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Cico's pov

Non vorrei per niente vedere la sua faccia quando scoprirà chi sono. Lui non lo deve sapere, assolutamente.
Sospiro rumorosamente per poi mettermi a pensare, la mia abitudine preferita in questi giorni.

Lyon: «Ma quindi Stre dov'e casa tua?»

Strecatto: «...A-affianco a quella di Anna...»

Strecatto non si era ancora abituato a parlare con noi, anzi con loro.
Balbetta continuamente e parla a voce bassa. Un po' come fa con me, solo che tra me e gli altri Wgf c'è una grande differenza, anzi enorme.
Lui era timido con i miei amici perchè non li conosceva, aveva paura dei loro commenti su se stesso. Con me invece aveva paura, dannatamente paura che io lo picchiassi per il suo essere gay.
Volevo rimediare, ma so che è un impresa difficile, forse anche impossibile.
Per adesso sto solo cercando di dargli dei segni, in modo che capisca. Spero li interpreti bene...

Giorgio: «Lyon, ma per il video di oggi come facciamo? Cico ha il microfono rotto e lui era il protagonista»

Lyon: «Cico...riesci entro due ore a prendere un nuovo microfono?»

<<Cico: non lo so...>>

Lyon: «Vabbe per oggi salta la registrazione. Alex, Anna faremo un video di Phasmofobia»

Alex&Anna: «NOOOOO!»

Lyon: «Vi tocca»

<<Cico: Scusate ragazzi, davvero>>

Anna: «Non fa niente Cico...»

Alex: «Tranquillo...uno spavento in più uno spavento in meno che fa»

Riprendiamo a giocare e la mia tattica stava funzionando.
Molto spesso osservavo la skin di Strecatto seguirci, tenendosi comunque alla larga per non interrompere il nostro lavoro. Così gli scrissi dei messaggi privati su minecraft.

<<Cico: Ti senti un po' una palla al piede vero?>>

<<Stre: Si voi state lavorando...io seguo e basta...>>

<<Cico: Sinceramente anche io>>

<<Cico: Ah e grazie per prima>>

<<Stre: Figurati>>

<<Cico: Quindi ci sei passato pure tu eh?>>

Il gatto viola non risponde e presegue il suo viaggio. Fose ho toccato un punto dolente. Ca*zo ma non potevo starmi zitto? Anche io gli sto procurando problemi, Cico non intrometterti.
Senza pensarci gli mando un messaggio, il problema è il significato di quella parola.

<<Cico: Scusa>>

Lui poteva benissimo interpretarlo come scusa per il fatto di prima, ma non era così. Io volevo scusarmi per quello che ormai succede da più di una settimana. Solo che Strecatto non sa che sono io.
Dovrei smetterla di mentire a tutti, io non merito nessuno.
Voi vi potreste opporre ma ora vi do' tutti i miei validi motivi.
Lo picchio, lo insulto, gli prendo i soldi, probabilmente sono stato io la causa del suo breve riposo all'ospedale, gli sto mentendo perchè non deve scoprire che io sono Cico, sto mentendo a tutti i miei amici, soprattutto Lyon che conosco da una vita, sto mentendo ai miei genitori, sto mentendo a me stesso.
Tutti questi motivi non sono validi? Provate a dirmelo voi...

<<Cico: Ragazzi io vado>>

Dopo un saluto generale, spengo tutto. Voglio solo isolarmi da tutti, non merito di essere trattato come un'amico, probabilmebte dovrei fare io la fine del ragazzo dolorante del vicolo. Non faccio la parte della vittima, in fondo me lo merito.
Mi sdraio sul letto e rimango li a pensare, finchè non mi addormento.

💭Preferisco vivere nel mondo dei sogni, li tutto è più semplice💭

Strecatto's pov

E' mattina, di nuovo.
Come al solito mi vesto di nero e mi incammino verso il vicolo.
L'ansia cresce a dismisura e le mie mani tremano, stringendo sempre di più i soldi nella mia felpa.
Non so se avere più paura dei suoi pugni o dei suoi pensieri. In questo periodo è strano, potrei benissimo pensare che si è pentito, ma da negativo come sono penso che di sicuro sta tramando qualcosa.
Svolto verso destra come sempre, ma mi ritrovo qualcosa di inaspettato.
Il ragazzo con i capelli rosso fuoco era seduto a gambe incrociate appoggiando la schiena al muro dove di solito mi metto io. Aveva la testa bassa e se la teneva con i palmi delle mani, mentre i gomiti erano appoggiati al suo interno coscia.
Rimango li, in silenzio, a fissarlo. La situazione si stava facendo sempre più strana.
Non ci è voluto molto per farmi notare.
Il rosso mi guarda con sguardo perso, per poi ritornare alla sua solita aspressione apatica.
Si alza con controvoglia a mette le mani nelle tasche dei jeans.

Cico: «Scusa, me ne vado...»

Cammina verso di me e si sposta un po' verso destra per non andarmi contro. In tutto questo non mi degnava nemmeno uno sguardo.
Arrivato poco dietro di me alla mia sinistra afferro con la mano destra un lembo della sua felpa nera.

Strecatto: «Cosa ti prende!?»

Non so dove ho trivato il coraggio di dirglielo, mi è successo involontariamente.

Cico: «Affari miei»

Il rosso alza di poco un piede per continuare il tragitto, ma io stringo la presa.

Strecatto: «Mi picchi da una settimana vorrei avere almeno qualche informazione su di te no?!»

Quella forza, quella rabbia...erano emozioni che fino ad ora con lui non avevo provato. Bolevo farlo arrabbiare, irritare punzecchiandolo. Questa e una cosa brutta è vero e non è da me, solo che me sento così e non ci posso fare niente.
Mi picchierà? Probabile, ma non questo momento non mi interessa.

Cico: «Lasciami stare»

Lui si scansa dalla presa e si scosta un po' in avanti, solo che rimane li fermo in silenzio. La sua testa guardava fisso le sue scarpe e non boleva guardare altro.

Strecatto: «Lasciami stare, lasciami stare...dopotutto non è quello che ti ripetevo sempre io no? Quello che chiedevo è stato mai realizzato??»

Avevo alzato il tono di voce.
Dentro di me stavo ribollendo di rabbia.
Una parte di me però aveva compreso che stavo sbagliando, è questo che penso io.

Strecatto: «Scusa...»

Detto questo il ragazzo alza di scatto la testa e si gira a tre quarti verso di me con tutto il corpo.
Il suo sguardo non è per niente quello di cui avevo paura pochi giorni fa.
No, quello è uno sguardo confuso e soprattutto sorpreso.
Riprende a guardare verso il basso.

Cico: «Certo che...sei davvero un ragazzo pieno di sorprese tu...»

❀ 𝕊𝕄𝔼𝕋𝕋𝕀𝕃𝔸 𝔻𝕀 𝔸𝕄𝔸ℝ𝕄𝕀 ❀ StrecicoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora