VIII. 𝖫𝖺 𝗀𝗂𝗈𝗂𝖺 𝖽𝗂 𝖼𝖺𝗉𝗂𝗋𝗌𝗂

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Consiglio:
Leggete questo capitolo con la canzone sopra citata, "Afterglow" di Ed Sheeran
(Con le cuffie è meglio)

Come se non bastasse, i suoi avevano deciso che si sarebbero trasferiti in Norvegia, dove abitavano i nonni di Cassandra.

« No! Vi prego ... non fatemi questo. » li supplicò, quando un allegro tardo pomeriggio, finirono di parlargliene.

« Cosa hai da perdere? » gli domandò suo padre, quasi seccato. La madre gli mandò un'occhiata ammonitrice, mentre la figlia riduceva gli occhi a fessure, tra lo stupore e la rabbia.

« COS'HO DA PERDERE? » urlò, sputando saliva, tanto il ribrezzo provato in quel momento verso i suoi genitori. « Io... IO QUI HO DEGLI AMICI! QUI HO UNA VITA! » sbraitò, serrando i pugni fino a far diventare bianche le nocche. « Quali a parte Lexie? » sussurrò sua madre. Il suo sguardo vacillava sulla ragazza, che dal suo canto, era talmente spiazzata che avrebbe voluto sotterrarsi.
« COSA IMPORTA A VOI?! »

« Cassandra, siamo i tuoi genitori. »
rimarcò l'uomo di mezza età, sospirando.

« Se sapete che ho difficoltà ad aprirmi alla gente, allora perché volete andare in un'altra città?! » cercò di valorizzare le sue parole, ragionando e abbassando un po' la voce, se pur ancora irritata.
« Per te. Così, magari troverai dei veri amici ... » Quando la moretta tentò di aprire bocca per proferire parola, la interruppero. « Ne hai bisogno, Cassi. Inoltre, come ti ho già detto, papà ha trovato un'ottima postazione di lavoro lì e- » continuava, senza dare minimamente retta a Cassandra, che se pur provasse a farsi sentire, faceva risultare la maggior parte dei tentativi inutili.

« IO HO DEGLI AMICI! IO NON SONO DEPRESSA! IO SONO PERFETTAMENTE NORMALE! »

La guardarono leggermente in pena, quasi come se stesse cercando di negare una verità che sarebbe stata fin troppo dolorosa da sopportare ...

« Quel che sto cercando di dirvi, è che io sto bene. E NON HO BISOGNO DI COMPLICAZIONI. » gesticolò, sforzandosi di non tirar loro un cazzotto.

« Tesoro, noi vediamo come ti comporti ... sei sempre fredda ... - »

« Questo dovrebbe indicare che io non abbia amici? » I due coniugi si strinsero la mano e con la sua voce calda e soave, sua madre le disse « Vogliamo solamente che tu sia felice. Per questo il volo è già prenotato. » a quanto sembrava, si pentì molto di aver detto quelle ultime parole, perché chinò la testa, mordendosi le labbra.

« CHE COSA?! AVETE PRENOTATO SENZA IL MIO CONSENSO?! » la ragazza cominciò a respirare aria pesante. Si diresse verso la cucina per bere un sorso d'acqua. Quando riuscì a riprendersi, si voltò di scatto verso la porta, trovandosi davanti proprio loro. « Avremo comunque deciso noi cosa fare e cosa sarebbe stato meglio per te. »

Cassandra chiuse gli occhi e cercò di invocare la calma.
« Non sono più una bambina. » stabilì, con astio.

« Non sei nemmeno un'adulta. »

La serata passò in questo modo, tra strilli e urla vari.

Quando le riferirono che il volo era fissato a due giorni da quello, sbiancò di 10 tonalità. Li aveva lasciati in salotto a discutere da soli, lei, se non sarebbe riuscita a fargli cambiare idea, non aveva tempo da perdere.

Abbastanza cuore || Louis PartridgeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora