Capitolo 3

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Quando scendo dalla macchina di Noah a stento ci guardiamo in faccia.
Alla fine sono tornata a casa sana e salva, ma con un milione di domande che continuano a susseguirsi nella mia testa.

Mentre si allontana, io prendo le chiavi dalla tasca della mia giacca nera.
Le inserisco nella toppa ed entro dentro casa.

"Ciao Allison, come stai?".
Immediatamente mia sorella corre ad abbracciarmi, come fa sempre quando rientro a casa dopo un'intera giornata in cui non ci siamo viste.

Adoro il rapporto che ho con mia sorella, siamo molto legate e non so proprio immaginare come sarà la mia vita senza di lei l'anno prossimo, quando andrò al college.
Mi mancheranno le nostre chiacchierate notturne, le nostre litigate e i nostri "momento noi".

Il "momento noi" è un'idea di Lou: quando vogliamo dirci quanto ci vogliamo bene il discorso inizia sempre con questa frase, è una specie di campanello d'allarme che ci avvisa su ciò che sta per accadere.

"Non tanto bene, ma ne parliamo dopo, stanno arrivando mamma e papà e farebbero sicuramente troppe domande" mormoro piano, scorgendo la figura di mia madre con due piatti di spaghetti in mano.

Li posa sul tavolo e mio padre fa lo stesso con altri due piatti di pasta.
Poi vengono a salutarmi.

"Noah ci ha messo tanto?" chiede mia madre, una volta che ci sediamo a tavola per cenare.

Rischio di strozzarmi con l'acqua che stavo bevendo e Lou mi dà delle pacche sulla schiena, allarmata.

"Scusa, puoi ripetere?".
Devo aver sentito male, per forza.
Perché mia madre ha nominato Carter?

Lei mi guarda con gli occhi leggermente sgranati e le sopracciglia si alzano velocemente.

"Noah ti ha accompagnato fino a casa, vero?".

Annuisco senza dire una parola, con la bocca leggermente socchiusa e gli occhi sgranati per la sorpresa.

Mia madre allora sorride rassicurata e riprende a mangiare come se non fosse successo niente.
È stata lei.
Lei ha chiamato Noah e gli ha detto di venirmi a prendere, era sicuramente preoccupata e, non sapendo come contattarmi, ha chiamato lui.

E ovviamente Noah non può rifiutarsi di fare ciò che gli dicono i miei genitori, farebbe qualsiasi cosa pur di mostrarsi un ragazzo perfetto agli occhi degli altri.

Probabilmente non c'è nessun segreto che mi sta tenendo nascosto, forse era una scusa per farmi salire, sapeva che non avrei mai accettato, nonostante mi trovassi in difficoltà.

Ed io che per qualche istante ho pensato che lo aveva fatto per aiutarmi. Era troppo strano per essere vero.

Ha davvero rinunciato ad incontrare Joanne per mostrare ai miei genitori che lui è un ragazzo responsabile?
Probabilmente mentiva anche riguardo all'incontro con la sua ragazza.

Per il resto della cena nessuno dice niente, finiamo di mangiare in fretta e poi io e Lou, dopo aver sparecchiato la tavola, ci chiudiamo nella mia stanza per parlare.

"All che succede?" dice mentre si siede sul letto a gambe incrociate.

Wendy, la nostra gatta, le sale in braccio alla ricerca di coccole, e mia sorella la accontenta.

Inizio a raccontarle di ciò che ha detto Sarah, del suo strano comportamento, della preoccupazione nei suoi occhi quando Richard l'ha chiamata.

Le racconto delle parole di Noah, della probabile scusa che ha inventato per farmi salire, le dico tutto.

Mia sorella è sempre stata un'ottima ascoltatrice, è in assoluto la persona adatta con cui confidarsi.

Per tutta la durata della chiacchierata lei ascolta attentamente e annuisce di tanto in tanto.
Qualche volta mi interrompe per chiedermi qualcosa che non le è chiaro, così lo rispiego nuovamente.

Quando finisco di parlare sospiro, ora mi sento decisamente meglio: parlare con lei è sempre stato rassicurante, mi sento più leggera.

"Secondo te cosa mi sta nascondendo Sarah?" le domando dopo qualche istante.

"Mi sembra davvero strano, tu e Sarah vi dite sempre tutto, perché tenerti nascosto qualcosa? Forse sta solo cercando di proteggerti, probabilmente ciò che non vuole dirti potrebbe farti soffrire e lei vuole risparmiarti il dolore".

Mia sorella ha quasi quindici anni, ma è davvero matura.
Molte ragazze alla sua età non hanno questa mentalità: le sue compagne preferiscono andare alle feste, bere fino a ubriacarsi e fare uso di sostanze.

Mia sorella invece è completamente diversa da loro.
Lei preferisce andare al cinema con Kevin o con Diana, la sua migliore amica. Preferisce passare il sabato sera a leggere un romanzo piuttosto che uscire.

Louisa è fantastica, non cambierei niente di lei.

"Hai ragione, ma proprio non capisco cosa potrebbe essere successo" penso ad alta voce.

Lei pare rifletterci per qualche secondo, poi le viene un'idea.
"Io e Kevin potremmo investigare, sai che amiamo farci gli affari degli altri, siamo bravissimi in questo. Se dovessimo scoprire qualcosa te lo farò sapere al più presto".

Mi rivolge un sorriso a trentadue denti, che inevitabilmente ricambio.
Cosa farei senza la mia piccola Lou?

"Grazie mille Lou".
"Non c'è di che".

Sbadiglia sonoramente e afferma di essere stanca.
Neanche il tempo di alzarsi dal mio letto, che si addormenta profondamente.

La guardo accennando un piccolo sorriso: ha i lineamenti del viso rilassati, le labbra leggermente schiuse e i capelli sparati in ogni direzione.
Rimane comunque bellissima. La mia piccolina sta crescendo.

Cercando di non fare troppo rumore indosso il pigiama e mi stendo accanto a lei.
Resto sveglia per altri trenta minuti, pensando allo strano comportamento di Sarah.

E, ascoltando il respiro regolare di mia sorella, mi addormento anche io.

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