17.Ricordi

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Ashihei/pov/

Mi svegliai di botto, dopo un incubo.

Mi misi seduto sul letto, accarezzandomi le guance, che trovai bagnate dalle lacrime. Ripensai all'incubo avuto: la morte, la separazione. Un misto di eventi di cui non capivo il significato, troppo difficile da razionalizzare.

Sentii Izuku sbadigliare,

<<Cosa ci fai sveglio, Ashihei?>> disse mettendosi anche lui seduto, cingendomi i fianchi con le braccia, strofinando il naso sulla mia spalla, come per coccolarmi,

<<Izuku... se fossi in pericolo... che faresti?>>

<<Correrei, correrei fino a farmi sanguinare i polmoni>>

Midoriya/pov/

Mentre correvo, ripensavo a quella scena. Piano piano, la figura di Ashihei, la sua voce, vennero sovrapposte a quella di Shoto, che piano piano si scambiarono.

Ora non stavo correndo per Ashihei, ora stavo correndo per Shoto.

Stavo correndo fino a sentire i miei polmoni andare a fuoco, la mia gola dolere, il vento che si infrangeva sul mio viso.

Non sapevo come sentirmi a riguardo; forse l'aggettivo migliore era impotente.

Mi sentivo come se quella scena, quella scena con Ashihei, si stesse ripetendo. La sua scomparsa, le mie incertezze, i miei sensi di colpa, tutto.

Mi sentivo come quando mio padre, dopo aver abusato di mia madre, entrava nella mia stanza, e già sapevo cosa sarebbe successo.

Sapevo cosa stava succedendo, sapevo che non potevo fare niente per non permetterlo, per questo mi sentivo impotente.

Sentii le mie guance bagnarsi di lacrime, lacrime disperate, che lottavano affinché non perdessi le speranze.

Sapevo dove si allenavano i ragazzi della UA, una struttura poco più lontana dalla scuola e dalle strutture urbane come palazzi, case e posti di lavoro.

Lì, oltre che gli allenamenti speciali, facevano il festival dello sport, dove partecipavano gli studenti del liceo UA.

Continuai a correre finché non sentii il suono delle sirene dell'ambulanza, e cominciai a seguire il suono assordante della sirena, arrivando finalmente allo "stadio",

Insieme all'ambulanza c'era anche la polizia, i vigili del fuoco e alcuni giornalisti.

Vidi degni uomini in camice bianco mettere un hero, Ereaser-head su di un lettino, per poi chiudere l'ambulanza, continuando ad assistere gli studenti.

Mi avvicinai al gruppo, cominciando a cercare con lo sguardo Shoto, non trovandolo da nessuna parte.

No, no, no, no, ti prego. Ti prego, non lui; tutti ma non lui.

Mi feci strada tra il complesso di veicoli, vedendolo finalmente seduto su uno di essi, con una coperta isotermica e affianco uno dei suoi compagni di classe, a cui però non badai tanto.

<<Shoto! Shoto!>> urlai attirando l'attenzione del bicolore, vedendolo un po' arrossire nel sentire insolitamente il suo nome,

<<Stai bene? Grazie al cielo sei vivo!>> dissi appiccicandomi come non avevo mai fatto con lui; continuavo a passare una mano sulla sua fronte, per vedere se avesse la febbre, per poi passare alle guance, accarezzandole, finendo per spingere la sua nuca sul mio petto, dove il mio cuore continuava a martellare, quasi come se stesse cercando di spaccarmi il petto.

Accarezzai di nuovo i capelli, tenendolo sempre vicino a me,

<<Sto bene...>> disse quasi in un sussurro, staccandosi di mala voglia da me.

<<E' tutto ok ... Izuku>> sussurrò di nuovo, arrossendo un po' più di più,

<<Non farmi prendere un altro spavento del genere>> dissi accarezzandogli ancora le guance, come se fosse stata l'ultima volta, come se, dopo quel giorno, quel contatto così tenero, timido, soffice, non sarebbe più esistito.

Volevo abbracciarlo di nuovo, forse baciarlo, ma mi controllai.

Ero andato troppo oltre oggi, mi ero sempre limitato a uno abbraccio, evento che accadeva solo una settimana sì ed una settimana no.

Ora, pensandoci, erano passati quasi due mesi dal nostro incontro; troppo poco per un bacio.

Eppure, nonostante il nostro conoscersi da così poco, mi sentivo come quando stavo affianco ad Ashihei.

Il cuore che martellava, le guance leggermente rosate, il mio volerlo baciare, volerlo coccolare, sostenere. Queste emozioni le provai solo per Ashihei, e, rivederlo in un'altra persona, rivedere quell'amore in un'altra persona mi rendeva stranito, spaventato, timoroso del futuro; ma in mentre felice, a disagio quando troppo vicino a me, e, in quei rari casi in cui avevamo un contatto fisico prolungato, un calore che riusciva a scaldarmi il cuore in una maniera mai sentita prima, se non da Ashihei.

Quella paura, quella pura di sentire la vita di una persona scivolarti tra le mani, quel senso di impotenza, l'avevo provavo veramente poche volte e per pochissime persone.

Forse era proprio questo sentimento che mi bloccava, che non mi dava il coraggio di baciare Shoto.

Avevo paura che, come tutti, se ne sarebbe andato, sarebbe sparito; oppure mi avrebbe odiato, tradito, forse anche fatto del male.

Ero stanco di tutto quel che avevo passato, forse era proprio per questo che avevo tentato il suicidio, quella volta.

Ero circondato da persone false, che o mi odiavano oppure non mi amavano abbastanza per rimanere al mio fianco.

Era qualcosa di... struggente...

Ogni volta che pensavo, che cercavo una risposta a tutto questo, finiva che la mia testa esplodeva, non dandomi più la possibilità di ricordare, perché alla fine non volevo ricordare.

Avevo rinunciato ad il passato, avevo rinunciato a mia madre al mio sogno, avevo rinunciato a Yamikumo, e questo mi feriva.

Avevo perso una parte importante di me, avevo perso me stesso. Mi ero imposto, come per gioco, che io fossi un'altra persona, che io fossi Izuku.

Forse è proprio questa l'esperienza che una persona della mia età non dovrebbe assolutamente vivere.

Mi ha tolto la possibilità di diventare un hero, di farla pagare a Kacchan, di avere una rivincita. Ed invece mi ero arreso, perché facendo questo avevo rinunciato alla mia felicità.

Ormai io non stavo più vivendo, io stavo esistendo.

Angolo autore:

Hello my fellows sinners! Come va?
Piaicuto il capitolo?

Cosa ne pensate di Ashihei? Questa per ora è una piccola introduzione a quello che sarà un personaggio persistente.

Piccolo fun fact: Ashihei rappresenta la speranza che Izuku ancora nutre, l'unica fiammella di vita ormai rimasta nel corpo di Izuku.

Questo capitolo penso sia uno dei meglio scritti, forse perché è una delle prime volte in cui non mi immergo nel personaggio, ma è il personaggio che si immerge in me. Questo è più o meno quel che sono, e spero sinceramente che pochi si sentano così, perché è terribile.

Spero vi sia piaciuto il capitolo, come sempre vi chiedo di lasciare like e commento, ci vediamo in un prossimo aggiornamento,

ciao

𝙸𝚕 𝚛𝚊𝚐𝚊𝚣𝚣𝚘 𝚏𝚊𝚗𝚝𝚊𝚜𝚖𝚊 ~𝚝𝚘𝚍𝚘𝚍𝚎𝚔𝚞~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora