Dottor Stalker

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Pochi minuti dopo, sull'uscio della porta appare una figura maschile, in camice bianco e scarpe eleganti.
È un tipetto niente male, sui 30 anni, alto, moro, con capelli molto ben aggiustati e una folta barba scura.
Subito mi lascio colpire dal suo sguardo, color nocciola, tanto da diventar rossa.

-Salve- dice
Sorrido imbarazzata.
-Buongiorno dottore- risponde Nicole.
-Bene, signor Larrson come si sente?- chiede
-Un po' frastornato, con leggero mal di testa, ma bene.-
-Perfetto- risponde.
Si avvicina a lui e con una mini torcia accesa gli controlla i riflessi pupillari.
Poi guarda la sua cartella clinica, e segna qualcosa.
-Benissimo. Ci vediamo tra qualche ora per i controlli- dice.

Subito dopo gira lo sguardo verso di me, rimanendo per un attimo colpito.

Sorrido.
-Ok, allora a dopo- esclama, e va via.
Improvvisamente Diego mi prende una mano,cosa che noto tanto che mi viene da ridere.

***********************
Sono passate tre ore, e sono sul mio letto, a casa di mio padre.
Sto leggendo un libro, "Dell'amore" di Stendhal.
Nel frattempo Diego si sta allenando, in soggiorno.

Sento una vibrazione.
È il mio telefono.
Lo prendo e vedo una notifica di Facebook.
È una richiesta d'amicizia, da un certo Carl Andrews.
Guardo la foto di profilo, notando che si trattava proprio del dottore di stamattina.
Sono colpita.
Accetto la richiesta, e ricambio.

Poi lo metto giù, e subito vedo di fronte a me il corpo mezzo nudo del mio uomo, un po' sudato, ma così sexy e attraente da toglierti il fiato.

-Finito? - chiedo.
-Si, ora vado a farmi una doccia-
-Okay. E....sai... Il dottore di stamattina, mi ha iniziato a seguire- ridacchio.
Lui rimane serio, non dice nulla. Si volta, e va in bagno.

Riprendo il mio libro, e continuo a leggere,pensando tra me e me:
adoro farlo ingelosire.

**********************
-Signore, tra tre giorni la dimettiamo. Ora pensi a riposarsi, e alla bella compagnia che ha con sé- dice Carl.
Mia nonna sorride alle parole del medico, tanto da rispondere:
-Oh, sei troppo gentile-

Mentre aggiusto la coperta a mio padre, sento un:
-E lei è sua figlia? -
Alzo lo sguardo,vedendo che tutti mi stavano guardando.

-Si, la mia bambina. Quella di cui ti ho parlato ieri- risponde mio padre.

Sorrido imbarazzata.
Ora capisco come ha fatto a trovarmi sul social.

Ad ogni modo, pochi secondi rientra Diego, che era uscito a prendere un caffè per tutti.

-...e lui è il suo fidanzato- continua mio padre.
Il diretto interessato lo guarda con aria sorpresa.

-Capito. Io vado, se ha bisogno può chiamare le infermiere o me personalmente. Con permesso-
Poi va via.

-Se volete, potete andare. Davvero. Sto io con lui.- esclama Nicole rivolta verso me e il mio ragazzo.

-Okay, ci vediamo papà. Chiamami se qualcosa, se ci sono novità. -
-Certo. Ora vai a riposare. E magari più tardi porti Diego a conoscere la città -

Ottima idea.
Ero così preoccupata per lui che quasi non ci avevo pensato.
È pur sempre la città dove ho vissuto per diversi anni della mia adolescenza, seppur senza mia madre.

-Certo. Buona idea- rispondo.
-Arrivederla signor Larrson. - sento da Diego.

-Ciao papà. E ciao anche a voi- dico riferendomi alle due donne.

Mentre andiamo via penso: Chissà. Nicole, una signora cosi carina. Si prende cura di lui, giorno e notte. Secondo me c'è qualcosa tra loro.

Diego avverte il mio essere pensierosa.
-Stai pensando a dottor stalker? -
-Cosa?! Noo. E poi non è stalker. Che geloso che sei- sorrido .

-Mh... Lo vedo come ti guarda. Ad ogni modo... A che pensavi? -
-A Nicole. O meglio... Secondo te c'è qualcosa tra lei e mio padre? -
-Non saprei, ma un po' sembra. Chiediglielo-
-No dai, sembrerei inopportuna. Quando mio padre si riprenderà glielo chiederò, in privato-
-Okay,come vuoi- risponde.

Poi aggiunge:
-Per la cronaca... Dottor stalker è sposato-
-Cosa? E come lo sai? - chiedo stupita dal suo conoscere questa informazione.
-Non lo so! Ma vedo che a te interesserebbe saperlo-

Alzo gli occhi al cielo.
Saliamo in macchina, una Opel Astra color argento. Era la macchina di mio padre. Mi ha lasciato le sue chiavi poco fa.

-Non mi interessa! Ora torniamo a casa. E magari potrei convincerti... - dico, avvicinandomi al suo orecchio, con tono basso e sensuale -... Potrei non farti pensare a lui. Almeno per un po' -
Gli mordo un orecchio.
Gli vengono i brividi.
Poi mi guarda, poggia una mano sulla mia coscia, e mi bacia, con passione.
Inizia ad sbottonarmi i jeans.

-Ehi ehi, non qui. Siamo nel parcheggio di un ospedale-dico.
Nel frattempo ha già infilato le dita nella mia intimità.
Quasi sobbalzo, poi chiudo gli occhi.
Mi rilasso.
Finché, nel bel mezzo della cosa esclama:
-Hai ragione. Qui non mi piace-

Lo guardo scioccata.
Nella mia testa sento una lotta tra delusione da inappagatezza e raziocinio.

Ma meglio farlo in privato.
Chiudo la cerniera dei pantaloni.
Lui accende la macchina, e parte.

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