Coincidenza

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Sono seduta accanto a mio padre, sul suo letto della stanza di ospedale.
Ho un nodo alla gola, quasi non sento le mani. Credo sia l'ansia di rincontrare colui che potrebbe essere la spia del mio ex.

Arriva un dottore, ma non è Carl.
-Buongiorno,come si sente signore?- chiede.

È un uomo alto, biondo, con occhi scuri e la pelle leggermente abbronzata. Sulla quarantina.

-Sto bene dottore. Il suo collega piuttosto? Vi siete dati il cambio?- risponde mio padre ridacchiando.

-Il dottore è in malattia attualmente. Probabilmente tornerà tra qualche giorno-

Che strano.

Fatto qualche controllo, va via.
Decido di seguirlo.

-Mi scusi! - dico, correndo quasi.
Si ferma e si volta verso di me.
-Si signorina, mi dica pure-
-So che non c'entra nulla ma... Sono un'amica del dottor.. Di Carl, e vorrei sapere cosa gli è successo-
Non sapevo quale altra scusa usare.

-Beh, per motivi di privacy non potrei dirglielo. Magari lo chiami, se è sua amica come dice-. Sgamata.
Annuisco, e si allontana di nuovo.

Chiaramente non ho il suo numero.
Ma ho troppe domande in testa. Sarà intimorito da Diego?

In ogni caso torno alla stanza di mio padre, vedendovi dentro l'infermiera dell'altra sera.
Sospiro.

Fatto il prelievo e sul punto di andar via, mi guarda.
Spero vivamente non dica nulla a mio padre di ciò che è successo.

Già il solo fatto di spiegare l'assenza di Diego a mio padre con "non stava bene di stomaco", è stato strano e vago. Ora ci manca solo questo.

Per fortuna va via senza dir nulla, quasi ignorandomi.

Rimango ancora un'oretta lì, fino all'arrivo di Nicole. Poi decido di andar via.

All'uscita dell'ospedale, mi viene in mente un piano. Ovvero..
Vicino alla famosa stanza dove ero rimasta rinchiusa con Carl, c'era un foglio attaccato al muro con su scritti i turni e gli orari di tutti gli strutturati del reparto neurochirurgia, ovvero quello da me interessato.
Basta solo recarmi lì e fare una foto, così da sapere quando potrei trovarlo e chiedergli di Kevin.

Con passo tranquillo e meno sospettoso possibile (o almeno, spero) mi dirigo verso la mia destinazione.
Ma pochi passi prima, sento un:
-Ancora lei? -
Mi volto, ed era l'infermiera di prima.
Faccio un sorriso imbarazzato.

Poi abbasso lo sguardo.

-Le piace il dottore, vero? -
Mi chiede.
Cosa?
-No, assolutamente no. Ma... Ho bisogno... Di scusarmi per l'accaduto. Solo ho saputo che è in malattia e.. -
-Senta, senza girarci troppo intorno, l'interesse è reciproco. E si, ora è in malattia. Ma abita in quella casa gialla di fronte. Ovviamente questo non lo deve sapere, ma siete così infantili entrambi certe volte-

Ho capito bene, o ha una cotta per me?

-Infantili in che senso? - chiedo.
-Aah, non importa. Ora prima che mi penta di averglielo detto, vada subito da lui.-

-La ringrazio, davvero-e corro via.
-Viva l'amore! - sento poi.
Mi viene quasi da ridere.
Davvero non ci credo che mi abbia queste cose.

Corro corro, fino a raggiungere la porta della famosa casa di fronte.
La osservo.
È una porta di color rosso, come il sangue, con qualche rifinitura color oro. Molto particolare direi.

Busso.
Qualche secondo dopo, si apre e vedo apparire un Carl in accappatoio grigio, con i capelli bagnati.

Penso, "come sempre, tempismo perfetto!".

-Ehm, signorina Larrson. Cosa ci fa qui? - era sorpreso, forse troppo. Non capivo se fosse contento o semplicemente super imbarazzato.

-Io... Beh...L'infermiera mi ha detto che abita qui e... Volevo parlarle-
-Mi aspetti un attimo qui fuori. Ci mettiamo in giardino. Arrivo subito-
E chiude.

Oddio che imbarazzo.
Sento di essere rossissima in viso.

Vorrei andare via.
Che gran stronzata che ho fatto.

Ma decido comunque di aspettare.

5 minuti dopo, torna da me, vestito con una tuta nera e i capelli leggermente umidi, ma ben ordinati.

Lo seguo verso il retro della casa, mostrando così un bel giardino, non troppo grande, ma ben curato, con una piccola fontana e accanto un tavolino nero di ferro, con delle sedie.

È davvero un bel rifugio questo.

Ci sediamo su quelle sedie.
-Posso offrirle qualcosa? Un tè, o non so- esclama.
-No no. Grazie lo stesso, ma sono apposto. Allora senta... davvero mi scuso per essere sbucata così a caso, in un giorno in cui lei è in malattia. A proposito, oddio, come sta? Spero di non averla disturbata o... -
-Stia tranquilla. Arrivi al punto-
Stavo parlando troppo.
-Bene... Vorrei togliermi questa curiosità. Lei conosce per caso Kevin Ruggeri? -

Mi guarda un po' stranito, e pensieroso.
-Ehm si, siamo cugini alla lontana. È italiano anche lui, perché? - risponde.

Oh cavolo.

-Suo cugino?! Di che grado? -
-Terzo se non sbaglio. Non ci vediamo da anni-
Sono attonita.

-Beh, allora direi che è tutto- dico alzandomi.
Sento le gambe pesanti e una leggera nausea...

-Cosa? Signorina, ho detto qualcosa che non va? -
-No, lei non ha nessuna colpa. Magari i vostri parenti un po' ma... - dico, con una ironia molto amara.

-Cosa è Kevin, per lei?-
-È il mio ex, ma è tutto ok. Ora si spiega tutto. Arrivederla, e... si rimetta presto-

Vado via,ignorando ogni risposta.
L'unica cosa buona è che almeno non c'è nessun piano malefico in atto. Solo una coincidenza. O almeno, così ho potuto capire.
Una spiacevole e irritante coincidenza.

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