Capitolo 7

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Sento i suoi passi, è sulle scale e viene verso di me, non sono pronta per sentire un'altra ramanzina. Bussa alla porta, e io, sdraiata sul letto mi giro dall'altra parte, ma questo non mette intorno a me una muraglia di pietra, e lui entra lo stesso. Si siede al bordo e...sta in silenzio. Mi volto per guardarlo bene in viso, e scoppia a ridere. Ma dico io come fa, io sto qui a piangere da un'ora e lui viene per prendermi in giro?!

"Quella è la porta" dico irritata.

"So dov'è ma non la userò per il momento grazie" risponde sarcastico.

"Fa come vuoi" sbotto alzandomi dal letto e sedendomi a terra dandogli le spalle, di nuovo. Lui con una mossa acrobatica si siede vicino a me e chiede

"Cosa è successo?"

"Non mi va di parlarne."
"Dai spara tutto"

"Ma li hai sentiti, sono delusi da me, hanno urlato tutto il tempo."

"E tu cosa pensi."

"Che non sono abbastanza brava."

"Perché?"

"Perché ho preso 7 alla verifica di matematica, s-e-t-t-e capisci? Pensavo che nelle espressioni ero brava, ma no. Non ho fatto abbastanza, e ora sono in punizione."

"Ascolta, se hai fatto qualche errore nella verifica non significa che tu non sia abbastanza brava."

"Ma loro hanno detto.."

"Loro lasciali stare, a te piace il voto che hai preso?"

"No."

"E ti sei impegnata?"

"Si."

"E allora basta, l'importante è quello che pensi tu, in questa testolina ci sono tante cose che frullano, sei la bambina più intelligente che io conosca" dice arruffandomi i capelli.

"A te piace il mio voto?" Chiedo mettendomi in ginocchio, con un sorriso enorme dato dal complimento, e lo fisso allargando gli occhi.

"Che scherzi? Sette è il mio numero preferito, è il numero perfetto, il numero fortunato."

"E se avessi preso 8?"

"Beh 8 è ancora più bello di 7, anche se è difficile da scrivere, poi lo giri di 90 gradi e diventa il simbolo dell'infinito"

Dopo avermi calmata si alza e va verso la porta.

"Tra poco scendi che mangiamo." Dice facendo per uscire.

"Tito.."

"Si?"

"Grazie."

"Non ringraziarmi, dopotutto sei la mia sorellina, e...chi arriva per ultimo si siede sulla sedia rotta!"

Urla iniziando a correre per le scale, allora mi alzo e...

Mi sveglio con le scosse di mia madre.

"Luce, Luceeee svegliati, dai che fai tardi."

Quando mi metto a sedere tutta la stanza gira e vorrei solo correre per le scale per non sedermi su quella sedia vecchia, nera e cigolante, ma poi mi ricordo che abbiamo cambiato tutte le sedie della sala pranzo e... che non ho nessuno con cui gareggiare.

Nel tragitto verso scuola sento un nodo allo stomaco, che sale fino alla gola, e faccio fatica a respirare. Sarà per il freddo o sarà per il calore, che manca.... non lo so.

Davanti scuola mi ritrovo il gruppo di Riccardo sulla panchina, quasi tutti intenti a fumare.

"Ehi biondina vuoi?" Dice un ragazzo molto alto e moro, con gli occhi rossi e stanchi, mentre mi tende una sigaretta.

"Andiamo Gio lasciala stare, non vedi che è una suora." Urla Riccardo alzandosi dalla panchina.

Tutti scoppiano in una sonora risata. Mi accorgo di essere rimasta a fissarli, troppo , così mi giro e aumento il passo verso l'entrata.

"Ei Luce, che fai vai dalla maestra?" Grida ancora lui...Lo riconosco, ancora lo sento, quel bambino strano, dagli occhi grigi e amato da tutti, adorato. Quel bambino che mi rubava le penne e che non la smetteva di prendermi in giro, mi chiudeva al bagno e durante le lezioni mi tirava le cose in testa dal posto dietro. Non lo sopportavo allora e non lo sopporto adesso, anche se non stiamo più nella stessa classe. Non capisco perché me lo ritrovo sempre dietro, non può semplicemente fare finta che io non esista? Beh se non riesce posso dargli lezioni io, sono molto brava.

La giornata continua senza intoppi e finalmente suona la campanella, oggi è venerdì e non vedo l'ora di passare il weekend sul letto. Mentre esco dal cancello mi sento chiamare, ma non so da dove, anche se credo fortemente sia un'allucinazione.

"Ei per caso sei Luce De Angelis?"

Mi volto per scoprire chi parla e trovo di fronte a me una ragazza, probabilmente della mia età, con i capelli castani e gli occhi del colore del mare. Più la guardo e più mi sembra una dea, magari è la figlia di Poseidone.

"Tutto bene?" Chiede lei corrugando la fronte.

Ok calma, devi iniziare una conversazione, puoi farcela.

"Si si sono io, c'è sto bene, e sono la persona, c'è sono Luce"

Bene, ma non benissimo, posso fare di più.

"Perfetto, la tua professoressa di arte mi ha detto che sei interessata al progetto regionale sulle arti, quello "express through art", e se ancora vuoi partecipare ti inserisco nel gruppo, per la nostra scuola siamo io te e altre due ragazze."

"Ah io non, non sapevo nulla."

"Oh, la tua professoressa non ti ha chiesto o detto nulla?"

"No.."

"Forse crede nelle tue potenzialità, comunque se sei interessata questo è il mio numero, pensaci e fammi sapere, trovi tutte le informazioni sul sito."

"Ok...grazie."

"Ciao e buona giornata" dice, prima di andarsene con tutta la grazia con cui è comparsa.

Torno a casa... più confusa di prima. 

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