Consiglio:
Leggete questo capitolo, per me speciale, ascoltando "The Story of my life" degli One Direction.Quando Cassandra era entrata in quel famosissimo "grazioso fast food" non avrebbe mai immaginato che la sua "temporanea attrazione", "insignificante cotta passeggera" o come caspita vorrete chiamarla, sarebbe diventato l'amore della sua vita.
Non avrebbe nemmeno scommesso sul fatto che si sarebbe rinnegata sulle parole "Non sei il mio tipo". Ma ormai, cosa contava ricordare che fosse colpa di uno strudel alle mele scaduto, se Louis Partridge fosse diventato da un giorno all'altro un'altra persona? Non di certo, per una delle studentesse della scuola che gli girava attorno come un'ape in cerca del suo miele. Al contrario, per qualcuna di rango superiore. Non solo socialmente ed economicamente, ma mentalmente. Così sconsiderata e sottovalutata, che chi avrebbe potuto prenderla in considerazione ... se non lui?
Per me, la verità è che erano fatti per formare qualcosa di unico nella storia. Perché non esiste un finale felice, senza un principio ben costruito.
Anche se Cassandra, non aveva mai più visto né sentito Lexie, era sicura che a volte lei ci pensava. A quanto fossero amiche e a quali pensieri avevano condiviso. Ma sapete una cosa?
Non le importava affatto. Aveva vissuto una vita felice, anche senza tutto quello che inizialmente avrebbe prediletto. Compresa Jane Austen, nonché la sua scrittrice preferita.
Per esempio, proprio in quel momento Louis le stava leggendo "Ragione e sentimento". Lei non poteva più farlo, ma anche se lui, sicuramente non lo sapeva, lo stava ascoltando. Lo ascoltava sempre. Quel che la colpiva, era il fatto che dopo tutti quegli anni, era ancora lì e non smetteva di riprovare a farla tornare totalmente in sé. Perché Louis percepiva che Cassandra era ancora lì, sotto quelle rughe e quei capelli bianchi.
"Voleva sperare, e sperare attendendo che la speranza si realizzasse."
Ad un certo punto, l'altro smise di leggere.
Tutto le era chiaro. La loro relazione storica, l'amicizia su cui si era fondata, ma ... con esse, una sua espressione passata, non era mai riuscita ad interpretarla. E non seppe perché se lo stesse chiedendo solo adesso.
Forse lui lo intuì, perché disse:
Il nostro primo incontro ... per te era stato terribile, vero? Io ... ti avevo fatta arrabbiare. E tu eri così ingenua. Credevi che fossi sicurissimo di me. In realtà, non lo ero affatto. Nel momento in cui volevamo azzannarci a vicenda ... io ho avuto la mitica idea di provare a sedurti dicendoti che una marea di ragazze mi sbavavano dietro. E che tu eri l'unica, la quale un pensiero simile ... nemmeno ti sfiorava. Il motivo di interessarmi a te però c'era. Eccome.
Ridacchiò, un po' risentito. Poi continuò.
Eri bella. E lo sei tutt'ora. Tuttavia ... quel per cui ... davvero, volevo stare una volta per tutte con te, era solamente la tua esperienza. Sì, quella. Nell'affrontare gli altri, nel non voler dipendere da nessuno, nella voglia di fare la femminista originale e capace di fronteggiare qualsiasi cosa, senza l'aiuto di nessuno. Volevo una compagnia che mi insegnasse cosa significhi badare anche agli altri solo nelle giuste quantità. Mi avrebbe permesso di passare inosservato, ma allo stesso modo di spiccare. Come te... Quindi avevi tutta la mia stima, ecco qual era il motivo in più, per interessarmi a te in particolare.
Però, "Non ho mai saputo come si possa separare la stima dall'affetto"; quindi ... la mia preoccupazione adesso è questa: Cassandra ... tu credi che la mia era solo stima, nei tuoi confronti? So che non mi risponderai ... perché non puoi, ma ... se sei ancora lì, se ... mi senti, allora ti prego, fammelo capire.Cari lettori, per me i grandi gesti come questi, devono esser ripagati, anche se con piccoli gesti. Cassandra aveva da tempo esaurito le forze. Ma lei c'era per lui ... lei c'era. Lei c'era.
