Come diavolo è possibile?!
Diego in galera, per cosa poi?
Dentro di me sto scoppiando, di nervi, di preoccupazione.
E penso a tutti i possibili casi, al fatto che saremmo dovuti partire tre giorni dopo e a quanto possa essere cretino il mio ragazzo.Davvero non so cosa pensare.
Ci dirigiamo lì, io e Nicole, alla caserma di polizia, dove lo hanno portato per l'interrogatorio.
Appena lo vedo, corro per raggiungerlo ma mi fermano.
-Signorina, non può avvicinarsi--Sono la ragazza! Mi avete chiamato poco fa. Ho bisogno di parlare con lui e sapere cosa cavolo è successo-
-Guardi, non posso farla passare. Ma può venire con me.-Seguiamo l'agente, un uomo alto, moro, e con barba e occhi neri. Entriamo in una stanza.
-Il suo ragazzo è qui per tentato omicidio. È stato denunciato dalla vittima, un dottore, che è stato spinto giù dalle scale-Sono scioccata...
Ma è impazzito?!-Dove è successo? -
-All'ospedale Gartnavel General, dove lavora il dottore.-Sbianco. Mi siedo sulla prima sedia che trovo, con le mani tra i capelli.
Sono sicura che è tutto un errore, che è tutto uno scherzo.
Diego non farebbe mai una cosa del genere...
... Almeno credo.-Quando potrebbe vederlo la ragazza? - chiede Nicole.
-Non so. Tra poco. Per ora rimarrà qui rinchiuso per tutta la notte. Nel frattempo stiamo cercando prove, guardando telecamere e parlando con chi era lì, sul momento.
Ma vorremmo parlare anche con lei--Okay.. - rispondo.
Poi riprendo.
-Il dottore come sta? -
-Credo bene, lo hanno portato in pronto soccorso.--Va bene. Grazie... Ma sono sicura che è tutto un errore, una brutta coincidenza. Diego non farebbe mai tutto ciò-
-Questo purtroppo finché non abbiamo raccolto tutte le prove non possiamo saperlo.
Ora venga con me, dovremmo interrogarla.Annuisco, e lo seguo. Nicole, rimane lì.
Che stress.
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Dopo un quarto d'ora di domande, esco di lì,da quella stanza semibuia e inquietante.Ho raccontato ciò che era successo con Carl qualche giorno fa, insomma tutto. Del fatto che Diego era geloso, ma non fino al punto di impazzire e fare cose del genere.
Uscita da lì mi portano via, e finalmente vedo lui...
-Amore! - sento
Guardo i due agenti, e chiedo loro di concedermi cinque minuti per parlare con lui.Accettano, a patto che uno di loro rimane lì nei paraggi.
Mi avvicino a Diego.
Ha le lacrime agli occhi.
-Dio, finalmente sei qui. Non so davvero come cazzo sia possibile tutt.. -
-No,zitto. Ora parlo io. Tu hai già fatto troppo. Che cazzo ti salta in mente? Spingerlo dalle scale. Ma ti sei rincoglionito?
Cazzo ci facevi in ospedale? -Ero furiosa, tremante per la rabbia.
-Avevo accompagnato tuo padre, per il controllo. Tu eri fuori, così ho deciso di accompagnarlo.
Ma ti giuro che sono innocente cazzo, non l'ho nemmeno toccato quel figlio di putt.. -
Lo interrompo.
-Allora voglio sapere tutto. Perché sei coinvolto e chi ti ha visto. --Ero lì, in sala attesa, ad aspettare che tuo padre uscisse.
Nel frattempo mi alzo per prendere uno snack alla macchinetta.
Vedo il dottor stronzo avvicinarsi.
Non lo saluto nemmeno, ci guardiamo e basta.
Poco dopo sento rumori strani provenire dalle scale e un urlo, corro a vedere cosa fosse successo e vedo lui giù, a terra.
Poi si mette ad urlare, accusandomi di averlo spinto. Di averlo fatto a posta.
Di aver provato ad ucciderlo.
Nessuno aveva osato avvicinarsi, cosi preso dal panico vado via. Non so nemmeno se qualcuno avesse assistito a cosa era successo veramente.
Non sapevo che fare.
Ma non ho avuto il tempo di scendere quei tre piani di scale e uscire che vedo la polizia arrivare e prendermi.
Pur di dir loro di essere innocente, non potevo fare. Mi zittivano in continuazione.--Perché? Perché sei scappato allora? Se sei innocente-
-Ero spaventato, incazzato, non sapevo che cazzo fare ok? Spero davvero ci siano delle telecamere li.
Tu mi credi, vero? Ti prego dimmi che mi credi--Io...- scoppio a piangere
-Signorina devo chiederle di andare- sento. Era l'agente.Abbasso lo sguardo, e l'unica cosa che rispondo è:
-Devo andare- e vado via.So che ho sbagliato, avrei dovuto rassicurarlo, dirgli che tutto si sarebbe sistemato. Ma non riuscivo.
Sono troppo confusa e sincero, non so cosa pensare. Non so se pensare che mi ha raccontato la verità o meno. Non lo so...
Una parte di me lo sa, che non lo farebbe, e che non avrebbe avuto senso considerato che presto saremmo partiti. E che sarebbe una follia.Esco fuori, vedendo oltre che Nicole anche mio padre.
Riscoppio a piangere, e corro ad abbracciarlo.Mi accarezza i capelli.
-Andrà tutto bene. Sono sicuro che è tutto un malinteso. È un bravo ragazzo. E stanno indagando ora-Mi asciugo un po'.
Alla fine sento: - Dai, ora però torniamo a casa-
-Non voglio lasciarlo qui. Non posso...-Ma aveva ragione. Non sarei potuta rimanere lì, a prescindere.
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È mattina.
Sono a letto, sul "nostro" letto, dopo aver passato una notte insonne.
Ero troppo pensierosa, confusa, per prender sonno.Ma sto quasi sospettando che tutto ciò possa essere vero, o in parte.
Aveva un conto in sospeso con Carl. E vederlo avrebbe potuto aver fatto ritornare tutto quello rancore, tutto quell'odio alimentato dalla gelosia...
Siamo umani.Ma chiaramente ciò non giustifica l'accaduto.
Sempre se tutto ciò è vero...Mi affaccio alla finestra, per prendere un po' d'aria. Intravedo una macchina parcheggiata nei pressi del nostro cortile, e un ragazzo con felpa grigia, cappello nero con visiera e sopra cappuccio.. e degli occhiali da sole Rayban neri.
Familiare, anche troppo.
Subito capisco chi fosse. E come se non bastasse lo sento salutare mio padre che era lì in giardino.
Scendo subito le scale.
In quel momento vedo mio padre rientrare:
-Buongiorno Clara. Sai, ho appena incontrato Kevin qui fuori, che coincidenza-
-Già... - ero nera.Esco immediatamente, con passo deciso e con un atteggiamento quasi volessi fare a botte.
Mi avvicino.
-Mi spieghi che cazzo di problemi hai? --Ehm, buongiorno anche a te-
-Mi stai prendendo in giro? Pensi di essere divertente? Ti sbagli.
Ho già altri problemi per la testa, altre preoccupazioni, e di parlare con te è l'ultima cosa a cui penso. Quindi sparisci. E non farti vedere più. Sei un cazzo di stalker- Sono furiosa, esausta, coi pugni stretti.
-Ma smettila. Sono qui per parlare. Ho saputo dell'accaduto e volevo consolarti. Carl sta bene, un po' scosso. Ma serio, concedimi di offrirti un caffè. Vorrei capissi davvero che non ho cattive intenzioni, ma soprattutto che dopo l'accaduto di ieri, non ho nulla contro di te, e la tua famiglia.--Devo andare dal mio ragazzo. Quindi vaffanculo-
-Lui non ti merita. A meno che tu non voglia vivere una vita di merda, sappi che puoi aspirare a meglio. Ho fatto i miei errori, è vero. E anche tu. Mi hai fatto impazzire. Ma sono pronto a perdonarti --Lasciami in pace o chiamo la polizia. Te lo dico per l'ultima volta- urlo.
Mi volto e vado via.
-Lo vedremo,quando il tuo "amore" sarà dietro le sbarre se continuerai a voltarmi le spalle- sento.
Poi una macchina che accelera.Una parte di me inizia a pensare che c'entra lui in tutto ciò...
Tutto questa situazione mi inizia a puzzare.Corro in camera, mi vesto mi lavo e scendo, intenta a tornare in quella dannata caserma e capire cosa fosse successo veramente.
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Sex Room 2
ChickLitRitorno della fiammeggiante coppia Clara Diego che, dinanzi a mille ostacoli e all'ossessione di un ex, torna a lottare per far trionfare il suo folle e ardente amore. "Siamo come due rose, bellissime, ardenti di amore, passione, colore, ma soffocat...