Taehyung
Scrollavo il telefono incurante, mentre la metropolitana continuava il suo percorso, trasportando me e molte altre persone verso la loro destinazione; nel mio caso specifico, un bar appartato consigliatomi da Yoongi-hyung. "Se vuoi scrivere dovresti farlo in un luogo isolato, aiuta a pensare meglio" aveva suggerito il mio grande saggio, portandomi a quell'esatto momento, compresso tra la folla quasi incapace di respirare. Odiavo la metropolitana, con tutto me stesso.
Alla fine, il luogo risultò essere davvero intimo e accogliente; quello che però mancava, che probabilmente non sarebbe arrivato neppure con la giusta atmosfera, era l'ispirazione. Mi sedetti su un tavolo lontano da occhi indiscreti, aprii il taccuino davanti a me e osservai la pagina vuota. I pensieri si susseguivano nella mia mente, ma nulla arrivava al punto di concretizzarsi.
Scrivevo poesie da anni, ma in quei giorni le uniche cose che riuscivo a mettere sul foglio erano parole confuse, slegate e prive di sentimenti. Avevo provato a dare delle spiegazioni a tutto ciò, ma riuscì a farlo solo usando te come capro espiatorio. Non sapevo cosa avesse provato a tal punto il mio animo, ero certo però che l'averti rivista avesse generato in me un fastidio incessante, che era sfociato in un'ira annebbiante.
Vederti felice e spensierata, ligia al tuo lavoro, aveva acceso una fiammella incontrollata dentro di me e non riuscivo a pensare ad altro. Credetti di odiarti.
Mi sfregai la fronte con la mano, scompigliando i capelli: neanche con quella tranquillità attorno riuscivo a trovare pace. Sospirai afflitto, prima di alzare lo sguardo verso il tetto. Mi presi qualche attimo per riflettere, mentre le mie dita giocavano con la penna che avevo portato. L'odore di caffè e foglie di tè era mischiato nell'aria, sembrando quasi un'essenza di cui le pareti erano intrinseche.
Ci fu uno scampanellio, poi una folata fredda mi raggiunse; abbassai di nuovo il volto, stavolta per puntare la mia attenzione all'ingresso. Me ne pentì immediatamente: vederti ancora era l'ultima cosa che volevo.
Afferrai il mio taccuino per coprirmi il volto, ma ti osservai di nascosto mentre chiedevi una tazza di caffè. Oscillavi avanti e indietro con i piedi assomigliando tanto a quei bambini di cui ti prendevi cura, i capelli ti erano allungati di molto rispetto al ricordo che avevo; probabilmente però profumavano ancora di lavanda.
Non mi notasti neppure per un attimo, ma non mi dispiacque: non volevo fingere ancora di essere indifferente alla tua presenza e trattenere le mie vere emozioni. Poi svanisti di nuovo, uscendo da quella porta come un fulmine, facendomi credere fossi stata un miraggio.
Per anni non ti avevo visto e magicamente il destino aveva deciso di farci incontrare ancora? Odiai quell'ennesimo gioco che ci stava proponendo. Non ci aveva distrutto abbastanza una volta?
Angolo me
UN PARTO! Esatto, questo è stato il capitolo. Due giorni a pensare cosa scrivere e ben un'ora per scrivere solo la prima fase. Credo che più che il quaderno di Taehyung era la mia testa ad essere vuota pff. Ce l'abbiamo fatta però, e questa è l'unica cosa che conta u.uQuesto è un capitolo al presente, in cui finalmente vediamo i pensieri del nostro Taehyung attuale e be'... è parecchio arrabbiato con Haneul. Ipotesi?
Spero il capitolo vi sia piaciuto, devo scappare! (sì, mi aspetta anche oggi una lunga maratona di drama). A presto
GAIA
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Rules - Treasure
FanfictionIl destino, una parola con un significato così grande, esisteva davvero? Haneul se lo era chiesto per anni, negando sempre con forza questa presenza ultraterrena in cui molte persone credevano. Si era imposta regole e obblighi per essere l'unica art...