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Stre's pov

Come ogni giorno mi sto avviando verso "Il Vicolo", quello scelto da Lui.
A passo veloce calpesto l'asfalto, riscaldato dalla luce soffocante del sole, solito dell'estate. Questa mattina la giornata era molto calda e afosa nonostante fossero le 7:20 di mattina.
Il cielo era ricoperto da strisce colorate che andavano dall'arancione al rosso. Da qualche parte, alcuni schizzi gialli e rosa, interrompevano l'armonia dei primi due colori.
Tengo una mano nella mia felpa gigante di colore nero per non farli cadere. Mi ero vestito molto coperto, nonostante l'estate e il caldo. Una felpa e dei pantaloni lunghi fanno al caso mio, soprattutto in questo momento, in questo periodo.
La gente vicino a me mi guardava male, ma non mi interessa.
Aumento il passo, non voglio arrivare in ritardo, non come l'altro giorno.
Tirai su il cappuccio della felpa, non devo farmi vedere.
Sto arrivando al Vicolo e la mia vista si appanna appena, facendomi vedere tutto quanto a macchie gialline e arancioni, alcune grigie, i colori dell'asfalto e della luce solare della mattina.
Abitavo in un paesino abbastanza disperso della Sardegna.

Quando finirà tutto questo?💭
Svolto a destra e mi addentro in quel tanto odiato luogo, sperando che un giorno, un bellissimo giorno, potrò finalmente mettere fine a tutto questo.
Oggi sono guai, non ho portato tutto quello che gli dovevo. Ormai non ne ho più, non so che fare.
Mi appoggio al muro e abbasso la testa. Mi basta solo aspettare.

Il vento caldo mi scompigliava i capelli, i pochi che non sono sotto il cappuccio e le mie mani fredde e gelate sono nascoste nelle tasche nere.
Con le dita li toccavo, gli ultimi rimasti, ma non potevo fare altrimenti.
Affianco a me c'erano scatole, bidoni e immondizia buttata a terra. Nonostante quel luogo fosse ripugnante, non mi dava fastidio. Ormai ci sono abituata.
Quell'odore di plastica e di cibo andato a male ormai non mi faceva effetto. Ora è un semplicissimo odore, proprio come tutti gli altri.
Nonostante l'estate oggi portasse un bellissimo sole scottante, quel vicolo era sempre al buio, costantemente.

Sento delle voci, tre ragazzi. I soliti d'altronde. Stanno scherzando, parlando di me.
Cerco di trattenere il nodo in gola, che mi si è appena creato.
Il trio entra nel vicolo e si avvicina a me pericolosamente.
Non ho il coraggio di alzare la testa. Non di nuovo.
I ragazzi stanno davanti a me, in silenzio, scrutandomi maliziosamente e aspettando.
Riesco a vedere solo le loro scarpe. Quello al centro, un po' più avanti degli altri due, il capo del gruppo, aveva delle semplicissime scarpe, tutte nere.
Gli altri due, i suoi seguaci, avevano lo stesso identico tipo di scarpe, ma un poco più chiaro.
Quello al cerntro si avvicina lentamente al mio orecchio.

??: Allora? Stai li impalato?

Inizio a tremare. La sua voce mi faceva paura. Non riuscivo a muovermi. Ora sono nei guai.
Iniziai a piangere, ma silenziosamnte, per non dare sospetti al trio.

??: Mmh...

Il capo del gruppetto mi tirò un forte pugno in faccia, precisamente sulla mia guancia sinistra.
Non volevo cadere a terra, sarei sembrato debole, quindi mi aggrappai a un bidone, poco più lontano da me.
La mia gota poco a poco diventò più rossa e fiumiciattoli di lacrime rigavano il mio viso imperterrite. Non ero riuscito a trattenerle.

??: Allora? I soldi dove sono?

Con la mia mano libera presi i soldi dalla mia tasca della felpa nera, esattamente cinquecento euro, quasi tutti i miei risparmi.
Il capo del trio li prese prepotentemente e li contò uno ad uno.
Mi stava salendo l'ansia, andrà molto male me lo sento.
Chiusi gli occhi dal dolore e dalla rabbia: mi sto rassegnando. Non voglio che accada nuovamente, devo lavorare di più.
Il capo mi diede un pugno dritto allo stomaco abbastanza potente da farmi cadere a terra.

❀ 𝕊𝕄𝔼𝕋𝕋𝕀𝕃𝔸 𝔻𝕀 𝔸𝕄𝔸ℝ𝕄𝕀 ❀ StrecicoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora