppo. Quando mi guarda o quando mi prende la mano, quando si lascia guidare da me o decide di prendere lui il comando, quando mi bacia e quando mi tocca e..."
Tomoe la fermò alzando la mano. "Non sono cose che dovresti dire a me. Non mi interessa neanche ciò che fate insieme fin tanto che userai l'anticoncezionale." Disse Tomoe interrompendola e uscendo del tutto dalla stanza.
Kagami si sentì arrossire, come aveva potuto essere così audace con sua madre e come era possibile che si fosse sentita così vicina a lei in quel momento. La raggiunse fuori la stanza e le andò vicino.
"Grazie madre, parlare con te mi è stato molto di aiuto."
"Hai meno di due anni Kagami per comprendere se puoi o meno essere felice con Luka e se la tua risposta è sì allora preparati a lottare per questo amore. Io ti appoggerò nella tua scelta." E così dicendo la donna si era allontanata lasciandola sola nella stanza, senza ammettere alla figlia che le piaceva molto Luka. Sapeva apportarsi a lei con la sua tranquillità riuscendo a farle comprendere cose che non vedeva con gli occhi del cuore.
"I figli sono come gli aquiloni: insegnerai loro a volare ma non voleranno il tuo volo; insegnerai loro a sognare ma non sogneranno il tuo sogno; insegnerai loro a vivere ma non vivranno la tua vita. Ma in ogni volo, in ogni sogno e in ogni vita rimarrà per sempre l'impronta dell'insegnamento ricevuto"
Le parole di madre Teresa di Calcutta risuonarono nella sua mente pensando a quanto fossero vere. Stava insegnando a Kagami tutto ciò che sapeva, l'aveva portata a mano lungo il suo stesso cammino rendendola una ragazza forte e di onore, un abile schermidore, più di lei anche se la giovane figlia ancora non lo sapeva, una persona sicura di se colta ed istruita, con un abile capacità di musicista che spesso teneva nascosto ed un grande cuore. Così simili ma così diverse, non le era restato che insegnarle un'ultima cosa a sua figlia, ovvero amare e lasciarsi andare all'amore. Era certa Tomoe che se ci fosse stato suo padre, l'uomo che aveva insegnato a lei ad amare, Kagami sarebbe stata più agevolata. Ma lei ci aveva provato e sperava con quella loro prima e sicuramente ultima chiacchierata di averle fatto comprendere quanto era importante combattere soprattutto per questo.
Aveva subito percepito, dal primo incontro con Luka-kun che tra lui e la figlia cerca qualcosa di palpabile e non visibile, ma intenso. Voleva che Kagami fosse felice e se la sua felicità era quel ragazzo chi era lei per impedire alla figlia di conoscere l'amore e viverlo? Di lottare per ottenerlo? Lei Tomoe lo aveva fatto venti anni prima quando aveva conosciuto Renado, lei aveva lottato per lui rifiutando un matrimonio combinato e tutto il denaro che suo padre poteva offrirle. Aveva lottato ed aveva vinto due volte solo perché anche suo padre aveva subito amato Renado come fosse stato un figlio, sangue del suo sangue...

The Guardians of the MiraculousDove le storie prendono vita. Scoprilo ora