Capitolo 2

51 5 1
                                    

Rimando la sveglia almeno 5 volte prima di alzarmi, e non appena lo faccio inizia a girarmi la testa...iniziamo bene. Arrivo in cucina e vengo avvolta dal profumo del caffè, mamma ha messo la tinozza sul fuoco, e papà aspetta sul divano leggendo il giornale. Guardo la scena molto assonnata, osservo quello che si ripete ogni giorno, sempre uguale: mamma che prepara la colazione e papà che la mangia, lui che va a lavoro e lei che rimane a casa, infine alla sera papà torna, mangia la cena che mamma prepara da tutto il pomeriggio, e va sul divano a bere, mentre lei, dopo aver pulito, va in camera a dormire. La classica famiglia all'antica, anche se prima era tutto diverso. Mi vesto con le solite cose che metto tutti i giorni, felpa nera, pantaloni della tuta e con lo zaino in spalla esco di casa, senza salutare.

Nell'autobus siamo tutti così vicini, uniti, ma al tempo stesso così estranei, distanti, le menti vanno e vengono, e nessuno sa quello che pensa il vicino di posto, o la persona di fronte. Nel dubbio metto la musica a tutto volume nelle orecchie e la mia mente inizia a volare. Cosa succederebbe se ci conoscessimo tutti alla perfezione? Se sapessimo com'è la persona dietro ad un profilo social...magari saremmo meno superficiali, o forse è proprio quel profilo, da solo, a darti un'idea della persona. Ad esempio un fotografo posta gli scatti che fa, su natura o persone; una Nail Artist mostra le unghie che fa, e potrei citare tanti altri esempi. Ma noi ragazzi? Noi adolescenti cosa facciamo? Anzi loro cosa fanno (io mi tiro fuori). Sono tutti uguali, tutti, e chi è originale viene etichettato come strano. Se pubblichi un video sei uno sfigato ma se vai virale allora sei un figo, boom diventiamo amici. Non capisco e continuerò a non capire. Se ve lo steste chiedendo io non ho un profilo, non più, diciamo che preferisco essere inesistente, o almeno non voglio avere una "vetrina" della mia persona.

Arrivo a scuola appena suona la campanella, ma prima di avvicinarmi all'entrata aspetto che la folla si disperda. Entrando in classe vado a sedermi al solito banco nel mezzo, vicino al muro, il posto perfetto, preso dal primo anno, mai nessuno si è avvicinato, anche se ora capisco il perché. Le lezioni passano velocemente e al suono della campanella corro verso la porta scontrandomi con Ambra, che mi fissava da tutta la giornata. Vuoi sapere chi è lei? Fidati, non è importante ora, magari un giorno te lo dirò, ma per adesso lasciamola dov'è. Ora sono di nuovo in autobus e penso a quello che potrebbe accadere, anche se odio quando mi faccio aspettative irrealizzabili. 

Glimmer of lightDove le storie prendono vita. Scoprilo ora