Lei, teneva sempre le orecchie aperte al massimo, per quanto ci provasse; nei momenti in cui fosse più lucida. E il desiderio di volerlo sentire ancora vicino, era irrimediabile.
Louis Partridge, ormai anziano, si era voltato piano a riporre il libro nella libreria. Era un po' affranto, come tutte le altre volte in cui aveva tentato. Sentì un formicolio vicino alla scollatura del gilè fuori moda che aveva indosso. Automaticamente, la sua mano partì a sistemarsi la maglia, che le dava prurito. Ma spalancò gli occhi, quando si rese conto che non erano i suoi vestiti a dargli "fastidio". Era la sua mano. Quando si sfiorarono, ripensò un attimo a quando era successo per la prima volta. Tutto era iniziato sempre da lei, quando lo voleva rassicurare per condurlo dentro una siepe. Si voltò immediatamente; chinandosi al suo livello, seduta com'era, sulla comoda poltrona del salotto. Sapeva che per averlo fatto doveva essersi sforzata moltissimo, tanto che forse non l'avrebbe più rifatto per quegli anni che restavano ad entrambi.
Louis Partridge, decise di godersi a pieno quel momento. L'avrebbe conservato nel posto più caro che possedeva, aperto solo alla donna che aveva davanti e alla sua famiglia.
Gli faceva male la schiena e sapeva che più tardi avrebbe urlato per i dolori, ma per il momento, poco gli importava. Lei lo stava guardando. Ma per davvero. Non come si era abituato nell'ultimo decennio. Per come l'aveva conosciuta.
Perché i suoi occhi non erano ricoperti, come da normalità, con quella patina di cera che le si era formata. Infatti, le sue iridi furono, per un attimo del loro colore originario, che la caratterizzava. Si perse in essi, si era dimenticato della magnifica sensazione che gli donavano. Li vide illuminarsi d'improvviso.
E sorrisero insieme.Lui ebbe la risposta. Cassandra lo sentiva. Anche se era in uno stato di demenza progressivo da un po', e ormai diceva solo parole sconnesse, continuava ad accumulare la voce di lui, anche se non nella mente, la immagazzinava nel suo cuore.
E in quella frazione di secondo in cui era stata capace di fare tutto ciò, anche lei viaggiò negli occhi di Louis. Lì, rivisse la storia, che miei cari lettori, fino a qui avete letto: la loro storia.
Dopo un niente, l'aura che la voleva far assomigliare ad una statua, l'avvolse di nuovo. E la sua felicità si spense.
Perché no, quella che Cassandra aveva trovato in Louis, non era la giustificazione di quello che sin dal principio avevano provato.
Era l'amore.
E quella di Louis Partridge, non era esclusivamente stima per lei. Era principalmente ... il più vero degli amori.
Vedete, se così non fosse stato, non sarei certa, che a questo punto, sarebbe ancora accanto a lei.
E se amore era ... allora, la loro felicità, non si sarebbe mai abbattuta del tutto.
"Io ti amo, Waston"
Disse l'uomo, stringendole delicatamente quella stessa mano.
Angolo autrice:
PIANGO CAZZO
NON CE LA FACCIO, SCUSATEMI UN ATTIMO...
no raga io ... davvero.
Questo capitolo è stato in fin dei conti, il più corto di tutti, ma il più bello. Almeno per me.
Se non si fosse capito, adesso sono entrambi avanti con l'età, come se avessero passato già tutta la loro vita assieme. Questa è la cosa più carina che si possa dire. Vi do gli auguri di San Valentino - anche se in ritardo - in questo modo. Con questo ho voluto esprimermi per dire la mia su cosa è davvero l'affetto. In questo caso, la costanza delle azioni dell'uno verso l'altra.
A questo seguirà un'ultimissima parte dedicata ai ringraziamenti, citerò anche molti di voi perciò non perdetela, la storia sarà definitivamente finita.
A dopo le depressioni, notte ✨
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Abbastanza cuore || Louis Partridge
FanfictionIrritante. Pieno di sè. Arrogante. Cassandra, non sa cosa nascondi il suo viso fastidiosamente bello. Ma come direbbe la cara Jean Austen... "Tutti possiamo provare un'attrazione, è abbastanza naturale; ma pochissime persone hanno abbastanza cuore d...