Capitolo 8

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"Vic non so che indossare per la festa di questa sera" mi lamento con una delle mie migliori amiche, intenta a scrutare ogni abito del suo armadio.

Alla fine ho deciso di andarci, almeno mi leverò il dubbio una volta per tutte e non ci penserò più.

"Hai detto festa? Chi sei e cosa ne hai fatto di Allison Collins?" commenta divertita, passando la mano sulla gonna di un vestito che non le avevo mai visto addosso.

Victoria ama le feste, ballare con la musica altissima, ridere e divertirsi.
È una ragazza espansiva a cui piace stare al centro dell'attenzione.

Sarah invece è la mamma del gruppo, è pacata e tranquilla. Non le piacciono le feste, preferisce stare in nostra compagnia o del suo ragazzo.
Ed è questo il motivo per cui lei non è qui.

Si era raccomandata di stare al posto mio, di non andarci. Ma non l'ho ascoltata, in fondo cosa potrebbe succedere?

"Dio mio, ma perché non trovo niente?" sbotta Victoria, intenta a cercare la piastra tra il casino di oggetti accumulati a terra.

"Non credi che dovresti riordinare la stanza?" le faccio notare, sogghignando.

Vic è la persona più disordinata che conosco, la sua stanza e la sua mente sono costantemente incasinate.

"Probabilmente sì, ma non ho voglia" risponde iniziando a pettinarsi i capelli con la spazzola trovata sotto il vestito che ha indossato alla festa di fine anno dell'anno scorso.

A un certo punto, dopo più di venti minuti passati a lamentarsi e a piastrare i suoi capelli neri che tanto le invidio, Vic comincia a cantare e a ballare, facendomi ridere.

Lei è fatta così, è iperattiva e non sta un attimo ferma. Con lei non ci si annoia mai, è un uragano di felicità, mette sempre di buonumore anche la persona più triste del mondo.

"Adesso decidiamo cosa indosserai alla festa" mi dice la mia migliore amica ancora sorridendo.

"Pensavo di indossare la camicia che..."
"Ma non ci penso neanche!".

Victoria boccia sempre tutte le mie idee, e i vestiti non fanno eccezione.

"Allison è una festa! Devi assolutamente indossare un vestito, non i soliti jeans che indossi per andare a scuola ogni giorno".

"Cos'hanno i miei jeans di sbagliato?".

Lei inclina la testa di lato e scruta il mio abbigliamento con una faccia contrariata.

"Quei jeans non mettono in evidenza il tuo culo" afferma inclinando la testa dall'altra parte.

Roteo gli occhi fintamente infastidita e sorrido.

"Allora, Signorina Evans, mi dica lei cosa devo indossare per il ballo che si terrà questa sera al castello dell'odiosa principessa Rachel"

Entrambe scoppiamo a ridere e poi lei mi mostra un vestito nero che secondo lei mi starebbe benissimo addosso.

Non è male, solo che non è il mio genere e mi sentirei a disagio, non sono solita indossare vestiti.

Se proprio devo indossare qualcosa di diverso dai pantaloni punto sulla gonna, non sul vestito.

E allora decido di provare proprio una gonna: è nera ed è di velluto. Ricordo che Victoria l'ha comprata lo scorso inverno nel negozio vicino casa di Sarah.

La abbino al maglioncino bianco a collo alto della sua sorella gemella Hazel, una ragazza davvero diversa da Victoria ma con cui vado comunque d'accordo.

"Non posso indossare un paio di pantofole?" dico scocciata quando mi mostra un paio di stivali neri piuttosto alti.

Non so camminare bene con le scarpe alte, l'ultima volta che ci ho provato sono caduta e mi sono slogata la caviglia.

Lei scuote la testa e continua ad incitarmi ad indossare le scarpe che ha in mano.

"Ma se la festa è tra tre ore perché mi sto vestendo adesso?".

"Non lo so, ma adesso devo farti i capelli".

Circa due ore dopo siamo finalmente pronte ma mi sorge un dubbio.

"Vic ma tu sei stata invitata?".
"No". risponde tranquillamente ed io scoppio a ridere.

"Dai andiamo, Noah è fuori e ci sta aspettando".
"Cosa scusa?" mi lamento alzando il tono della voce.

"Lo sai che Hazel è amica di Noah e ha una cotta assurda per lui, solo così potremmo arrivarci".

Come fa quel maledetto Noah Carter a far innamorare tutte quante?

Chiudo gli occhi e respiro profondamente per mantenere la calma.
Gli avevo detto che non sarei venuta alla festa, e invece eccomi qui, pronta per salire sulla sua auto, di nuovo, quando avevo messo in chiaro che non sarebbe successo.

Però non voglio pensare ancora a lui.
Voglio trascorrere una bella serata con la mia migliore amica, anche se la festa è di Rachel.
Non mi rovinerà una sera di divertimento.

"È qui fuori" esordisce Hazel con un sorriso a trentadue denti.

"Tua sorella sa che Noah è fidanzato vero?" sussurro all'orecchio di Victoria, ottenendo risatine in risposta.

Quando saliamo sull'auto Noah rivolge un mezzo sorriso a Hazel, la quale si siede al posto del passeggero, mentre io e Victoria ci accomodiamo dietro.

"Non sapevo che venissi anche tu, tesoro, avevi detto che non saresti venuta" dice lui.

Anche se non lo sto guardando so che sta sorridendo in quel modo che proprio non sopporto.

"Sorpresa!" esclamo ironicamente.

Ridacchia e mette in moto.
Durante il viaggio nessuno dice nulla ma Hazel si prende la briga di mettere della musica dalla radio dell'auto di Noah mentre canta la canzone sottovoce.

Quando arriviamo a casa di Rachel rimango estasiata dalla bellezza di ciò che vedo: un giardino enorme e perfettamente curato, con addirittura una piscina stupenda.

"Stupita dai soldi, Collins?" sussurra Noah al mio orecchio, sorridendo.

Lo evito ed entriamo dal cancello dove Rachel accoglie gli invitati.

"Sai Collins, questa casa è stupenda" dice Noah, che cammina dietro di me.

Vic e sua sorella si sono allontanate e chiacchierano tra loro.

"Ti piace evidenziare l'ovvio?".

"Stasera lo sei anche tu" mi fa l'occhiolino, si bagna le labbra con la lingua, e se ne va sorridendo, come se non mi avesse appena lasciato senza parole.

Fingo che la sua frase non mi faccia nessun effetto e sposto lo sguardo il più possibile lontano da lui.

Fare finta che non mi interessa ciò che dice sta diventando quasi comune e questo non va per niente bene.

È tutta colpa di Noah perché lui all'improvviso ha iniziato a parlarmi con un tono che non avevo mai sentito prima d'ora e a guardarmi più spesso.

Quindi sono giustificata. Credo.

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