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Strecatto's pov

Il ragazzo se ne andò dalla mia parte opposta camminando normalmente.

💭Non mi ha neanche insultato...e se si fosse pentito?💭

Ci pensai a lungo, durante tutto il tragitto per ritornare a casa e la mia testa scartava continuamente l'idea. Io sono convinto che tutti possano cbiare se lo vogliono, il problema è che non so cosa voglia questo ragazzo.
Finalmente entrai in casa e mi feci una doccia molto veloce, facendomi solo lo shampoo. Avevo utilizzato il mio preferito, quello ai fiori.
Uscii dalla doccia e mi vestii mettendomi un semplice pigiama viola e nero a maniche e pantaloncini corti.
Non mi ero pettinato i capelli, tanto sarei andato a dormire tra poco quindi sarebbe inutile.
Mi sedetti sulla solita sesia da gaming nera e accesi discord per parlare con Anna. Questa volta però non era attiva, forse sarà gia a letto. Ripensandoci, con l'inconveniente di prima credo di aver perso dei buoni quindici minuti, forse si era stufata di aspettare.
Le mandai quindi un messaggio di buonanotte e mi coricai sul letto, guardando il soffitto.
La mia mente vagava tra i pensieri, o forse erano i pensieri a vagare nella mente. Pensavo quasi solamente a quel ragazzo, ma anche di tutti i problemi che devo risolvere.

💭Cavolo mi sono dimenticato di aiutare il mio vicino con il giardino oggi! Aaaah...domani gli darò dei soldi per farmi perdonare...💭

Mentalmente misi una spunta al quadratino disegnato sul soffitto affianco alla scritta del problema.
Risolto.

💭Mh...dovrei fare un turno di lavoro la mattina, magari a mezzogiorno tanto non mangio💭

Un'altra spunta si disegnò in aria affianco alla nuova frase.
Nuovo problema risolto.
Ogni notte, ogni singola notte, mi metto a pensare e a risolvere problemi. Sono abbastanza monotono, non ho una vita così particolare.
Mi sveglio, vado al Vicolo, ritorno a casa, parlo un po' con Anna, vado a lavoro. Ritorno alle 11:30 e mi metto a giocare i videogiochi con Anna se è possibile, la sera vado di nuovo al lavoro e ritorno alle 9:45.
Questa è la mia vita e la ripeto ogni singolo giorno.
Mi lascio così comandare dalla stanchezza e mi metto a dormire, sperando che un giorno, mi sveglierò in un altro letto, in un'altra casa, in un'altra vita.

...

Un rumore fastidioso entra nelle mie orecchie e si posiziona li, aspettando che io faccia qualcosa.
Mi tappo le orecchie con le mani, cercando di isolarmi dal suono, ma come sempre il tentativo è invano.
La mia testa inizia a prendere il ritmo del suono della sveglia, imprimendo il rumore nel mio cervello.
Maledissi quell'aggeggio tra me e me, spegnendo finalmente quell'affare urlante.
Mi sedetti a bordo del letto fissando le mie calze rosa tenue per qualche secondo. Era iniziato un nuovo giorno.
Mi alzai barcollando un pochetto dalla stanchezza e mi appoggiai al lavandino del bagno guardandomi allo specchio.
Avevo delle grosse occhiaie scure appena sotto i miei occhi e i miei capelli erano peggio di non so cosa. Provai a pettinarli, ma fu tutto inutile

💭Perchè cavolo non li ho pettinati ieri sera...ora sono un mostro...💭

Mi rassegnai lavandomi il viso velocemente e correndo davanti al mio armadio. Spalancai le ante e presi i soliti miei vestiti, felpa e pantaloni neri.
Presi i soldi dal tavolo della mia scrivania, li misi nella mia tasca destra ed uscii di casa, ancora assonnato.
Camminavo lentamente e a passi irregolari. Questa notte non ho dormito tanto bene, per colpa di un mal di testa fortissimo. Purtroppo non avevo medicine in casa, per cui mi dovetti sopportare il dolore.
Arrivai dopo circa cinque minuti al solito vicolo e mi accasciai alla parete, chiudendo gli occhi.
Sentivo che le mie tempie pulsavano e le mie guance diventare sempre più calde.
I soliti passi di quel ragazzo non tardarono ad arrivare e si mire davanti a me.
Socchiusi gli occhi per cercare di vederlo. Aveva le mani in tasca e si sentiva uno strano odore. Sembrava proprio alcool.
In realtà non so cosa avremmo dovuto fare, perchè ormai non so cosa passi nella mente di quel ragazzo.
Istintivamente porsi con la mano destra i miei soldi a lui, che li prese lentamente.
Mi sembrava ritornato tutto normale, finalmente.

Cico: «Quindi cos'hai...stai male?»

Aveva un tono serio, misto a menefreghismo. L'unica cosa che sapevo e che voleva sapere qualcosa su di me.

Strecatto: «...C-come...»

Cico: «Ti reggi a malapena in piedi si vede»

Strecatto: «oh...»

Cico: «Senti...oggi mi servono solo trenta euro...e delle spiegazioni»

Annuii un po' impaurito. Tuttavia la mia mente era fusa e non riuscivo a concentrarmi bene sulle sue parole. Sentivo le gambe tremare, non riuscivo più a sostenere il mio peso.

Cico: «Siediti...»

Mi sorprese. Non so se lo abbia fatto ler me o no, l'unica cosa che però volevo fare era ringraziarlo.
Mi sedetti a gambe incrociate e appoggiai il capo al muro sporco, ansimando leggermente. Il mal di testa si stava facendo più forte.

Cico: «Senti...perchè ti vuoi far picchiare?»

Il suo tono non faceva trasparire nessuna emozione, era completamente apatico o così mi risultava.
Mi misi a pensare, tenendo gli occhi chiusi. Socchiusi la bocca per parlare, ma il mio respiro si bloccò di colpo e non riuscii ad emettere nessun suono.
Abbassai il viso stringendo i denti.
Le mie mani erano appoggiate al pabimento e si stavano chiudendo in un pugno.

Cico: «...?»

Il rosso si abbassò al mio livello, rimandendo in punta di piedi. Con una mano prese il mio mento e lo spostò verso l'alto.
Io non riuscivo a vederlo, tenevo gli occhi chiusi e non riuscivo ad aprirli, non ne avevo la forza.
Sentii dei rumori e poi la sua voce.
Quest'ultima si affievolì sempre di più fino a scomparire.
Le mie orecchie erano come ovattate e in pochi secondi riuscii a sentire una sensazione, che in realtà mi piaceva e anche tanto.
Come se morissi.
Come se morissi una volta per tutte.

❀ 𝕊𝕄𝔼𝕋𝕋𝕀𝕃𝔸 𝔻𝕀 𝔸𝕄𝔸ℝ𝕄𝕀 ❀ StrecicoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora