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Eravamo alla seconda brocca di vino.
Ero molto attenta a tutto ciò che mi stava raccontando.

La sua università, le sue avventure prima di cominciarla, della sua indecisione a continuare il percorso, del suo lavoro a Glasgow, e poi finalmente cosa lo ha spinto a venire qui.

- Sono un ragazzo giovane. Ho trentadue anni. Voglio viaggiare, scoprire, imparare. Appena ho letto su internet di questa cosa, della figura che cercano, ho deciso subito di intraprendere questa strada.
Non ho nessuno lì a parte la famiglia, sono figlio unico e non Ero mai stato in Spagna. Poi a maggior ragione dopo quello che è successo col tuo ragazzo...ho preferito, farmi da parte ecco.-
-In realtà non so piu se è il mio ragazzo.Mi sto infatuando leggermente di un altro uomo e, beh, lui ora è li per due anni e io voglio vivermi la mia vita, spassarmela. Sai. Però se non ti dispiace...-
Ducendo questa cosa lo fissavo negli occhi e col piede gli toccavo il polpaccio-
-...vorrei sapere come mai un uomo così sexy, elegante, e raffinato come te abbia potuto farsi spingere da uno come Diego-
Nel frattempo, avevo il telefono in mano, sotto il tavolo. Lo sblocco con l'impronta e attivo il registratore.

Lo tenevo pronto già da quando sono uscita dalla stanza.

-Clara...beh...- era nervoso. Lo vedevo, che mi guardava, gli occhi, poi il seno, prende un altro sorso di vino e poi si sbottona il primo bottone della camicia beige, quello più vicino al collo.

Lo stavo eccitando.

-Clara, davvero...non state più insieme?-
-Credo di no-
-Oh...beh, diciamo che quel giorno hanno visitato tuo padre e io ero nei paraggi. Stavo andando via, ero diretto proprio agli uffici per comunicare che sarei partito in Spagna, per tre mesi, e ho notato che mi seguiva. Inizio a chiedergli cosa volesse, e lui mi dice di starti lontano e che sareste partiti dopo tre giorni. E poi beh, che solo lui poteva scoparti bene. Non sarei molto d'accordo su questa cosa ma dettagli. Così ho risposto con un 'buon viaggio' e sul punto di scendere le scale mi sono trovato a terra, dopo essere caduto per tutte quelle scale. Mi ha colto di sorpresa ecco-
Ero confusa.

-Ho capito. E non sei, non so, inciampato semplicemente?-
-No. E suppongo che hai accettato di venire qui con me solo per farmi l'interrogatorio, vero?-
Era vero.

Ma volevo di più, più informazioni. Volevo sapere tutto quello che c'era da sapere e indagare su di lui, che sentivo nascondesse qualcosa.

-No Carl. In realtà ho accettato che tu mi faccia venire...qui...con te...perché mi andava e basta-

Al sono di quel "venire" deglutisce molto rumorosamente e guarda verso i piedi, o verso...altro credo.

Arrivano le nostre pizze.

-Ancora del vino per favore- chiedo al cameriere.

-Ma Clara ancora non abbiamo finito questo, aspetta-
-No Carl, vorrei ancora ancora e ancora fino a... spalmarmelo addosso per quanto non ce la faccio più-
Mi guarda confuso, incredulo per via di questa cazzata che gli ho detto.

Mannaggia. Volevo fingermi arrapata ma così sembrava solo una psicopatica.

Addrizzo la schiena e a testa bassa inizio a mangiare.

Rimaniamo in silenzio, finché lui non finisce la sua e io con due pezzi ancora.

Non sapevo cosa dire.

-Clara... io abito qui vicino. Se vuoi un passaggio andiamo verso casa mia così prendo la macchina, ok?-
-Vuoi portarmi a casa tua eh?-
-In realtà semplicemente vedo che hai bevuto molto...troppo. E scommetto che non ti reggi in piedi-

Aveva ragione. Ormai sparare cazzate mi veniva più facile, ero super brilla e seppur continuassi nel mio obiettivo stavo perdendo colpi. Ma di certo non avrei potuto indurlo al bere senza che bevessi anche io.

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